…Tu sei stato la
prima grande personalità a sostenere e supportare l’appello per il boicottaggio
culturale di Israele e hai aperto la strada per tutti gli altri che volevano
unirsi a te. Alcune persone dicono che non dovresti boicottare la cultura. Cosa
risponderesti in questo caso?
Prima di tutto, sei un cittadino, un essere
umano. Quando ti trovi davanti a tali crimini, devi rispondere in quanto essere
umano, indipendentemente da che tu sia un artista, un VIP o qualcos’altro. Devi
prima di tutto rispondere e devi fare tutto quello che puoi per attirare
l’attenzione delle persone sul problema. Il boicottaggio è una tattica. E’
efficace contro Israele perché questo si presenta come un “faro” della cultura,
ed è quindi molto suscettibile al boicottaggio culturale. Non dovremmo aver
niente a che fare con progetti che sono supportati dallo Stato di Israele. Ciò
non riguarda le singole persone, dobbiamo concentrarci sulle azioni dello Stato
israeliano. E’ questo che dobbiamo prendere di mira. E lo prendiamo di mira
perché non possiamo semplicemente stare fermi e guardare persone costrette a
vivere le proprie vite nei campi profughi per sempre.
Israele usa
l’arte e la cinematografia per una campagna chiamata ‘Brand Israel’. L’arte è
quindi politicizzata. Per quanto ti riguarda, tutti i tuoi film sono politici.
Quindi, secondo te, l’arte può essere uno strumento per combattere
l’oppressione?
Sì. La
questione fondamentale è questa: qualsiasi storia scegli di raccontare o
qualsiasi immagine scegli di mostrare, quello che scegli indica quali sono le
tue intenzioni. Se fai qualcosa che è interamente d’evasione, in un mondo che è
pieno d’oppressione, questo indica quali sono le tue priorità. Quindi un grande
film commerciale, girato per fare dei soldi, mostra qualcosa. Ha delle
conseguenza politiche ed implica delle prese di posizione politiche. La maggior
parte dell’arte ha un contesto e delle implicazioni politiche.
Hai sentito
di World War Z, un film con dove c’è un virus letale che uccide le persone
in tutto il mondo, e l’unico posto sicuro è Israele per via del muro che hanno
costruito?
Suona molto come storia di estrema destra.
Bisogna vedere il film prima di emettere un giudizio, ma dalla tua descrizione,
sembra proprio un fantasia di estrema destra. E’ interessante che Israele si
riveli tramite i suoi amici. Nel nord dell’Irlanda – che ha una lunga storia di
divisioni tra lealisti e repubblicani – i lealisti, sui loro muri, hanno la
bandiera di Israele e dei bianchi del Sud Africa; i repubblicani della
Palestina e dell’ANC. E’ curioso come queste alleanze rivelino così tanto di
ciò che pensa la gente.
Sei preoccupato
dell’avanzata della destra e delle ideologie di estrema destra in Europa?
A me ricorda i primi anni ’30. L’avanzata
dell’estrema destra si accompagna sempre con la recessione economica, la
depressione e la disoccupazione di massa. Le persone al potere, che vogliono
mantenere il loro potere, devono sempre trovare dei capri espiatori poichè non
vogliono che le persone combattano il loro vero nemico, cioè il capitalismo
classista, i proprietari delle grandi industrie, coloro che controllano la
politica. Hanno invece bisogno di trovare un capro espiatorio. I più poveri,
gli immigrati, i richiedenti asilo, i rom. Le destra scegli i più vulnerabili,
i più deboli da biasimare per la crisi del loro sistema economico. Nella
disoccupazione di massa le persone diventano infelice e hanno bisogno di
qualcosa contro cui lottare. Gli ebrei vennero presi di prima negli anni ’30, e
gli vennero fatte cose terribili. Oggi sono gli immigrati, i disoccupati… In
Gran Bretagna abbiamo un pessimo sistema mediatico che biasima coloro che non
hanno lavoro per la loro disoccupazione mentre, ovviamente, non ci sono
possibilità di lavoro.
Come possiamo rispondere a questo quando la
stessa gente controlla stampa, capitali e politica? Come possiamo, noi, società
civile, senza accesso alla stampa dei principali media, sfidare e sconfiggere
questa ideologia?
Bella domanda. Alla fine non c’è alcuna casa in cui
rifugiarsi se non la politica. Bisogna fare un’analisi della situazione ed
organizzare la Resistenza. Come sia da organizzare è sempre un bella questione.
Bisogna sconfiggere qualsiasi attacco sul campo e stare in solidarietà dalla
parte di coloro che sono sotto attacco. Bisogna anche organizzare partiti
politici. Il problema è che abbiamo partiti che hanno analisi false. Abbiamo i
partiti stalinisti della sinistra che hanno condotto per anni le gente dentro
un vicolo cieco, abbiamo i socialisti democratici che vogliono che la gente
pensi che dobbiamo lavorare all’interno del sistema, che possiamo riformarlo,
che possiamo farlo funzionare. Il che ovviamente è una fantasia, non funzionerà
mai. La domanda è quale politica? Le persone sono quotidianamente in difficoltà
con tutto ciò…
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