Maria
De Madeiros, bravissima attrice portoghese, gira il suo primo film. “Capitani
d’aprile”, sulla Rivoluzione dei garofani. Protagonista è Stefano Accorsi, che
interpreta Salgueiro Maia.
Per
la maggior parte della critica cinematografica un film sulla sufficienza, per me
molto di più, a tratti epico, c’è la storia vera di Salgueiro Maia, uno di
quegli uomini che per una volta non mi fanno vergognare di appartenere al
genere umano.
Guardate
il film, se vi è sfuggito, conoscerete la storia di un Cincinnato del Novecento,
e non lo dimenticherete mai più (e qualcuno conoscerà anche Josè Afonso) - franz
Nei primi anni
Settanta (e, più precisamente, nel 1974) giovane capitano incaricato dell'addestramento dei
sottufficiali presso la "Escola Prática de Cavalaria" di Santarém, fu informato dei piani del Movimento delle Forze Armate per abbattere il regime autoritario
dell'Estado Novo che governava il Portogallo da mezzo secolo.
Al momento del
segnale convenuto per l'avvio delle operazioni (la canzone di José Afonso proibita dal regime Grândola vila morena, trasmessa alla
radio), prese le armi insieme ai suoi cadetti e si unì alle forze ribelli
dell'MFA dopo aver arrestato i propri superiori.
In seguito si
diresse verso Lisbona e qui prima pose sotto assedio le sedi
istituzionali nel quartiere Terreiro do Paço, poi su ordine del comando
dell'MFA, il quartier generale della Guarda Nacional Republicana a Carmo, dove si trovavano
il presidente del ConsiglioMarcelo
Caetano e altri alti
funzionari di regime.
È accreditato per
aver evitato spargimenti di sangue (le uniche vittime del colpo di
stato furono 4 civili
uccisi dalla polizia politica fedele al governo), riuscendo comunque a
convincere le forze lealiste a passare dalla parte dei ribelli e, infine,
ottenendo la resa di Caetano.
Dopo la
Rivoluzione Salgueiro Maia non volle assumere alcun incarico politico. Nel 1981 fu promosso al grado di maggiore.
Adottò due
bambini. Nel 1989 gli fu diagnosticato un cancro che,
dopo una lunga sofferenza e diverse operazioni chirurgiche, lo portò alla morte
il 4 aprile 1992, a soli 48 anni di
età.
…La Revolución de los Claveles se
saldó, finalmente, con cuatro muertos, todos civiles (desde una ventana de la
sede de la PIDE alguien disparó con una ametralladora sobre la gente congregada
ante su puerta).
Me ha costado encontrar el nombre
de ese alférez, el hombre que no mató a Salgueiro Maia. Pero lo he hecho. Se
llamaba Fernando Sottomayor.
Qué bien habrían venido unos cuantos Sottomayores distribuidos por Argentina,
Uruguay, Chile, Brasil… y España. Gente que se pasara por el forro la
repugnante “obediencia debida” a sus mandos.
Que no se pierda de la memoria el
nombre de la gente que debe ser recordada. Que no se pierda. Nuestro concepto
de la civilización puede depender de ello.
Portogallo. Venti minuti dopo la mezzanotte che divide
il 24 dal 25 aprile del 1974 Radio Renascença Leite de Vansconcelos inizia a
trasmettere “Grandola vila morena”, una canzone del poeta Josè Afonso che parla
di Grandola, “terra di fraternità”. Il 25 aprile 1974, però, Grandola vila
morena non è solo una canzone sull’uguaglianza: è un inizio. Quelle note,
infatti, sono il segnale stabilito per dare il via ad una rivoluzione, forse la
più poetica di tutte. La rivoluzione dei garofani inizia così,
sulle note di una canzone, e si capisce già che sarà una rivoluzione diversa da
tutte le altre. All’alba le truppe della Escola Pratica de
Cavalaria lasciano Santarem e si dirigono verso Lisbona, dove ha sede il
governo di un regime dittatoriale che tiranneggia dal ’32. Alla radio intanto
una voce annuncia: «Le Forze Armate hanno scatenato una serie di azioni tese a
liberare il paese dal regime che da molto tempo lo domina… coscienti
d'interpretare i veri sentimenti della nazione… Viva il Portogallo!». Alla
guida dei soldati debella EPC c’è il capitano Fernando José Salgueiro Maia,
nato a Castelo de Vide l’1 luglio del 1944, entrato nell’Accademia Militare di
Lisbona nel 1964, ha combattuto durante le guerre coloniali di Angola, Guinea e
Mozambico e, come tutti i capitani della Revolução, ne è rimasto segnato dalle
atrocità. Maia e i militari dell’Escola occupano prima il “Terriero do Paço” e
poi il Quartier Generale Militare e Poliziesco del Carmo dove ha trovato
rifugio il primo ministro Marcelo Caetano. Il capitano intima la resa al
dittatore fascista. Dopo la trattativa Caetano viene scortato dallo stesso Maia
fino all’aereo con il quale sarà costretto al lasciare il Portogallo, mentre
per le strade si riversa una folla immensa che abbraccia i soldati che hanno
restituito la libertà al paese. A questo punto iniziano a
comparire i garofani sulle canne dei fucili, quasi a voler sottolineare il
carattere incruento della Revolução (“mettete i fiori nei vostri cannoni”
recitava un vecchio slogan che sembra passato di moda): niente vendette, niente
giustizia sommaria. I soli morti del 25 aprile furono tre dimostranti uccisi
dai proiettili della PIDE, la polizia segreta di Caetano. A Salgueiro Maia e
agli altri capitani bastò poco più di 17 ore per abbattere una delle dittature
più longeve d’Europa, il tutto senza spargere sangue. Dopo la
Revolução venne ristabilito l’ordine democratico, vennero abolite le misure
repressive, furono reintrodotte le libertà civili, si sciolse la PIDE e il
partito unico, si abolì la censura, si liberarono i prigionieri politici e si
dichiarò l’indipendenza totale delle colonie. Il capitano Maia, di cui è stato
detto che “era il migliore tra i migliori (i più coraggiosi e generosi)
ufficiali militari della Rivoluzione di aprile”, è morto nel
1992. A soli 48 anni, dopo aver chiesto inutilmente aiuto e
assistenza medica allo Stato, Salgueiro è stato stroncato dal cancro. I
libri di storia non lo citano e pochi ricordano il suo nome, forse perché
rifiutò tutte le cariche che gli furono offerte o forse perché qualcuno vuol
farci dimenticare che rivoluzione non è sinonimo di violenza.
Figlio di Francisco da Luz
Maia, ferroviere, e di Francisca Silvéria Salgueiro, Fernando José
Salgueiro Maia nasce l'1 luglio 1944 a Castelo de Vide. Frequenta la scuola
primaria a San Torcato, Coruche, e poi il Liceu Nacional di
Leiria, laureandosi infine presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali in
etnologia e antropologia.
Nel mese di ottobre 1964
entra all’Accademia Militare di Lisbona e due anni dopo è alla Scuola Pratica
di Cavalleria a Santarém. Nel 1968 è assegnato alla 9ª Compagnia di
Commandos e parte per il nord del Mozambico, mentre dal luglio 1970 è in
Guinea Bissau. La partecipazione alle vicende belliche coloniali gli vale la
promozione a capitano, ma quando nel 1973 ritorna all’EPC di Santarem ha ormai
maturato una profonda coscienza politica democratica antifascista e
anticolonialista.
E’ in questo periodo che
iniziano le riunioni clandestine del Movimento delle Forze Armate, e Salgueiro
Maia è nel Comitato di coordinamento del Movimento come Delegato della
Cavalleria. Dopo il 16 marzo 1974 e la fallita sollevazione di Caldas è, come
abbiamo già visto, il protagonista fra i protagonisti del 25 aprile portoghese
("il migliore tra i migliori” venne definito).
Dopo la rivoluzione è membro
attivo dell'assemblea del MFA e malgrado lo stesso MFA e molti partiti e
organizzazioni politiche, riconoscendone la sua sensibilità alle tematiche
sociali, il merito, l’intelligenza superiore ed un insolito coraggio e fedeltà,
gli chiedano di rivestire importanti incarichi pubblici o politici (come ad es.
far parte Conselho da Revolução, oppure fare il governatore
civile di Santarem o l’addetto militare in una ambasciata di sua scelta), Maia,
schivo di onori e riservato, riluttante a gettarsi nelle diatribe
partitiche, non accetta nessuna offerta preferendo rimanere a svolgere
semplicemente il suo compito di militare.
Solo il 25 novembre
1975 accetterà di venir posto al comando di un gruppo di carri alla diretta
dipendenza del Presidente della Repubblica Francisco da Costa Gomes.
E’ poi trasferito alle
Azzorre dalle quali torna nel 1979 per assumere il comando
del Presidio militare di Santa Margherita.
Nel 1981 è promosso a
maggiore e nel 1983 riceve la Grãn-Cruz da Ordem da Liberdade
Non sempre, fra l’alternarsi
dei governi a maggioranza moderata e quelli a maggioranza socialista, rimane
univoco e positivo il giudizio storico e politico sul 25 aprile portoghese e
sui suoi protagonisti, Salguero Maia lo scopre amaramente a sue spese quando,
malato di cancro, nel 1990 chiede inutilmente (al contrario due ex torturatori
della PIDE che invece lo avevano ricevuto!) sostegno medico allo Stato, in quel
momento governato dal moderato Aníbal António Cavaco Silva.
Muore a Santarém il 4 aprile
1992. Nello stesso anno riceve atitolo postumo il grado di Grande
Oficial da Ordem da Torre e Espada ed infine nel 2007 la medaglia
d'oro di Santarém.
La sua memoria rimane oggi viva nel ricordo di tutti i democratici
portoghesi fedeli al ricordo ed ai valori del 25 Aprile. Carlo Onofrio Gori
da qui
Avevo visto il post mesi fa, ma mi son sempre dimenticato di commentarlo...
RispondiEliminaSalguiero Maia dovrebbe, per la sinistra, far parte di quei personaggi "mitici", di quel pantheon fondamentale.
Condivido il tuo giudizio sul film: bello, a tratti epico. Così com'è stata la Rivoluzione dei garofani.
E di Zeca Alfonso mi piace molto anche "coro da primavera"
se ancora esistesse la sinistra :(
RispondiEliminae il grande Carlos Paredes, ti dice niente?
RispondiEliminaNo, ma ora me lo cerco...
Eliminapura bellezza :)
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