lunedì 7 aprile 2014

9 aprile 1936: nasce Ghassan Kanafani

tre mesi prima di Wael Abdel Zwaiter, assassinato a Roma,per rappresaglia, dal Mossad,  Ghassan Kanafani viene ammazzato a Beirut, per rappresaglia, dal Mossad.
aveva solo 36 anni e una testa bellissima, e perciò pericolosa.
diversi suoi libri sono stati tradotti in italiano, ma molti sono introvabili.
qui e qui e qui si possono leggere tre suoi libri.

da “Uomini sotto il sole”, di Ghassan Kanafani, Tewfik Saleh ha tratto un film, nel 1973, un gran bel che ho avuto la fortuna di vedere, un grande film, sembra proprio un film della scuola neorealista italiana. Un bianco e nero che racconta più storie che si incontrare per una morte terribile, quella che capita tutti i giorni ai confini del nostro paradiso.

Ghassan Kanafani, (Acri, 9 aprile 1936 - Beirut, 8 luglio 1972) intellettuale, scrittore e giornalista palestinese, ha vissuto una vicenda umana paradigmatica di quella del suo popolo. Nato ad Acri nel 1936 da una famiglia della borghesia araba, nel 1948, alla proclamazione dello Stato di Israele, subì le stesse vicissitudini di migliaia di connazionali. Rifugiatosi in un primo tempo in Libano con la famiglia, si trasferì più tardi in Siria. Nel 1953, a Damasco, frequentò l'Università, pubblicò i primi racconti e lavorò come insegnante per l’UNRWA ( United Nations Relief and Works Agency), l'agenzia ONU per l'aiuto ai profughi. In questo periodo conobbe George Habash, leader del Movimento Nazionalista Arabo, successivamente fondatore del Movimento Popolare di Liberazione palestinese. Nel 1956 si trasferì in Kuwait per insegnare disegno. Nel 1960 si stabilì a Beirut, dove intraprese una brillante carriera giornalistica e politica che culminò, nel 1969, con la direzione di al-Hadaf (L'Obiettivo), organo ufficiale del FPLP. Nel 1961, anno del suo matrimonio con l'insegnante danese Anni, pubblicò il romanzo breve "Uomini sotto il sole", storia sempre attuale di tre clandestini palestinesi che, nascosti in un'autocisterna nel tentativo disperato di emigrare nel ricco Kuwait, vi moriranno asfissiati sotto il sole del deserto. Questo romanzo fece dell'ancor molto giovane Kanafani il modello intellettuale di tutta una generazione, considerato dalla critica araba e occidentale uno dei massimi scrittori arabi contemporanei. Fu assassinato nel 1972, a Beirut, con un ordigno esplosivo, insieme alla nipote sedicenne Lamis. L'opinione più diffusa sostiene che si sia trattato di una ritorsione del Mossad contro un attentato terroristico in Israele, attribuito al FPLP, di cui Kanafani era portavoce.

Jaffa: la terra delle arance - Ghassan Kanafani

Quando fummo costretti a lasciare Jaffa per Akka, non avvertivamo alcun senso di tragedia. Era come andare a trascorrere le vacanze in un'altra citta'. Le nostre giornate ad Akka non erano insolite: forse e' che, essendo giovane, provavo gioia per tutto quello che serviva a tenermi lontano da scuola... Poi, la notte del terribile attacco ad Akka, tutto divenne piu' chiaro. Fu, credo, una notte crudele, trascorsa tra il silenzio austero degli uomini ed il pianto delle donne. I miei compagni, tu ed io, eravamo troppo piccoli per capire cio' che stava accadendo. Pero', da quella notte, certe cose cominciarono a delinearsi piu' chiaramente di fronte ai nostri occhi. La mattina successiva - gli ebrei si erano ritirati dopo aver minacciato e fulminato - vidi un grosso camion che ci attendeva alla porta di casa. Piccole cose di casa, leggere, come materassi e coperte, venivano stipati all'interno, istericamente.
Mentre ero in piedi, appoggiato con la schiena all'antico muro della nostra casa, vidi tua madre entrare nel camion, poi tua zia, poi i piu' piccoli; infine tuo padre comincio' a caricare te ed i tuoi fratelli nella macchina, al di sopra dei bagagli. Poi mi prese dall'angolo in cui mi ero cacciato e, portandomi a cavalcioni sulle spalle, mi sistemo' nella gabbia di ferro della cabina guida, dove mio fratello Riad sedeva tranquillo. Il veicolo parti' prima che potessi trovare una posizione comoda. Akka spariva poco a poco tra le pendici delle colline che delimitavano la strada che portava a Ras al-Naqura (Libano).
Sembrava tutto avvolto nella nebbia, ed un senso di gelo comincio' a piantarsi all'interno del mio corpo. Riad, con la schiena poggiata sui bagagli e le gambe che penzolavano dal bordo della cabina di metallo, sedeva con solennita', mirando in lontananza. Io stavo zitto, con le guance strette tra le ginocchia, e le braccia avvolte attorno ad esse. Uno dopo l'altro, sparivano i giardini delle arance: da lontano gli spari ci sembravano saluti di addio.
Ras al-Naqura apparve all'orizzonte, avvolta da una nebbia bluastra. Il veicolo si fermo' all'improvviso. Le donne scesero e si fermarono presso un venditore di arance seduto al ciglio della strada. Mentre esse tornavano, con le arance tra le mani, le sentivamo singhiozzare. Solo in quel momento le arance mi apparvero oggetti cari e preziosi, ed ognuno di quei frutti tondi e puliti divenne qualcosa di cui rallegrarsi. Tuo padre, seduto a fianco dell'autista, prese un'arancia, la fisso' in silenzio, poi inizio' a piangere come un bambino indifeso.
A Ras al-Naqura il nostro veicolo si fermo' vicino ad altri veicoli simili. Gli uomini cominciarono a consegnare le loro armi ai poliziotti che erano li' apposta. Poi venne il nostro turno. Vidi pistole e fucili gettati su un lungo tavolo, vidi la fila di veicoli entrati in Libano: tutti avevano lasciato dietro di se' le tortuose strade della terra delle arance, ed allora anch'io cominciai a piangere amaramente. Tua madre fissava ancora le arance, in silenzio, e nei suoi occhi brillavano tutti gli alberi d'arance che tuo padre aveva dovuto lasciare agli ebrei. Era come se tutti quegli alberi, lindi e sottili, potesse vederli sul suo volto come in uno specchio. E negli occhi di tuo padre, senza che egli potesse evitare di nasconderle all'ufficiale della stazione di polizia, brillavano le lacrime.
Quel pomeriggio raggiungemmo Sidone: eravamo diventati profughi.
da qui



John Berger legge “Letter From Gaza”, di Ghassan Kanafani (qui il testo)

Nessun commento:

Posta un commento