domenica 16 giugno 2024

Il terrore e la tenerezza

Una mostra straordinaria, e racconti, testimonianze e resistenze dei bambini palestinesi sotto il terrore israeliano

Jeremy Lester e Claun Il Pimpa (in collegamento) all’ASCE

 

Lo scorso sabato 8 giugno al Centro ASCE di Selargius (Cagliari), all’interno di uno degli appuntamenti mensili col “Mercato contadino[i]”, si è svolto un incontro/dibattito attorno al dramma incommensurabile dei bambini in zona di guerra. In particolare, oggi, sull’osceno, deliberato, massacro dei bambini di Gaza[ii].

L’occasione è stata l’esposizione della mostra “Liberando l’immaginazione : Palestina 2023 – 2048”, dei disegni di bambini palestinesi del campo profughi Dheisheh, nei presi di Betlemme (wiki)

Lester e la sua mostra all’Asce

Disegni realizzati a conclusione di un progetto di arteterapia portato avanti fra dicembre 2023 e gennaio 2024 dal professor Jeremy Lester, che lo ha raccontato e illustrato. La mostra è stata presentata per la prima volta a Bologna (vedi qui in Bottega) lo scorso marzo[iii] e, grazie a Gian Luigi Deiana con l’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza e COBAS Scuola Sardegna, è stata portata in Sardegna: a Oristano, Ghilarza e, appunto, a Selargius.

Deiana, Lester, Medda, Altieri

Oltre la testimonianza di Jeremy e della sua esperienza nel campo profughi di Dheisheh, sabato 8 sono state raccontate due altre storie lavoro coi minori in Palestina: quella di Marco Rodari-Claun Il Pimpa, che ha vissuto a lungo a Gaza ed era lì nell’estate del 2014, durante l’attacco israeliano detto  “Margine di protezione” (la disgustosa mania di dare dei nomi che dovrebbero rendere familiari i massacri), e dove mantiene amicizie e contatti coi clown della Gaza Circus School, che ha contribuito a fondare; e quella del Centro psico-pedagogico “La Casa dei Girasoli[iv] di Quartu Sant’Elena, e del progetto “Territori Uniti 2023 – Sostegno ai centri per i diversamente abili nelle città di Yatta, Samou e Idhna”, raccontato dai Daniele Altieri e Ausilia Medda.

La mostra Liberando l’immaginazione sarà esposta in Scozia il prossimo settembre (a Glasgow e a Inverness), mentre in ottobre sarà portata in Grecia e in Turchia. Dopo sarà eventualmente a disposizione per essere mostrata, magari all’interno delle scuole. A Ghilarza i disegni sono stati esposti e raccontati in una scuola (presso l’IIS Mariano IV D’Arborea) suscitando un grande interesse da parte dei ragazzi. Anche per questo si sta pensando alla possibilità rendere la mostra disponibile anche in rete, in particolare per le scuole.

 

 

 

La Mostra

La raccontiamo con le parole dello stesso Lester e di Gian Luigi Deiana.

Liberando l’immaginazione

di Jeremy Lester

Esposizione dei disegni realizzati da bambini palestinesi tra il mese di dicembre 2023 e gennaio 2024.

“Per diverse settimane ho vissuto e lavorato in un campo profughi (Dheisheh), situato alla periferia della città di Betlemme. Quest’ultima collaborazione fa seguito a molti anni di lavoro in vari campi profughi in diversi paesi. In qualità di terapista psicologico specializzato con particolare attenzione alle situazioni dei rifugiati, quest’ultimo lavoro a Dheisheh mirava ad aiutare e sostenere i giovani che vivono nel campo.

 

 

 

Gli psicologi professionisti e accademici sostengono quasi sempre che la stragrande maggioranza dei bambini e dei giovani che sperimentano direttamente la vita dei rifugiati perdono quella capacità infantile “normale” di forme di immaginazione positive e creative. A causa di tutti i terribili orrori, le atrocità e le condizioni a cui sono stati sottoposti, semplicemente non riescono a immaginare un futuro che sia in alcun modo positivo. Per citare la prospettiva di uno di questi studi, ripetuta alla lettera in quasi tutti gli altri studi: “Osservare i bambini rifugiati mentre giocano è piuttosto interessante: i giochi sono più un’imitazione di ciò che vedono nella loro vita, piuttosto che una creazione della mente, dove le fantasie e i sogni possono sbocciare. Nel valutare la situazione, è stato piuttosto sorprendente vedere quanto fosse scarsa la loro capacità di proiettarsi in qualsiasi tipo di futuro.”

In breve, l’innocenza della loro infanzia è stata espropriata e di fatto distrutta. In effetti, è quasi come se la capacità della loro immaginazione fosse stata generata e distrutta. Invece di sogni positivi sul futuro, tutto ciò che hanno sono incubi terrificanti del passato e del presente, che vengono rivissuti più e più volte nella mente.

Come potenziale segno di questo fenomeno, molti bambini e ragazzi hanno preparato lettere di addio ai loro familiari e ai loro cari nella piena consapevolezza che ogni volta che si verifica un raid delle forze militari israeliane rischiano di essere uccisi. […]

Ciò che mi è stato quindi chiesto di fare a Dheisheh è stato di lavorare con un gruppo di giovani con l’obiettivo di cercare di ‘liberare’ la loro immaginazione dal pantano degli incubi di cui tutti soffrivano. L’approccio che ho adottato per questo compito è stato una forma di arteterapia.

Durante il periodo della mia permanenza, ho lavorato a stretto contatto con la principale organizzazione educativa del campo – LAYLAC – Centro d’Azione Palestinese per la Gioventù per lo Sviluppo Comunitario. La sua filosofia guida deriva da due scuole di pensiero: l’approccio alternativo/popolare all’istruzione e forme innovative e creative di servizio sociale.

Nelle settimane che ho trascorso con loro, li ho incoraggiati con successo a parlare degli orrori che avevano vissuto o a cui avevano assistito, dei loro incubi e della loro vita quotidiana nel campo. Partendo da queste basi, ho poi ideato modi in cui la loro immaginazione per un diverso tipo di vita potesse essere libera di perseguire percorsi molto più costruttivi e pieni di speranza. Il risultato finale di tutta questa collaborazione sono stati due quadri disegnati o dipinti da ciascun giovane. Il primo lavoro mirava a rappresentare o simboleggiare le loro vite e la loro condizione oggi. Inevitabilmente tutte queste prime rappresentazioni artistiche mostravano qualcosa di molto negativo. Per il secondo disegno, invece, sono stati incoraggiati a rappresentare o simboleggiare le loro speranze, sogni e desideri per una vita migliore nel futuro, non solo per sé stessi come futuri adulti, ma anche per i propri figli.

Sono state realizzate diverse bozze di ciascun disegno/dipinto e quando sono stati pronti per produrre le immagini finali, sono stati forniti fogli di carta artistica A3 di alta qualità. Anche se inevitabilmente alcuni disegni/dipinti sono piuttosto ingenui, molti di essi sono di notevole qualità artistica per ragazzi così giovani.

Tutto il tempo che ho trascorso con questi giovani è stata davvero un’esperienza che ha sollevato lo spirito. Dal punto di vista esterno, il campo potrebbe sembrare poco più di uno ‘slum’ grigio, squallido e disseminato di spazzatura, dove sicuramente nessuna felicità o contentezza potrebbe sopravvivere. Ma come il poeta irlandese W.B. Yeats, ha giustamente sottolinea: “Se guardi nel buio abbastanza a lungo, c’è sempre qualcosa lì”. O come ha acutamente osservato il mio grande amico e scrittore di fama internazionale John Berger: “… dalla spazzatura, dalle piume sparse, dalle ceneri e dai corpi spezzati, forse nascerà qualcosa di nuovo e bello”. In breve, una volta che si penetra all’interno, nel cuore della comunità, allora si scopre e si sente immediatamente il calore e il potere purificatore e curativo del vero spirito comunitario e della solidarietà.”

L’artista palestinese di Dheisheh Ahmed Hmeedat, i giorni scorsi ha mandato all’amico Jeremy un suo ritratto, accompagnato da queste parole: “Quando le persone lasciavano la Palestina dopo il 7 ottobre, tu, Jeremy, hai scelto di venire nonostante i rischi. Ti ringraziamo per tutto quello che hai fatto qui con noi.

Ritratto di Jeremy, di Hamed Hmeedat

 

il ritratto di Jeremy sulla pagina Instagram di Ahmed

https://www.instagram.com/ahmedhmeedat/

Il terrore e la tenerezza: cielo e terra a Betlemme

di Gian Luigi Deiana

La crudeltà del rapporto tra la guerra e i bambini è comunemente intuibile, ma sostanzialmente trascurata: la percezione ne è effimera e rifugge dal pensiero riflesso; e del resto i bambini non rientrano nella vera contabilità della guerra: non hanno titolo a risarcimento, non hanno accesso alla diplomazia, e non hanno alcun peso nei libri di storia: loro malgrado, essi sono solo gli angeli inviati dal destino nell’inferno, quello in cui si sono trasformate le loro culle, i loro banchi di scuola e le loro strade.

Grazie a qualche fotografia, meravigliosa e rara, abbiamo imparato a conservare una memoria dei bambini delle riserve indiane, dei bambini delle deportazioni, della bambina vietnamita in fuga dal napalm, e di molti altri luoghi di catastrofe: ma solo una memoria fugace, che non abbiamo mai trasmesso ad altri, e che anche quando riportata sui libri, letteralmente, “non fa testo”.

Ma la guerra di Gaza, oggi in corso, è forse qualcosa di più: essa, forse per la prima volta, comincia a essere percepita come una guerra contro i bambini: “contro i bambini”, nella sua essenza. Pure, la percezione non è pensiero, non è riflessione, non è argomento, non è discorso: perché i suoi protagonisti sono sempre angeli muti; e allora, in questo loro mondo “indicibile”, come farli parlare?

Jeremy Lester, un vecchio professore inglese da anni impegnato in vari campi profughi del calvario mediorientale, nel contesto della tragedia palestinese oggi in corso si è dedicato a questa missione: convincere gli angeli a disegnare, per esprimere con immagini l’inesprimibile.

Ma come poter tradurre in immagine il caos del mondo in pezzi? Della casa sfracellata, del fratello mutilato, dei mattoni spezzati, della madre morta…? Come poter confidare di nuovo in una “trama”, una tessitura che possa dirsi propriamente umana? Jeremy ha proposto una condizione elementare, ovvero ancorare ‘due’ immagini su un ‘legame’: “come vedi il tuo mondo oggi, e come desideri il tuo mondo domani?”.

Se due immagini possono fare un legame, e dieci bambini possono fare ciascuno due immagini, il legame diventa già un argomento: si può radicare nel suolo, per quanto questo sia cosparso di macerie, e si può radicare nell’anima, per quanto questa sia ammutolita e persa; è una traccia che parla: l’angelo la esprime, e io, tu, lui e altri possiamo leggerla e conservarla.

Non è una stella cometa in un cielo di presepe: è una traccia in terra, segnata dai bambini del campo profughi di Deisheh, a Betlemme.

Jeremy Lester

Jeremy Lester è stato per circa trent’anni professore di filosofia e scienze politiche in Inghilterra, all’università di Reading. Per ragioni di famiglia e di lavoro risiede tra Bologna e Parigi. ‘Visiting Professor’ presso l’Università Ca’Foscari di Venezia, l’École des Hautes Études Internationales et Politiques a Parigi e l’Università degli studi Roma Tre.

Jeremy Lester

Autore di opere di argomento culturale, filosofico e politico, grande amante della Sardegna e studioso di Gramsci. Autore di opere di argomento culturale, filosofico e politico, ha già pubblicato Modern Tsars and Princes: The Struggle for Hegemony in Russia (Verso, 1995), The Dialogue of Negation: Debates on Hegemony in Russia and the West (Pluto Press, 2000) e, per i tipi di Verba Volant, Six Characters in Search of a Dialogue (2007), Stones of Resistance: A Tribute to Antonio Gramsci (2008), Unframed Pictures: Radical Tales from Latin America (2008), Que Viva Oaxaca! (2010), In Search of Caliban and the ‘Red Plague’: A Journey Through Latin America (2012), Spogliateci tutti Ignudi (2015).

Approfondimenti

Per chi volesse approfondire riportiamo anche due schede su Claun Il Pimpa (in Bottega ne abbiamo parlato  qui QUI e  e QUI);

e sul progetto Territori Uniti 2023.  patto-di-amicizia-tra-quartu-e-3-comuni-palestinesi     CentroPedagogico

Marco Rodari-Claun Il Pimpa e la Gaza Circus School

Clown Aloosh a Gaza

https://www.facebook.com/aloo300

Aloosh e Maroosh sono due clown della Gaza Circus School, una scuola di  clownerie e la giocoleria che, anche in questi terribili mesi di conflitto è riuscita a operare nella Striscia di Gaza, cercando di alleviare le sofferenze delle bambine e dei bambini di Gaza. Spostandosi al seguito del continuo esodo provocato dai dai bombardamenti israeliani e operando fra le macerie di scuole, ospedali e strutture di assistenza, anche grazie al coordinamento del CISS Cooperazione Internazionale Sud Sud, questi straordinari “operatori del sorriso”  cercano di portare qualche momento di fuga dal terrore continuo degli attacchi alla popolazione civile, che ha già visto un numero inaudito di bambini morti, feriti e mutilati.

Il Pimpa a Gaza nel 2014

Marco Rodari è l’operatore lombardo che ha contribuito a creare la Gaza Circus School, continua a tenere i contatti e continua a supportare i clown Aloosh, Maroosh e gli altri che son riusciti con coraggio a operare sotto le bombe. Marco Rodari era a Gaza nell’estate del 2014, ed ha vissuto in prima persone i quasi due mesi di bombardamenti israeliani che provocarono migliaia di vittime, fra cui quasi 600 bambine e bambini.

Rodari ha fondato nel 2015 l’associazione “Per far sorridere il cielo” e, nel 2023, è stato insignito da Mattarella del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito proprio per la sua attività nei teatri di guerra.

“Territori Uniti 2023 – Sostegno ai centri per i diversamente abili nelle città di Yatta, Samou e Idhna”.

Lo scorso mese di aprile, per una decina di giorni, il Centro psico-pedagogico “La Casa dei Girasoli” , in collaborazione con l’Associazione SpazioAcca Aps , , hanno tenuto a Quartu Sant’Elena un training avanzato per le operatrici e gli operatori delle città palestinesi di Yatta, Samou e Idhna in Cisgiordania.

Il training è parte di un progetto di cooperazione internazionale finanziato dalla Regione Sardegna e dal Comune di Quartu, con alcune municipalità del distretto di Hebron in Cisgiordania, “impegnate a fare rete e rafforzare le proprie competenze per la gestione delle disabilità legate ai disturbi dello spettro autistico”.

Gli operatori e le operatrici sono stati impegnati nell’apprendimento di tecniche per la gestione dei giovanissimi e dei giovani adulti con disabilità, attraverso seminari e laboratori orientati allo sviluppo delle capacità motorie, cognitive e comportamentali in ambiti sociali allargati e nel contesto scolastico, (…) anche con momenti di apprendimento frontale con primari specialisti della materia sia in presenza che in videoconferenza.

NOTE

[i] Il Mercato Contadino al Centro Asce si svolge la seconda domenica del mese (il sabato pomeriggio nei mesi estivi) al Centro ASCE sulla SS 387 al km 8’00 (Monserrato-Dolianova), prevede oltre all’esposizione di prodotti agricoli a km zero anche un pranzo sociale, l’organizzazione di presentazione di libri e dibattiti, spettacoli musicali e teatrali.

[ii] Bambini presi di mira deliberatamente dall’esercito israeliano, come ha affermato Marco Rodari -Claun Il Pimpa, proprio allo scopo di convincere la popolazione a fuggire da luoghi in cui appariva evidentemente non poter garantire la sicurezza dei bambini, in una fuga infinita e senza via di scampo.

[iii] In rete è possibile vedere la presentazione che ne fu fatta al Circolo della Pace al Pratello a Bologna, con la partecipazione di Bifo, Alberto Masala, Carlo Rovelli e Giuseppe Palumbo        https://www.youtube.com/watch?v=9hRVQHT68WI

[iv] https://www.spazioacca.org/associazione/


da qui

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