Il GCAP è un’iniziativa congiunta tra Italia, Giappone e Regno Unito per sviluppare un caccia multiruolo stealth di sesta generazione, chiamato Tempest. L’Italia ha previsto una spesa iniziale di 6 miliardi di euro. Prosciugherà i fondi per la lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
Lettera
collettiva
Fonte: Il
Manifesto
https://ilmanifesto.it/lettere/no-al-gcap-si-alla-transizione-ecologica
La nostra
lotta come movimento pacifista è tanto più efficace quanto più siamo in grado
di essere proattivi, ossia capaci di intervenire con tempismo, “prima” che la
questione divenga troppo difficile da gestire. Dobbiamo essere pertanto
proattivi sul GCAP, il caccia di sesta generazione targato Italia, RegnoUnito e
Giappone. La lotta al programma GCAP (Global Combat Air Programme) è
l’obiettivo da portare avanti adesso, non domani o dopodomani. Non c’è tempo da
perdere. Non abbiamo ancora finito di pagare l’F35 che già ci vogliono far
pagare questo nuovo caccia di sesta generazione sfruttando il clima di guerra e
la paura che la Russia attacchi l’Europa.
Il GCAP è
un’iniziativa congiunta tra Italia, Giappone e Regno Unito per sviluppare un
caccia multiruolo stealth di sesta generazione, chiamato Tempest. Il progetto
prevede la collaborazione tra le industrie nazionali di difesa, tra cui
Leonardo per l’Italia, BAE Systems per il Regno Unito e Mitsubishi per il
Giappone. L’obiettivo è realizzare il successore dell’Eurofighter Typhoon, che
dovrebbe entrare in servizio nel 2035.
Il caccia
Tempest sarà dotato di tecnologie avanzate, come missili ipersonici, modalità
drone e intelligenza artificiale. Sarà in grado di operare in modo autonomo o
in coordinamento con altri velivoli e droni, formando un sistema di sistemi.
Sarà anche progettato per ridurre al minimo la sua tracciabilità da parte dei
radar e dei sensori infrarossi.
I costi del
programma GCAP sono ancora incerti, ma si stima che richiederanno un investimento
di decine di miliardi di euro da parte dei tre paesi coinvolti. L’Italia ha
previsto una spesa iniziale di 6 miliardi di euro per le fasi
di valutazione, analisi, progetto preliminare e sviluppo
Va chiarito
che questo nuovo programma si realizzerebbe mentre l’Italia continua a spendere
denaro pubblico per l’evoluzione tecnologica degli Eurofighter e per l’acquisto
degli F35 (a oggi quelli già in dotazione sono un terzo dei 90 previsti). E va
sottolineato che i 6 miliardi d’investimento per i Tempest da parte dell’Italia
riguardano le prime fasi e non la produzione/acquisto.
Da parte sua
il Regno Unito ha stanziato 2 miliardi di sterline, ma il costo finale potrebbe
arrivare a 25 miliardi di sterline.
Il Giappone
non ha ancora comunicato i suoi piani di finanziamento.
Queste nuove
spese belliche sono una follia, soprattutto in un momento di crisi economica,
sociale e sanitaria, in cui le risorse pubbliche dovrebbero essere destinate a
tutelare la salute, l’istruzione, la cultura, il lavoro, la giustizia sociale e
la pace. Il GCAP non solo rappresenta una minaccia per la sicurezza globale,
alimentando una nuova corsa agli armamenti e una logica di confronto e
aggressione, ma anche per l’ambiente, prosciugato i fondi per la lotta
all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
Occorre
creare un’alleanza fra movimento pacifista e movimento ambientalista indicando
nelle risorse del GCAP (da cancellare e riconvertire) la leva del finanziamento
nel campo della bonifica dei siti inquinati e della riconversione ecologica. Il
GCAP costituisce un’ipoteca sul futuro del bilancio italiano. Dobbiamo saper
dire: voi che riuscite a trovare i fondi per il caccia di sesta generazione e
per il GCAP adesso non avete più alibi quando li lesinate per la tutela
ambientale. Quei fondi vanno riconvertiti per fini di transizione ecologica.
Per dare nuova occupazione ai lavoratori delle aziende in crisi come l’Ilva.
Una alleanza fra lavoratori, pacifisti ed ecologisti: questo dovrebbe essere il
nostro obiettivo strategico.
Non possiamo
accettare che il nostro paese sia coinvolto in un progetto bellico e
dispendioso, che va contro gli interessi della maggioranza della popolazione.
Dobbiamo difendere i principi della Costituzione italiana, che impegna l’Italia
a ripudiare la guerra. Occorre inoltre promuovere la cooperazione
internazionale. Dobbiamo bloccare la corsa al riarmo che è solo l’anticamera di
un pericoloso confronto militare sempre più ravvicinato con la Russia e con la
Cina.
A proposito
della Cina: il governo Meloni prevede esercitazioni militari della flotta
italiana nell’Indo-Pacifico. Davanti alle isole giapponesi contese con la Cina.
Davanti alle coste cinesi l’Italia sarà presente con gli F35 italiani e la
portaerei Cavour. Se la Cina facesse la stessa cosa davanti alle coste italiane
grideremmo alla provocazione. E invece la provocazione la stiamo organizzando
noi, su istigazione degli Stati Uniti. Mai avevamo organizzato una
esercitazione militare fuori dal perimetro di competenza della Nato. Oggi sta
avvenendo l’impensabile, l’inusitato. Chiediamo ai partiti fedeli alla
Costituzione di far sentire la propria voce. Chiediamo al Parlamento di
riprendere il controllo della spesa pubblica e di far uscire l’Italia dal
programma GCAP prima che sia troppo tardi e che gli impegni firmati leghino
mani e piedi la nostra nazione a un progetto dispendioso e proiettato verso la
guerra.
Invece
occorre investire i fondi del GCAP in politiche sociali ed ecologiche, che
siano davvero utili per il bene comune e per il futuro della nostra società.
Gianni
Alioti
Marinella Correggia
Franco Dinelli
Gabriella Falcicchio
Domenico Gallo
Alessandro Marescotti
Massimo Moretti
Valeria Monno
Elio Pagani
Domenico Palermo
Enrico Peyretti
Alex Zanotelli
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