venerdì 1 agosto 2014

Tra i feriti di Gaza… - Abuna Mario

“Come è possibile tutto questo? Questi non sono uomini…sono degli animali”. Con gli occhi gonfi Mamoun mi si getta al collo ed inizia a piangere. Cerco di consolarlo e di consolarmi. Lo stringo forte e sussurro al suo orecchio le uniche parole che in quel momento mi sono venute dal cuore: “ Non dobbiamo diventare come loro. Non possiamo diventare disumani in questo modo. Dobbiamo difendere la nostra umanità”. Mi ha dato pace sentire quelle parole che non erano dirette solo a Mamoun ma era lo Spirito Santo che le diceva anche per me e ringrazio Dio perchè ancora mi permette di “resistere” e di restare umano nonostante tutto. Forse è merito anche del claun/mago Pimpa con cui in questi giorni ci siamo trasferiti in pianta quasi stabile all’Ospedale Francese di Gerusalemme. E’ passata oramai una settimana dall’arrivo dei primi pazienti. Ricordo benissimo quel primo giorno quando siamo arrivati e siamo rimasti scioccati dalla devastazione di alcuni feriti…carni bruciate e squarci impressionanti. Ma il buon Dio ci ha aiutato ed ecco che nei successivi giorni mi sono ritrovato a fare l’assistente claun per riportare il sorriso nel volto dei bambini ricoverati. Grazie al Cielo ce l’abbiamo fatta. Il Pimpa oramai è divenuto un personaggio al punto che appena mi vedono i piccoli, prima ancora di salutare, mi domandano “When Pimpa?” che significa “ Dov’è il Pimpa?”. Tutti lo cercano perchè nell’orrore e nel dolore dei corridoi dell’Ospedale, l’allegria e le magie del Pimpa hanno riportato un sorriso nel volto di tutti, piccoli e grandi.
Oggi uno di loro è partito. Non ho fatto in tempo a salutarlo, non sono riuscito a rivedere il bel sorriso sdentato di Mohamed su quel faccione scuro scuro. Me lo ricordo ancora quando una settimana fa, in pochi attimi quel sorriso si è trasformato in una smorfia di dolore perchè lo squarcio sulla pancia causato da chissà cosa non gli permetteva di ridere troppo. E’ partito non per il paradiso, dove in questi giorni sono volati in tanti, ma per l’inferno. Non può restare a Gerusalemme e nemmeno venire a Betlemme. Deve rientrare laggiù dove il Male è scatenato ed è diventato incontenibile. Oggi ho pregato per lui…chissà forse non ci rivedremo più ma in questi giorni credo che abbia capito che fuori dal campo di concentramento di Gaza gli esseri umani non sono tutti così cattivi e insensibili al dolore dei loro fratelli. Auguri Mohamed, nel buio delle tenebre della Striscia, se per un attimo avrai paura, chiudi gli occhi e pensa al Pimpa. Shater…mis shater!!!!!

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