giovedì 9 agosto 2012

Compostela, cammino di morte - Maurizio Chierici


Due anni fa un ragazzo è affogato in mare, poche righe frettolose, ma da due anni nessuno spiega perché. E per non turbare un turismo speciale: i morti si moltiplicano lungo il cammino di Santiago de Compostela. Sentieri con trappole non segnalate nella traversata dei Pirenei. E la spiaggia fatale di Finisterre, pellegrinaggio che arriva all’oceano.
Un blog col nome del ragazzo ne ricorda il dramma: Giulio Recusani. Giovanna e Angelo Recusani stanno per pubblicare i documenti del figlio perduto, aveva 25 anni. Vogliono mettere in guardiapellegrini inconsapevoli in marcia dove i pericoli vengono nascosti per non sgonfiare gli affari. Giulio era partito dopo il suicidio di un amico, uno dei 1500 viandanti in cammino solitario nella speranza di sciogliere l’angoscia non risolta. Duecentomila all’anno: religiosi, laici, folle esoteriche ipnotizzate da Paulo Coelho. Le strade della devozione scavalcano i Pirenei, si allargano in Spagna. L’invenzione della tomba di San Giacomo, morto in Palestina appena dopo Cristo, è di un vescovo medievale che ne “scopre” la tomba in Galizia; invenzione rinforzata dal sogno di un condottiero alla vigilia della battaglia contro l’emiro della dominazione araba. Gli appare san Giacomo. Promette di combattere al suo fianco. Nasce la leggenda di Santiago Matamoros, spada che taglia la testa agli infedeli. Statue e dipinti dell’orrore...

QUI il racconto dei genitori di Giulio Recusani

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