giovedì 24 dicembre 2015

Regole di ingaggio – William Langewiesche

Una storia che sembra una replica in sedicesimo del massacro di My Lai (qui, dove il grande futuro statista Colin Powell, all'epoca giovane Maggiore dell'Esercito, fu incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti". In seguito, la confutazione di Powell sarebbe stata chiamata un atto di "white-washing" (candeggiatura) delle notizie del massacro, e la questione avrebbe continuato a restare nascosta, senza la testardaggine di Seymour Hersh).
Dei soldati esasperati dalla guerriglia che colpisce e sparisce fa una strage di civili, ad Al-Haditha, in Iraq, nel novembre del 2005.
William Langewiesche aveva scritto la storia su Vanity  Fair, qui, un anno dopo i fatti.
E’ una storia di guerra, non si tratta di soldati pazzi, magari anche sì, ma è la guerra in sé che rende possibili queste stragi, che una volta scoperte portano alla condanna, una volta scoperte, se e quando.
Merita la lettura, sicuro – franz

qui una discussione interessante (o forse no), su Langewiesche, Saviano e cose varie.


Adelphi pubblica in volume un reportage che negli Usa ha fatto epoca: originariamente pubblicato sulle pagine del periodico Vanity Fair, il lungo e avvincente articolo dell'inviato William Langewiesche racconta uno degli episodi più infami dell'Operation Iraqi Freedom (a proposito, sapevate che originariamente l'invasione militare dell'Iraq del 2003 era stata battezzata dal Pentagono Operation Iraqi Liberation ma che il nome in codice è stato modificato in fretta e furia quando ci si è accorti che l'acronimo OIL, "petrolio", avrebbe causato - come minimo - l'ilarità generale?). Oltre a ripercorrere nei minimi dettagli col piglio delle grandi inchieste giornalistiche d'altri tempi i tragici eventi di quel maledetto 19 novembre 2005, il libricino (80 pagine da leggere tutte in una volta) analizza gli errori e le contraddizioni dell'approccio tattico-militare delle truppe Usa alla guerra irachena alla luce di questo e di altri fatti di sangue accaduti negli anni di occupazione. Il dibattito politico statunitense sulla questione-Iraq viene esposto, sbattuto sul tavolo autoptico con le sue lacerazioni in bella vista: "La destra sostiene che ogni accusa contro i militari è un attentato al patriottismo. La sinistra usa i soldati come simboli e pretesti nella sua lotta contro la guerra", accusa Langewiesche in una recente intervista. "Ora, se le due parti si sedessero un attimo a tavolino si renderebbero conto che le loro posizioni andrebbero cambiate, spostate di 180°. Se la destra vuole supportare Bush e la sua politica militare dovrebbe rifuggire da questo emozionalismo e dall'approccio troppo passivo e comprendere che un processo giusto e severo ai soldati che commettono crimini del genere potrebbe solo andare a favore degli Usa, senza mettere in discussione le scelte di politica estera. Alla sinistra che vuole quei soldati impiccati in pubblico sarebbe utile capire che forse non si tratta di criminali che vengono coperti da manovre occulte, ma che ciò che va messo al centro della discussione è lo svolgimento 'normale' della guerra". Postilla: il 18 settembre 2007 quattro dei marines coinvolti sono stati rinviati a giudizio con pesanti accuse: soprattutto il sergente Wuterich - l'unico che ha adottato una strategia di difesa processuale basata sull'assunto "Così deve agire un marine" - rischia l'ergastolo o addirittura la pena di morte per crimini di guerra.

Il libro di oggi è un gran bel libro, di William Langewiesche tra storie e reportage. Le regole di ingaggio sono quelle dei marines in Iraq, una storia vera, raccontata con una visione critica ma non sbracata, documentata e seria, narrativamente piuttosto coinvolgente, giornalisticamente prezioso… Una lettura veloce ma densissima e tragica, che può servire a comprendere le regole (o la mancanza di regole) della guerra ma che potrebbe essere anche un manualetto su  come si fa un reportage leggibile da tutti. La vicenda? Al-Haditha, Iraq, 25 novembre 2005. Per ritorsione contro un attentato subìto, una compagnia di marines, protetta da regole ambigue, massacra due famiglie di civili inermi. Imperdibile, le storie sono anche informazione.

Langewiesche penetra, in Regole d’ingaggio, nella sequenza di eventi che porta una compagnia di marines in Iraq a sterminare, il 19 novembre 2005 ad Al-Haditha, due famiglie di inermi civili. E di nuovo, a dispetto della distanza apparente tra il narratore e il narrato, siamo trascinati nel villaggio iraqeno, sentiamo il crepitare delle armi, le voci disperate dei familiari delle vittime. Siamo dentro la sconfitta della democrazia. Langewiesche è un descrittore di fenomeni: ma sa che ogni descrizione deve, per poter diventare oggetto reale, essere interpretata come sistema di segni e compresa come simbolo. Nel disporre i fenomeni davanti ai nostri occhi crea le condizioni perché il lettore svolga questo compito: ci trascina dentro la macchina pigra, e ci mette all’opera, proprio come faceva Michael Herr nel suo Vietnam, colto nel punto in cui gli oggetti reali si frantumano in schegge e ridiventano percetti, fenomeni la cui riconnessione è lasciata a noi (una lezione che Saviano ha metabolizzato negli anni in cui la sua scrittura da cronaca si faceva intelligenza dei fatti all’interno dei fatti stessi).,,
da qui

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