sabato 2 aprile 2016

Perché Obama e Cameron non dicono nulla dopo la peggiore sconfitta dell'ISIS in Siria? - Robert Fisk



La più grande sconfitta militare che l’Isis abbia sofferto da più di due anni. La riconquista di Palmira, la città romana dell’imperatrice Zenobia. E noi stiamo zitti. Sì, gente, i cattivi hanno vinto, vero? Altrimenti staremmo festeggiando, no?
Meno di una settimana dopo che le anime perse del “Califfato Islamico” hanno distrutto le vite di più di 30 esseri umani innocenti a Bruxelles, dovremo – o no? – battere le mani al più schiacciante rovescio militare della storia dell’Isis. Ma invece no. Mentre i neri maestri delle esecuzioni fuggivano da Palmira questo fine settimana, i signori Obama e Cameron sono rimasti zitti come la tomba cui l’Isis ha mandato così tante delle sue vittime. Colui che ha abbassato a mezz’asta la nostra bandiera nazionale in onore del decapitatore re dell’Arabia (mi sto riferendo a Dave, ovviamente) non ha detto una parola.
Come soleva dire il mio collega del Sunday Express, da tempo defunto, John Gordon, è una cosa che ti fa un tantino saltar su, vero? Ecco qui l’esercito siriano, appoggiato ovviamente dai russki di Vladimir Putin, che sbatte i buffoni dell’Isis fuori dalla città e noi non osiamo pronunciare una sola parola per dire: “Ben fatto”.
Quando Palmira è caduta l’anno scorso noi abbiamo predetto la caduta di Bashar al-Assad. Abbiamo ignorato, siamo rimasti zitti, la grande domanda dell’esercito siriano: “Perché, se gli statunitensi odiavano tanto l’Isis, non bombardavano i convogli suicidi che sfondavano le linee del fronte dell’esercito Siriano? Perché non attaccavano l’Isis?”
“Se gli statunitensi volevano distruggere l’Isis perché non li bombardavano quando li vedevano?” mi ha chiesto un generale dell’esercito siriano dopo la sconfitta dei suoi soldati. Suo figlio era rimasto ucciso nella difesa di Homs. I suoi uomini erano stati catturati e decapitati tra le rovine romane. L’ufficiale Siriano in capo nelle rovine siriane (di cui ci siamo interessati tanto, ricordate?) è stato anch’egli decapitato. L’Isis gli ha addirittura rimesso gli occhiali sulla testa decapitata, per gioco. E noi siamo rimasti zitti allora.
Putin lo ha notato, e ne ha parlato e ha accuratamente predetto la ripresa di Palmira. La sua aviazione ha attaccato l’Isis –cosa che non hanno fatto gli aerei statunitensi – prima della conquista da parte dell’esercito siriano. Non ho potuto fare a meno di sorridere quando ho letto che il comando statunitense aveva rivendicato due attacchi aerei contro l’Isis all’esterno di Palmira nei giorni precedente la sua riconquista da parte del regime. Questo ha davvero detto tutto quello che occorreva sapere riguardo alla “guerra al terrore” statunitense. Si voleva distruggere l’Isis, ma non poi tanto.
Dunque alla fine sono stati l’esercito siriano e i suoi amici Hezbollah dal Libano e gli iraniani e i russi che hanno cacciato gli assassini dell’Isis da Palmira e che possono – Dio ci salvi da un simile successo! – persino attaccare la ‘capitale’ siriana dell’Isis, Raqqa. Ho scritto molte volte che l’esercito siriano deciderà il futuro della Siria. Se riprenderà Raqqa – e Deir el-Zour, dove il fronte Nusrah ha distrutto la chiesa del genocidio armeno e ha gettato nelle strade le ossa delle vittime cristiane defunte nel 1915 – vi prometto che staremo zitti di nuovo.
Non si presume che stiamo distruggendo l’Isis? Scordatevelo. Quello è compito di Putin. E di Assad. Pregate per la pace, gente. E’ di questo che si tratta, no? E di Ginevra. Dove sta esattamente?

Da ZNetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/why-is-david-cameron-so-silent-on-the-recapture-of-palmyra-from-the-clutches-of-isis/
Originale: The Independent

traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

Nessun commento:

Posta un commento