Alla
fine è successo, la notizia è arrivata: per la prima volta un Paese
partecipante al progetto del cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter ha
deciso di fermarsi, di resettare la propria partecipazione. Si tratta del
Canada che, dopo diverse indiscrezioni
dei giorni scorsi, ha ufficialmente deciso di fermarsi per valutare
costi ed implicazioni della scelta. In una dichiarazione resa ai media dal ministro
della Difesa Peter MacKay si
è sottolineato come il progetto non sia ancora definitivamente accantonato ma
che il governo "non
deciderà quale aereo da guerra comprare fino al definitivo completamento di tutti i complessi passi di
valutazione" che una scelta del genere deve comportare.
Il Governo canadese era da
tempo messo sotto pressione sia
dall'opinione pubblica che dall'opposizione per la sua adesione al programma
Joint Strike Fighter, avvenuta acriticamente e senza una reale valutazione dei
costi (ed anzi con alcune omissioni strategiche sui dati per ottenere voto
positivo in Parlamento). Dopo altri casi di sospensione (Norvegia, Australia) o voti
parlamentari di cancellazione della
partecipazione non ancora però messi in opera dal Governo (Olanda) il caso
canadese costituisce finora la più grande rottura del fronte delle nazioni
sviluppatrici e produttrici del super-caccia stealth di quinta generazione che
da tempo sta però sperimendanto enormi problemi tecnici e una mostruosa
crescita dei costi di produzione. Ma soprattutto la decisioen del Governo di
Ottawa dimostra come le voci che anche in Italia da tempo si levano contro
questo aereo d'attacco,
che ormai è davvero e senza dubbio il più costoso progetto miltiare della
storia, non siano solo delle cassandre idealiste e figlie di utopia pacifista
ma abbiano invece fin da subito centrato i problemi di questa situazione.
Cercando quindi di
contribuire a far ragionare anche il nostro Governo, che su questo progetto
continua a voler mettere troppi miliardi di euro. La decisione è sicuramente
derivata da approfondimenti tecnici, ed in particolare da un recente rapporto elaborato da KPMG ha infatti determinato un costo per i
circa 40 anni di vita del caccia inoltre 40 miliardi. L'audit esterno
indipendente ha essenzialmente certificato questi costi arrivando ad una cifra
complessiva (considerando anche eventuali perdite di aerei) di quasi 46
miliardi, cioè almeno tre volte tanto le prime previsioni governative. In
precedenza anche gli uffici dell’Auditor General (equivalente ad una nostra
Corte dei Conti) e il Capo di Stato Maggiore della Difesa avevano sollevato
dubbi sia sui costi che sugli aspetti tecnici...
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