racconta Vittorio Foa:
…Nel settembre 1945, quando
Lussu era ministro nel governo Parri, chi scrive andò a chiedergli, per aiutare
finanziariamente il partito di cui entrambi facevano parte, di mettere una
firma sotto una autorizzazione, cosa consueta nel sottobosco politico del tempo.
Lussu rispose: «Compagno, puoi chiedermi di montare a cavallo e andare in via
Nazionale a rapinare l’oro della Banca d’Italia e io – per il partito – lo
faccio subito. Ma mettere una firma sotto una cartaccia, giammai».
Nell’irrealismo dell’immagine il poeta riusciva a cogliere e giudicare la
squallida realtà del mondo in cui ci avvolgevamo e ad avanzare, almeno come
ipotesi, un mondo diverso.
quando si parla di senso delle istituzioni e di etica pubblica! questa storia di Lussu è un modello straordinario.
RispondiEliminame la copio.
è bellissima, c'è differenza fra i grandi uomini e i quaquaraqua
RispondiElimina