venerdì 11 gennaio 2013

L'anno del passaggio di Emilio Lussu a Bortigiadas - Emiliano Deiana

…E' la storia di un ragazzino, Mario. Il fratello di Paolo.
Mario, nelle campagne di Lu Nibareddu ai confini con Mureu, fa pascolare il bestiame.
C'è una strada che immagino polverosa che costeggia quelle proprietà.
E' il 1945, la guerra è appena finita. A Bortigiadas la guerra non si saprebbe nemmeno che cosa sia se non fosse per quei figli, fratelli o mariti partiti e mai ritornati, tornati e mutilati, tenuti prigionieri in Russia. O prima ancora sulle montagne del Carso, nella Guerra del 15/18.
La strada polverosa, ricordatevela.
Macchine ne passavano davvero poche che si stava settimane intere senza vederle.
Carri, magari, a trafficare grano e carbone con l'Anglona.
Arriva da Sassari una macchina e alla vista di Mario si ferma. Ne scende un uomo alto, elegante. Di una eleganza e una bellezza d'altri tempi, una specie di Cavaliere.
Lo chiama a sè, il ragazzino.
Come ti chiami, gli domanda.
Mario, risponde quello impaurito.
Mario come, gli dice il Cavaliere.
Passaghe, risponde Mario.
Avevo un attendente che si chiamava Passaghe, durante la guerra. Io sono Emilio Lussu.
Era mio zio, risponde pronto il ragazzino.
Anche in quelle campagne sperdute di Gallura l'eco di quel nome e di quelle gesta era arrivato, anche a Lu Nibareddu. Estremo confine del mondo allora conosciuto. Solo la guerra li aveva portati altrove, le migrazioni non erano ancora venute, l'onda delle migrazioni a riportarseli via.
Meglio la miseria, meglio la fame.
E poi quel Cavaliere che nel frattempo, leggendo i libri di storia, è diventato Ministro dell'assistenza postbellica chide a Mario come si chiamano i posti, quante famiglie li abitino, quanti bambini ci siano e se frequentino la scuola.
Non ce n'è di scuola, risponde Mario.
Poi se ne parte quell'uomo, il Cavaliere, sulla macchina: lascia una scia di polvere e di vento nella strada che si arrampica verso Tempio.
Si lascia Mario, dietro le bestie.
Poi arriva l'anno dopo e il Sindaco del paese incontrando gli abitanti di Nibareddu si complimenta per l'istanza avanzata per avere la scuola.
Noi non abbiamo fatto nessuna domanda, rispondono quelli.
Più semplicemente Emilio Lussu era intervenuto e fatto aprire la scuola a Lu Nibareddu, infinitesima frazione del Comune di Bortigiadas.
Una scuola con i banchi, il maestro e tutto quanto.
Una scuola dove in molti impararono a leggere e a scrivere.
Prima era la politica che andava incontro ai problemi, alle esigenze, alle aspirazioni - ancorchè segrete - della gente. Ora è il bisogno che si mostra alla politica ed essa si nasconde, gira il capo dall'altra parte. O sfruttandolo, il bisogno.
Ora è lo Stato che interviene a chiudere le scuole, prima ero lo Stato che interveniva ad aprirle, a portare l'isitruzione dove non c'era, a portare una speranza dove speranza non esisteva.
Gli alunni di Nibareddu scrissero una lettera a Lussu e quello, subito rispose…

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