…L’occupazione
sarà ancora in calo fino al 2014: si parla di un tasso del 12% di
disoccupazione, che penalizzerà soprattutto i giovani. Che fare?
I giovani sono stretti in una tenaglia a causa della quale, da una parte, non si crea nuova occupazione e, dall’altra, s’innalza l’età pensionabile. Non c’è altro da fare che spendere per creare occupazione, bisogna che lo Stato spenda direttamente. La lezione viene dal New Deal, non ci sono altri mezzi efficaci.
Che significa tutto ciò in termini di prospettiva?
Quando si ragiona su questo si parte da un presupposto errato: i media e la politica tendono a rovesciare la piramide, quando affermano che occorre in primo luogo la crescita per produrre l’occupazione e il lavoro. E’ vero invece il contrario: sono proprio l’occupazione e il lavoro a produrre la crescita, in quanto i salari si trasformano in consumo e i consumi generano altro lavoro; la domanda fa venire voglia agli imprenditori di investire; chi ha stipendi regolari, con il pagamento delle tasse, accresce le entrate dello Stato e così via. Pensare che prima venga la crescita e dopo l’occupazione è come pensare di correre un gran premio guidando a marcia indietro. Così avviene in Italia…
I giovani sono stretti in una tenaglia a causa della quale, da una parte, non si crea nuova occupazione e, dall’altra, s’innalza l’età pensionabile. Non c’è altro da fare che spendere per creare occupazione, bisogna che lo Stato spenda direttamente. La lezione viene dal New Deal, non ci sono altri mezzi efficaci.
Che significa tutto ciò in termini di prospettiva?
Quando si ragiona su questo si parte da un presupposto errato: i media e la politica tendono a rovesciare la piramide, quando affermano che occorre in primo luogo la crescita per produrre l’occupazione e il lavoro. E’ vero invece il contrario: sono proprio l’occupazione e il lavoro a produrre la crescita, in quanto i salari si trasformano in consumo e i consumi generano altro lavoro; la domanda fa venire voglia agli imprenditori di investire; chi ha stipendi regolari, con il pagamento delle tasse, accresce le entrate dello Stato e così via. Pensare che prima venga la crescita e dopo l’occupazione è come pensare di correre un gran premio guidando a marcia indietro. Così avviene in Italia…
...“Cambiare si può”, di cui lei era tra
i 70 promotori iniziali, resta in campo non come formazione politica, ma come
movimento della società civile. Che programmi avete?
Spero che il movimento, dopo le elezioni, continui a vivere e a fare proposte. L’idea di mettere insieme una lista consistente in così poco tempo era bella, ma molto ambiziosa. Ho partecipato anche a due o tre assemblee, piene di intelligenza, vitalità e buone proposte. Poi nel percorso pratico della formazione delle liste, molte cose non sono andate come dovevano. Ora aspettiamo i risultati elettorali.
Lei chi appoggerà?
Voterò per Sel. Bisogna augurarsi una vittoria del Pd e di Sel, tale che non abbiano bisogno di alleati. Ritengo infatti preoccupante la ventilata alleanza con Monti. Ci sono molte cose importanti da fare: ripensare la politica dell’occupazione in modo che lo Stato possa intervenire; rivedere il fiscal compact, il patto fiscale europeo che ha rilanciato il rigore; insistere affinché la Bce operi in modo differente, il che richiederebbe ritocchi anche a un paio di articoli del Trattato di Maastricht… Tutte cose lontane dalla cultura del Pd. Ma davvero impossibili se c’è Monti di mezzo.
Spero che il movimento, dopo le elezioni, continui a vivere e a fare proposte. L’idea di mettere insieme una lista consistente in così poco tempo era bella, ma molto ambiziosa. Ho partecipato anche a due o tre assemblee, piene di intelligenza, vitalità e buone proposte. Poi nel percorso pratico della formazione delle liste, molte cose non sono andate come dovevano. Ora aspettiamo i risultati elettorali.
Lei chi appoggerà?
Voterò per Sel. Bisogna augurarsi una vittoria del Pd e di Sel, tale che non abbiano bisogno di alleati. Ritengo infatti preoccupante la ventilata alleanza con Monti. Ci sono molte cose importanti da fare: ripensare la politica dell’occupazione in modo che lo Stato possa intervenire; rivedere il fiscal compact, il patto fiscale europeo che ha rilanciato il rigore; insistere affinché la Bce operi in modo differente, il che richiederebbe ritocchi anche a un paio di articoli del Trattato di Maastricht… Tutte cose lontane dalla cultura del Pd. Ma davvero impossibili se c’è Monti di mezzo.
mah, "lontane" dalla cultura del PD non mi pare corretto... semplicemente, con Monti il PD ha fatto scelte difficili ma necessarie.
RispondiEliminasenza dubbio governando in autonomia il PD porterà avanti un programma con questi punti. sono "nel nostro DNA"
resta la necessità di assicurare a PD e SEL una netta maggioranza
il passato dice che la netta maggioranza non basterà. ex popolari, ex Ds, Sel, sono pessimista sperando che le cose non peggiorino...
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