martedì 20 settembre 2016

Buon anno scolastico a chi insegna e non si rassegna – Mauro Presini

Sta per cominciare un nuovo anno scolastico e, come al solito, i politici di governo si attribuiscono i miglioramenti che vedono solo loro e respingono i peggioramenti sotto gli occhi di tutti.
Parte un nuovo anno scolastico e, come sempre, le aspettative dei genitori e degli studenti sono alte come è giusto che sia.
Un nuovo anno scolastico è alle porte e, mai come ora, le incertezze fra il personale della scuola sono tante.
Inizia un nuovo anno scolastico e dopo i 34 anni già fatti, io frequenterò la seconda elementare.
Dopo tutto questo tempo, immagino che l’anno che sta per avviarsi sarà nuovamente intenso, faticoso e pesante nonostante molta gente creda che insegnare sia facile e alla portata di tutti, quasi come comporre la formazione della nazionale di calcio.

Credo però che possa diventare anche un anno istruttivo, interessante e divertente se noi insegnanti vogliamo davvero che lo diventi; infatti una fra le cose belle del mestiere dell’insegnare è che si può imparare sempre: basta ascoltare, osservare, progettare, studiare, con la consapevolezza che noi docenti siamo anche “allevatori di speranze”, “artigiani di relazioni”, “meccanici del cambiamento”, “manovali di futuro”.
Lo vedo che, fra noi, ci sono molti insegnanti bravi e preparati e pochi che sono scansafatiche ma sostengo che servirebbe occuparsi seriamente della formazione di tutti piuttosto che premiarne pochi, cosiddetti “meritevoli”, sperando che col miraggio di qualche spicciolo i meno “meritevoli” si impegnino per migliorarsi.
Lo ammetto: io sono convinto, a dispetto di chi la vuol vendere per “buona”, che questa nuova scuola sia molto “cattiva”. 
Giocando con le parole, credo che la cosiddetta 
SCUOLA “renzusconiana” cominci con la “S” di SBAGLIO: infatti è nata: SLEALE, SPREZZANTE, SMEMORATA, SOVRAFFOLLATA, STERILE,SCADENTE, SELETTIVA, SGARRUPATA, SUPERFICIALE, SGARBATA E SGONFIA. 
In una sola parola è una 
SCUOLA SBAGLIATA.
È una 
SCUOLA SCIOCCA perché crea un clima di SOSPETTO fra professionisti, perché gioca alloSCARICABARILE delle responsabilità, perché ricatta il personale in cambio di una scarsa SABADINA (Piccola cifra di denaro solitamente consegnata di sabato dai genitori ai figli per le piccole spese settimanali), perché dipende da un preside SCERIFFO che può decidere da solo, perché propone agli studenti un’alternanza scuola-lavoro che è una forma di  SFRUTTAMENTO, perché non risolve il problema delle SUPPLENZE e delle SOSTITUZIONI del personale, perché continua ingiustamente a tagliare sui SOSTEGNI agli alunni con disabilità, perché SOVVENZIONA le scuole private a SVANTAGGIO delle scuole statali.
Ma io sono convinto anche che, per quanto questa scuola sia “cattiva”, noi insegnanti dentro le nostre classi, insieme ai nostri studenti, possiamo fare la differenza dimostrando che una scuola buona è possibile ma è un’altra cosa dalla cosiddetta “buona” scuola.
Infatti il clima relazionale che riusciremo ad instaurare con gli studenti dipende da noi.
Il tipo di rapporto che potremo creare con i genitori dipende da noi.
Il modello di comunità che saremo in grado di realizzare dipende da noi.
La qualità degli apprendimenti che trasmetteremo ai nostri ragazzi dipende da noi.
Le conoscenze e le competenze che acquisiranno gli studenti dipendono da noi.
I saperi che faremo conquistare ai bambini, alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze dipendono da noi.
Ecco perché nessuna legge, per quanto ingiusta e “sbagliata”, ci impedirà di impostare il nostro lavoro con impegno, esperienza, empatia, passione e spirito democratico, facendo del nostro meglio per dimostrare che i cambiamenti si realizzano dal basso partendo dalla comunità-classe, a prescindere da tutti i disincentivi che invece ci vengono imposti dall’alto.
Quindi il mio augurio sincero di un buon anno scolastico va a tutti coloro che credono che dipenderà anche dal loro contributo se la scuola sarà veramente buona, indipendentemente che essi siano studenti, genitori, collaboratori, assistenti, dirigenti o insegnanti.
Perciò buon anno scolastico a chi insegna e non si rassegna, a chi elabora e a chi collabora, a chi lotta e a chi boicotta, a chi è diffidente e a chi è studente, a chi progetta ma non si assoggetta, a chi è dirigente e sta in mezzo alla gente, a chi arriva potenziato e a chi è già demotivato, a chi ora sta seduto mentre prima ci ha creduto, a chi tiene le scuole aperte e proprio per questo si diverte; ma soprattutto buon anno scolastico a chi ha vissuto il crollo ma poi si è detto: “Io non mollo”.
da qui

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