un testo del 1973 ripreso da Grégoire
Chamayou(*):
Come la guerra aerea è seguita alla guerra
terrestre, una nuova forma di guerra sostituirà la guerra aerea. Noi la
chiamiamo la guerra a distanza. […] La guerra a distanza si basa sul concetto
fondamentale del sistema con pilota a distanza […] Il veicolo che si trova a
distanza riceve le informazioni attraverso sensori installati a bordo.
[…] Le caratteristiche della guerra a distanza
possono anche servire a ridurre al silenzio i critici che vorrebbero opporsi
alla guerra. Non ci sarà nessun soldato americano ucciso in combattimento o
fatto prigioniero di guerra. I giocattoli non han no madri né mogli che si
mettono a protestare contro la morte. La guerra a distanza ha un buon mercato.
Quelli che criticano le spese di guerra e l’inflazione non avranno motivo per
protestare. Grazie alle sue capacità di uccidere con precisione, la guerra a
distanza non rovinerà l’ambiente. Gli ecologisti non avranno motivo di
protestare […] E così di seguito.
Il solo motivo che resterà a coloro che
saranno ancora determinati a protestare sarà la morte e l’assoggettamento di
queste genti che l’esercito americano chiama «comunisti», «niaoukès» o
semplicemente «il nemico». Ma certo, per l’esercito americano, il mondo intero
è un nemico potenziale. […] Ogni differenza tra la guerra e la pace se ne andrà
in fumo. La guerra sarà la pace.
(*) Gregoire Chamayou è autore di «Teoria del drone», appena pubblicato
in Francia, che si chiude con «La guerra sarà pace», un testo pubblicato nel
1973 da giovani intellettuali statunitensi impegnati nel movimento contro la
guerra in Vietnam…
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