Quattro donne deportate da Palermo e separate
dalle loro famiglie: è questa la “sicurezza” che vogliamo? Fra di loro anche
due mamme con figli minori e due ragazze nate in Italia. Portate nel Cie di
Ponte Galera a Roma.
Non sappiamo quali siano le
cause vere dell’imponente irruzione delle forze armate, all’alba del 17
febbraio, al “campo” della Favorita di Palermo, dove vivono da decenni alcune
famiglie Rom. Ne abbiamo visto però le conseguenze dirette in termini di violenza
sulle vite delle persone. In questo caso specifico quattro donne sono state
deportate a Ponte Galeria, Roma, presso il Cie, Centro di identificazione ed
espulsione.
D. e S. sono due giovani ragazze figlie di un
anziano rifugiato dell’Ex Jugoslavia, amputato di una gamba e gravemente
malato, di cui si prendevano cura. Nate e cresciute in Italia assistevano loro
padre. Erano state regolari fino al diciottesimo anno di vita quando, per
l’assurdità della legge avevano perso ogni diritto. Erano seguite dalla Clinica
legale dell’Università di Palermo.
M. è una giovane mamma: ha una
bimba di 11 anni che frequenta regolarmente la quinta elementare. Ieri la bimba
e il papà non erano al campo, e M. è stata portata via senza neanche poterla
abbracciare. Aveva chiesto al Tribunale dei minori di riconoscere il diritto a
restare in Italia nel superiore interesse di sua figlia.
S. è una donna anziana molto
malata, che non può assolutamente sopportare la detenzione in un Cie per motivi
di salute. Ha 5 figli di cui uno minorenne.
Stamattina
abbiamo potuto incontrarle al commissariato dei carabinieri prima che venissero
imbarcate per Roma. L’unica cosa che ci è stata promessa è che S. avrebbe
potuto prendere medicinali e documenti medici prima di partire.
Questo il risultato della roboante “caccia” condotta a Palermo contro cittadini
e cittadine che sono parte di questa città da decenni.
Vogliamo che si sappia chi sono queste persone, perché si capisca l’ingiustizia
che stanno subendo e contro la quale ci opporremo, a partire dall’utilizzo di
tutte le vie legali e poi mobilitando ogni forza disponibile per questa
battaglia di minima civiltà.
Circa 150 persone, fra cui tantissimi minori, sono costrette a vivere in quel posto orrendo che è il campo della Favorita perché non riescono a regolarizzarsi in assenza di un passaporto (e come potrebbero averne uno se vengono in maggior parte da uno Stato che non esiste più?); perché il pregiudizio contro di loro rende anche Palermo una città incapace di accoglierle come cittadini e cittadine (nonostante siano qui da sempre); perché anche quando il Tribunale per i minorenni intima alla questura di rilasciare un permesso di soggiorno alle famiglie nel superiore interesse dei bambini questo non avviene.
Circa 150 persone, fra cui tantissimi minori, sono costrette a vivere in quel posto orrendo che è il campo della Favorita perché non riescono a regolarizzarsi in assenza di un passaporto (e come potrebbero averne uno se vengono in maggior parte da uno Stato che non esiste più?); perché il pregiudizio contro di loro rende anche Palermo una città incapace di accoglierle come cittadini e cittadine (nonostante siano qui da sempre); perché anche quando il Tribunale per i minorenni intima alla questura di rilasciare un permesso di soggiorno alle famiglie nel superiore interesse dei bambini questo non avviene.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari» scriveva Brecht. E quello che è
successo a Palermo è esempio emblematico dei tempi bui che stiamo vivendo,
segnati da rastrellamenti, cacce alle persone sulla base della loro
nazionalità, deportazioni, accordi con i dittatori, rilancio di un sistema di
detenzione amministrativa che ha solo prodotto dolore, a volte morte,
violazione dei diritti e aumento esponenziale dell’insicurezza di tutti e tutte
a costi umani ed economici altissimi.
Non
lasceremo sole queste donne e invitiamo tutte le realtà e le persone alla
mobilitazione per loro, in nome dei diritti e della dignità di ognuno e ognuna,
e del mondo diverso in cui vorremmo vivere.
Arci Palermo, Asgi – Sezione Sicilia, Associazione Diritti e
frontiere (Adif), Clinica Legale per i Diritti Umani (Cledu), Forum
Antirazzista Palermitano.
ULTIME NOTIZIE:
“La Procura di Palermo non ha convalidato il sequestro
del campo nomadi nel parco della Favorita ( 48 immobili, baracche – diverse in
muratura… Dichiarazione del
sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Quanto avvenuto al campo Rom di Palermo
dimostra la inadeguatezza della normativa italiana che, di fatto, autorizza,
anzi incentiva, la deportazione di cittadini che non hanno compiuto alcun
reato, ma sono soltanto colpevoli di non avere diritti di cittadinanza”.
“Le quattro persone che sono state infatti trasferite al
Cie di Roma sono nate e cresciute a Palermo o vivono a Palermo da oltre venti
anni, essendo fuggite dalla guerra nella ex Jugoslavia. Sono, quindi, vittime
della assenza di una legge sullo Ius soli e di una inadeguata protezione
nazionale e internazionale……..”.
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