giovedì 6 agosto 2015

La super autonomia scolastica ai tempi di baronati e potentati locali - Lucio Ficara

Grandi menti illuminate, teorici del federalismo, del decentramento dei poteri e dell’autonomia, ci avevano spiegato che con la legge Bassanini del 1997 e le sue deleghe, l’Italia avrebbe risolto buona parte dei suoi problemi. Semplificazione delle procedure amministrative, federalismo amministrativo, regime delle autonomie funzionali, compresa quella scolastica, sarebbero stati i paradigmi  e gli archetipi di un nuovo modello vincente di funzionamento della macchina amministrativa. È sotto gli occhi di tutti, e solo chi non vuole vedere potrebbe sostenere il contrario, che questo nuovo modello di società, basato sul trasferimento di alcuni poteri centrali verso gli enti locali (regioni, province e comuni), e nel caso dell’Istruzione dal ministero verso le istituzioni scolastiche, è miseramente fallito e si è infranto sugli scogli della corruzione, del clientelismo e dei favoritismi. Basti pensare ai fenomeni di corruzione che abbiamo amaramente visto in moltissimi consigli regionali e in tanti comuni, dove l’utilizzo improprio del potere conferito a questi enti e lo sperpero del danaro pubblico sono stati i veri protagonisti di questo nuovo modello di società. Un modello che non ha semplificato le procedure amministrative e che non ha reso più funzionale la macchina dello Stato, ma che ha invece esaltato l’ego e il potere personale degli amministratori pubblici. Anche la scuola dell’autonomia non ha prodotto risultati migliorativi, anzi, dalle graduatorie OCSE PISA che rilevano le competenze dei nostri studenti, sembra che l’autonomia scolastica sia risultata un vero e proprio fallimento. Oggi che si sta riformando, ancora una volta, la scuola, ignorando gli oltre tre lustri, fallimentari sotto diversi punti di vista,  dell’ autonomia scolastica, ecco arrivare la super autonomia e il super dirigente scolastico. Verrebbe da esclamare: “errare humanum est, perseverare autem diabolicum!”. Quindi si persevera sulla stessa strada intrapresa, amplificando i poteri di autonomia e i poteri decisionali del capo d’Istituto. In buona sostanza i dirigenti scolastici saranno equiparati a dei veri e propri sindaci della scuola e avranno la possibilità di scegliersi i docenti e di nominare un loro staff di direzione. Ai tempi attuali, in cui i baronati e i potentati locali proliferano, quali risvolti potrà avere la super autonomia scolastica? Le menti illuminate che hanno deciso questa riforma, si sono posti questa domanda? Sicuramente se la sono posta, ma l’idea di potere controllare gli insegnanti, con un modello verticistico, ie attraverso i potentati locali, è, molto probabilmente, il principale obiettivo politico che sta dietro a questa contestatissima riforma. Quindi prepariamoci a sprofondare nelle classifiche OCSE PISA per la preparazione dei nostri studenti, perché sarà il clientelismo, la corruzione e l’arrivismo a salire in cattedra. Il mio è pessimismo cosmico e una realtà che vedo solo io, oppure il mio pensiero sarà condiviso da tante persone che conoscono il nostro sistema scolastico? 

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