Matteo Salvini è entrato in un
ex ospedale che oggi è un rudere che è diventato casa per migranti. E si è
fatto fare una foto mentre si tura il naso. Io penso, caro Matteo, che se uno si tappa il naso di fronte
all’odore di chi resiste, non valga niente. Non vali niente se l’odore del sudore degli ultimi ti
rende nervoso, ancora prima che come politico, come uomo.
I
bambini si turano il naso per scherzare di fronte alla scureggia di un compagno, oppure quando passano accanto a un inceneritore e la
mamma dice loro: “non respirate, bambini, che fa male”. Di adulti che si turano il
naso, invece, conosco solo te.
Perché gli adulti di solito non si turano il naso chiamando il fotografo per
immortalare il gesto.
Mia zia, o qualcosa del genere, sta morendo. Ha un tumore
che non si può operare, mia zia, e in casa ha un cattivo odore. Intendiamoci:
la casa è pulita e lei si lava, ma la casa puzza perché ci sono tumori che
devastano pezzi di corpo che una saponetta non basta. Io non mi sono mai
tappato il naso, entrando in casa sua. Esattamente come se a qualcuno mancano
le mani io non chiamo il fotografo per farmi riprendere mentre gioco di fronte
allo specchio a sasso carta o forbice. E non perché io abbia un’alta soglia di
tolleranza ai cattivi odori, figurati che una volta chiusi il cane in terrazza
dopo che si era mangiato la merda di un altro cane, semplicemente io tollero
bene i senza colpa. Compreso il cane, infatti poi mi pentii e gli feci il bagno.
Caro Matteo, è facile avere un buon odore quando ci si
può permettere di entrare in un albergo senza aver chiesto prima il preventivo
per una camera. È
facile profumare quando si può scegliere fra le marche dei profumi e acquistare
la saponetta con le scorze di limone biologico, oppure no, meglio quella all’arancia siciliana, anzi
aspetta, le compro tutte e due e poi uso quella che mi piace di più.
Caro
Matteo, può anche darsi che in quel rudere con gli stanzoni collettivi ci fosse
un odore a cui tu, che vivi fra l’europarlamento e la tv, soprattutto la tv,
non sei abituato. Però queste genti che vengono da un altro Paese hanno un
profumo che non si può comprare né a chili né ad etti. Si chiama speranza, questo profumo, ed è la stessa speranza di mia zia. E
per sentirla, e starci bene accanto, bisogna avere un certo cuore, perché un
certo naso non basta.
Ciao puzzone.
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