Mentre in questi giorni le lotte dei migranti ai confini
dell'Europa e le reazioni dei
governi europei occupano
le cronache dei media, da Torino arriva notizia di una piccola storia di
resistenza e opposizione alle forme di oppressione che compongono il cosiddetto
sistema dell'"accoglienza" di cui si fa un gran parlare in queste
ore.
Dal tardo pomeriggio, infatti,
una donna egiziana, assieme ai suoi quattro figli, sta bloccando una delle
grosse arterie torinesi, corso Massimo d'Azeglio, dopo che il marito, trovato
senza documenti in regola, è stato trasferito al Cie di corso Brunelleschi. La
donna si è seduta in mezzo alla carreggiata assieme ai figli e si rifiuta di
allontanarsi o spostarsi, nonostante l'arrivo sul posto delle forze
dell'ordine, chiedendo il rilascio immediato dell'uomo.
Ma la vicenda che ha portato al
fermo del marito e al suo trasferimento al Cie è in questo caso anche
emblematica delle quotidiane difficoltà e privazioni dei più basilari diritti e
tutele che discendono dall'essere nella condizione di migrante. La donna
egiziana, stando a quanto riportato dalle cronache locali, si era infatti
rivolta ieri a una stazione dei carabinieri per denunciare un tentativo di
stupro nei confronti della figlia maggiore. Di qui i controlli dei militari che
hanno portato all'identificazione del marito.
Insomma, alla difficoltà di dover
denunciare un fatto di violenza in questo caso si aggiunge anche la paura di
ritorsioni e privazioni della libertà nei confronti della propria famiglia,
come nel caso dell'uomo ora trasferito nell'incubo del sistema dei Cie. Una
vicenda che fa rabbia e che svela i risvolti di un sistema che attribuisce più
valore a un pezzo di carta che alla tutela della dignità e della vita umana,
che ricaccia nel silenzio soprusi e violenza col ricatto della
libertà. Non è d'altronde difficile immaginare che situazioni di questo
tipo si creino quotidianamente, non solo in casi come questi ma anche
nell'accesso a servizi essenziali come per esempio quelli di assistenza medica.
In attesa di aggiornamenti sulla
situazione, esprimiamo piena solidarietà per il coraggioso gesto della donna e
per la sua determinazione, che hanno avuto la forza di svelare un pezzo di
questo sistema e dei suoi soprusi.
da
qui
Nessun commento:
Posta un commento