Siamo di nuovo sul piede di guerra anche
in Europa, sia sul fronte Ucraina come nel Mediterraneo. E questo grazie alla
Nato. È stata la Nato a far precipitare lo scontro con la Russia perché vuole
che l’Ucraina entri nell’Alleanza al fine di poter sparare i suoi missili
direttamente su Mosca. La Russia ha reagito ed ecco la drammatica guerra civile
di quel paese che rischia di diventare guerra atomica. “Ho le armi nucleari,”
ha detto Putin. E infatti ha
piazzato 50 missili con testate nucleari sui confini baltici della Ue,
puntandoli verso la Svezia per dissuaderla a entrare nella Nato.
‘Vista la grave crisi, è stato convocato
a Bruxelles il vertice NATO con la presenza del nuovo segretario Usa alla
difesa, Ashton Carter. All’ordine del giorno:potenziare
la forza di reazione rapida della Nato portandola da tredicimila soldati a
quarantamila uomini (il triplo!), piazzare
5 mila soldati (a rotazione) nei Paesi Baltici e in Polonia ed infine spingere
tutti i paesi NATO a spendere il 2 per cento del Pil nella Difesa.
Ma ora si apre anche il Fronte Sud: il Mediterraneo. Il 22 giugno la UE ha dato il via libera (senza il
benestare dell’Onu!) alla prima fase della missione navale EuNavForMed con
cinque navi militari, due sottomarini, due droni e tre elicotteri e un
“migliaio” di soldati per tentare di bloccare la partenza dei migranti dalla
Libia. L’uso dei droni militari (a Sigonella operano da anni i droni Global
Hawk) si intensificherà con questa missione UE “contro i trafficanti di esseri
umani”, grimaldello di un’operazione sotto regia
Nato per un intervento militare in Libia.
Sia il governo di Tobruk come quello di Tripoli hanno risposto che reagiranno
contro questo attacco.
È in questo pesante scenario di guerra
che si terrà in Europa, dal 28
settembre al 6 novembre, la più grande esercitazione militare dalla caduta del
muro di Berlino che
coinvolgerà 35.000 soldati NATO, 200 aerei,50 navi da guerra .Questa gigantesca
esercitazione “Trident Juncture 2015”, sarà pilotata dalla nuova base NATO di
Lago Patria a Napoli. Giochiamo in casa e giochiamo con il fuoco.
Una domanda sorge spontanea: ma cosa ci stiamo a fare ancora nella Nato? Ma a che serve, se non a portarci in sempre nuove
guerre? La Nato è sorta come alleanza
difensiva degli Usa e dei paesi europei contro l’Urss e i paesi comunisti del
Patto di Varsavia. Il Patto di Varsavia e i paesi comunisti non ci sono
più, ma la Nato continua ad esserci.
La Nato infatti
avrebbe dovuto cessare con la caduta del muro di Berlino (1989). Non solo c’è, ma da alleanza militare difensiva è diventataoffensiva per
difendere gli interessi economici dei paesi membri ovunque essi siano
minacciati. Questo è avvenuto nel vertice di Washington (1999). Mentre nel
vertice di Praga (2009) la Nato ha fatto un altro salto: ha sposato la
strategia della ‘guerra preventiva’. La Nato è una potenza militare che nessun
avversario può eguagliare, basata anche sulle armi nucleari, che la “Nato deve
mantenere finchè vi saranno nel mondo tali armi”, ha detto l’ex-segretario
generale Nato Anders Rasmussen. E per evitare attacchi terroristici e
missilistici, è stato annunziato al Vertice di Lisbona (2009) il progetto di
uno Scudo antimissile. “La sola esistenza della Nato come alleanza cui
aderiscono i paesi europei – ci rammenta giustamente il fisico Angelo Baracca –
implica un’ipoteca pesantissima che vanificherebbe la migliore costituzione
europea che si potesse concepire sia per gli aspetti della difesa, ma anche
della democrazia effettiva e della libertà”.
Infatti
sulla spinta della Nato, l’Italia in questi due decenni, ha partecipato alle
guerre del Golfo (1991), Somalia (1994-’95), Bosnia-Herzegovina (1996-99), Congo (1996-99), Jugoslavia (1999), Afghanistan(2001), Iraq(2003), Libia(2011). Milioni di morti! Solo nella guerra in Congo, quattro milioni di morti.
E miliardi di dollari per fare queste guerre. Solo la guerra in Iraq (un
milione di morti!) ci è costata almeno tremila miliardi di dollari, secondo le
stime di J. Stiglitz (premio Nobel per l’Economia), fornite nel suo volume The Trillion Dollars War .
Guerre di tutti i tipi, da quella ‘umanitaria’ a quella contro il
‘terrorismo’, ma il cui unico scopo è il controllo delle fonti
energetiche e delle materie prime,
per permettere al 20 per cento del mondo di continuare a vivere da nababbi,
consumando il 90 per cento delle risorse del pianeta. “Lo stile di vita del
popolo americano – aveva detto Bush senior nel 1991 – non è negoziabile.”
E se non è negoziabile, allora non
rimane altro che armarsi fino ai denti.Soprattutto
con la Bomba Atomica, la Regina che domina questo immenso arsenale di morte che
serve a proteggere i privilegi e lo stile di vita di pochi a dispetto dei
troppo impoveriti.
Gli Usa/Nato hanno
l’arsenale più potente e affidabile al mondo con ottomila testate nucleari, di
cui circa duecento dislocate in Europa.Settanta bombe atomiche sono in Italia: una
cinquantina a Ghedi (Brescia) e una trentina ad Aviano (Pordenone). E questo in
un Paese che ha detto, con un Referendum, no al nucleare civile! La Nato,
sempre sotto comando Usa, resterà “un’alleanza nucleare – ha ribadito Obama al
vertice di Lisbona – e gli Usa manterranno un efficiente arsenale nucleare per
assicurare la difesa dei loro alleati”.
E tutto questo ci costa caro. “Il bilancio civile della Nato per il
mantenimento del quartiere generale di Bruxelles – scrive M. Dinucci – ammonta
a circa mezzo miliardo di dollari all’anno, di cui l’80 per cento viene pagato
dagli alleati. Il bilancio militare della Nato per il mantenimento dei
quartieri generali subordinati ammonta a circa un miliardo di dollari l’anno,
di cui circa l’80 per cento è pagato dagli alleati. Il budget militare della
Nato per il mantenimento dei quartieri generali subordinati ammonta a quasi due
miliardi di dollari l’anno, pagati per il 75 per cento dagli europei.”
Secondo i dati aggiornati al 2011, le “spese per la difesa dei 28 stati membri della Nato
ammontano a 1.038 miliardi di dollari l’anno, una cifra equivalente a circa il 60 per cento
della spesa mondiale per le armi.”
E l’Italia gioca un
ruolo cruciale per la Nato: siamo un paese chiave nello scacchiere militare
dell’Alleanza Atlantica. A Napoli è stato da poco inaugurata una sede
NATO a Lago Patria con 1.500 militari. A Sigonella (Catania) entrerà in
funzione il sistema Ags definito da Manlio Dinucci “il più sofisticato sistema
di spionaggio elettronico, non in difesa del territorio dell’Alleanza, ma per
il potenziamento della sua capacità offensiva fuori area, soprattutto in quella
medio-orientale.” Per di più, nel 2016, Sigonella diventerà la capitale
mondiale dei droni. E per pilotare i droni, entrerà in funzione nella vicina
Niscemi, il sistema MUOS di telecomunicazioni satellitari di nuova generazione.
Niscemi diventerà così la quarta capitale mondiale delle comunicazioni
militari.
Non possiamo accettare
una tale militarizzazione del nostro territorio, né tantomeno possiamo
tollerare, a livello morale, la guerra con i droni. “Questa guerra con i droni porta gli Usa in una
pericolosa china morale”- scrive Jim Rice, direttore della rivista ecumenica
Usa Sojourners. C’è solo un nome per tali uccisioni con i
droni, sono veri e propri omicidi, non giustificati né moralmente né
legalmente.
E sempre in questo contesto, il governo
italiano ha “accettato” sul nostro
territorio anche Africom, il supremo comando
americano per l’Africa con due basi: una a Vicenza per le forze aeree e l’altra
a Napoli per le forze navali. Non possiamo accettare che il nostro paese ospiti
qello che nessun paese africano ha accettato di ospitare. Non è questa la
politica estera che l’Italia deve intrattenere con un continente crocifisso
come l’Africa.
Da credente e da
seguace di Gesù di Nazareth, non posso accettare un mondo così assurdo: un sistema economico-finanziario che permette a pochi
di vivere da nababbi a spese di molti morti di fame e questo grazie a una
NATO che spende oltre mille miliardi di dollari l’anno in armi e soprattutto
con arsenali ripieni di spaventose armi atomiche. “La pace e la giustizia procedono insieme – diceva, negli anni
della Guerra Fredda, l’arcivescovo di Seattle, R. Hunthausen. – Sulla strada
che perseguiamo attualmente la nostra politica economica verso gli altri Paesi,
ha bisogno delle armi atomiche. Abbandonare
queste armi significherebbe di più di abbandonare i nostri strumenti di terrore
globale. Significherebbe abbandonare il nostro posto privilegiato in
questo mondo.”
Come credente nel Dio della vita, non posso accettare un Sistema di morte come il nostro
pagato da miliardi di impoveriti, milioni di morti di fame oltre che da milioni e
milioni di morti per le guerre che facciamo. E come seguace di Gesù di
Nazareth, che ci ha insegnato la via della nonviolenza attiva, non posso
accettare che il mio paese faccia parte della Nato, una realtà che doveva già
essere scomparsa con la caduta del Muro di Berlino e che invececontinua a forzarci ad armarci per sempre nuove guerre
‘ovunque i nostri interessi vitali’ siano minacciati.
Lo aveva già capito Giuseppe Dossetti quando, nel 1948, votò in Parlamento contro l’adesione alla NATO, mentre tutta la DC era schierata per il Sì. Lo fece in ossequio alla sua coscienza e al Vangelo. E’ quanto tocca a noi fare oggi, se vogliamo salvarci da questa follia collettiva. “La guerra è una follia – ha gridato papa Francesco al Sacrario militare di Redipuglia – Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta a’pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni…..”
Lo aveva già capito Giuseppe Dossetti quando, nel 1948, votò in Parlamento contro l’adesione alla NATO, mentre tutta la DC era schierata per il Sì. Lo fece in ossequio alla sua coscienza e al Vangelo. E’ quanto tocca a noi fare oggi, se vogliamo salvarci da questa follia collettiva. “La guerra è una follia – ha gridato papa Francesco al Sacrario militare di Redipuglia – Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta a’pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni…..”
E allora mobilitiamoci
tutti, credenti
e non, uniamoci al di là di ideologie o credi, contro questa gigantesca esercitazione militare Nato “Trident Juncture
2015” che si terrà in autunno.
Lo chiedo da Napoli, il centro comando di questa operazione, insieme al comitato napoletano “Pace e Disarmo”.
Lo chiedo da Napoli, il centro comando di questa operazione, insieme al comitato napoletano “Pace e Disarmo”.
Perché non pensare a una manifestazione
nazionale a Napoli o altrove, promossa da tutte le realtà del movimento per la
pace, dalla Rete della pace come dal Tavolo della Pace, dai No Muos come dai No
Nato? Tutti insieme perché vinca la vita!
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