Un cazzo di camion di merda sotto un sole diventato stronzo per
aver picchiato bastardo, lamiere senz’aria, portelloni schifosi sigillati
vaffanculo.
Il cazzo di camion parcheggiato sulla destra di una strada
stramaledetta e puttana dove tutti passano e loro ci sono rimasti, lì chiusi in
quaranta, morti soffocati sperando di lasciare
la merda e lo schifo nel loro Paese e trovando la morte e lo schifo in un altro
Paese.
Il cazzo di camion era parcheggiato in una piazzola dove ci si
ferma a pisciare, cagare e scambio di coppia, e loro sono morti senza
scambiarsi le coppie ma cagandosi addosso come succede quando uno muore, con il
conducente che è scappato perché durante il viaggio non ha sentito più i rumori
della gente che moriva, le parolacce di chi soffocava in una camera a gas senza
zyklon b, perché non è Auschwitz anche se Auschwitz è intorno a noi.
Quello che vedete nella foto è un camion normale e
non è colpa sua, anche se io me la rifaccio con lui, stronzo e bastardo di un
camion. Ma lo dico al camion per non farmi querelare da quelli che ho in mente
quando mi rivolgo al camion, ma voi pensate che invece lo dico proprio a loro e
li vedo uno per uno e il camion non c’entra nulla. Quello che fa lo show
all’Europarlamento. Quello che il suo nome ha il nome di una legge
sull’immigrazione. Quelli che su facebook «li caricano apposta già morti nelle
navi per impietosire i buonisti». Quelli che «ma dove li mettiamo tutti?».
Io non lo so dove cazzo li mettiamo, tutti, ma quella è la seconda
domanda. Stronzisti maledetti. La prima è evitare il vostro Auschwitz, ora.
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