venerdì 9 dicembre 2016

Il grande futuro - Giuseppe Catozzella

qualche anno fa Giuseppe Catozzella aveva raccontato la storia di Samia, lasciando indifferenti i morti e chi non sa leggere.
adesso (a partire da racconti di persone vere, da lui incontrate in Africa) racconta una storia d'amicizia, d'amore, di tradimenti, di preghiera, di violenza e di guerra, ambientata in posti senza nome, ma quei posti e quelle persone esistono davvero, altrimenti come potrebbe descriverli in maniera così viva?
la storia è ambientata in Africa, Amal potrebbe essere qualcuno che è già arrivato in Europa in un barcone, se c'è riuscito, o è rimasto nel suo paese a cercare una strada per vivere decentemente.
che Amal possa restare a casa sua dignitosamente è un augurio che si può fare senza essere razzisti.
Il grande futuro non annoia mai, anzi dispiace arrivare alla fine, ma queste sono le regole.
buona lettura - franz





Inizia un poco in sordina Il grande futuro di Giuseppe Catozzella, con una narrazione che ci mostra sì un paesaggio triste e violento, ma in cui due ragazzini – Alì e Ahmed – giocano tranquilli come ogni altro ragazzino fa. I due però si spingono troppo oltre e così Alì rischia di morire e dopo essere sopravvissuto diventa Amal.
Sembra solo una storia di amicizia, di quelle amicizie che appaiono improbabili (Ahmed infatti è il figlio del ricco padrone del padre di Amal) ma in realtà è molto di più. Il grande futuro è un libro che sta perfettamente in bilico tra una serie di opposti che coesistono perfettamente tra le pagine: guerra e pace, ricchezza e umiltà, amore e odio.
Quello di Giuseppe Catozzella è un libro che molti definirebbero semplicemente un’opera di narrativa, ma la verità è che questa storia non è così semplice da etichettare. È la graduale e continua crescita interiore di Amal e questa crescita è talmente intensa che il lettore finisce per rimanerne coinvolto e a tratti sconvolto…

…Senza svelare troppo di un romanzo denso e nel quale avvengono tantissime cose (tanto da chiedersi se Amal, pur essendo molto giovane, non sia un vegliardo ottuagenario, alla fine del racconto), Il grande futuro è quello che si potrebbe bene definire "un pastiche di generi: dal romanzo di formazione, ai fumetti, da Game of Thrones al racconto d'avventura". Senza dimenticare il ruolo svolto dall'amore, materno, paterno e verso un'altra persona che, sempre più, svolgerà un ruolo dominante nella storia
Il grande futuro è un libro quindi nel quale assistiamo ad un ragazzo Alì/Amal che prende in mano il proprio destino, la propria vita e la "pesa" continuamente sulla bilancia dell'eternità, alla maniera degli Antichi Egizi, come in una sempre rinnovata psicostasia. Non sappiamo quanto pesi il suo cuore, ma sappiamo che i suoi grandi occhi neri "hanno vissuto molte vite", pur rimanendo sempre fedeli alla propria natura: di bimbo, di santo, di guerriero, di essere umano.

…Anche il piano stilistico è molto interessante. Il testo è strutturato in capitoli brevi, composti da paragrafi brevi, a loro volta formati da periodi/proposizioni brevi. Il tutto, però, per un romanzo di più di 250 pagine. Non è infatti la storia a mostrare la contemporaneità – la vicenda è quasi completamente priva di riferimenti spaziali e temporali che riconducano alla realtà attuale, che compromettano il carattere “fiabesco” a cui ho già accennato – ma l’impostazione letteraria. Questa è la tecnica del presente narrativo, l’orientamento della scrittura dell’oggi: la brevità, o meglio ancora, la sintesi. L’interesse dell’autore – artista – è catturato dal “non dicibile” (e quindi dall’evocato), più che dalle descrizioni minuziose delle azioni, dei luoghi, dei fatti. Anche l’aspetto grafico ne risente: aumentano gli spazi lasciati vuoti, gli stacchi, i “punto e a capo”, che infatti sono estremamente presenti ne Il grande futuro





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