domenica 11 aprile 2021

Un altro salario è possibile - Deborah Lucchetti

 

In quest’area, solo nell’industria dell’abbigliamento, lavorano più di 2,3 milioni di persone, prevalentemente donne, con salari netti minimi legali inferiori alle soglie di povertà definite dall’Unione Europea. Marchi e distributori della moda, che continuano a realizzare ingenti profitti, anche durante la pandemia, usano la minaccia della delocalizzazione per beneficiare della concorrenza internazionale tra Paesi e regioni. In questo modo aumentano la propria capacità di comprimere i costi, indebolendo il potere contrattuale di lavoratori e sindacati.

Nonostante il salario dignitoso sia un diritto umano riconosciuto dal diritto internazionale e dall’Unione Europea, gli stipendi minimi sono così bassi che le persone, pur lavorando, sono costrette in condizioni di povertà. “Ci sono giorni che non abbiamo nulla da mangiare” ci ha raccontato una lavoratrice ucraina.

In risposta a questa situazione inaccettabile, la Clean Clothes Campaign ha sviluppato l’Europe Floor Wage, un benchmark transfrontaliero dei salari basato sul costo della vita in 15 Paesi europei di produzione di abbigliamento, di cui 7 membri dell’Unione Europea.

È uno strumento concreto per mostrare a marchi e governi quale sia il salario necessario per vivere dignitosamente, utile alle organizzazioni del lavoro e ai sindacati per rafforzare il loro potere contrattuale.

Secondo i calcoli elaborati, mediamente, i salari minimi legali dei vari Paesi analizzati equivalgono a ¼ del livello considerato dignitoso. Un dato che rivela l’urgenza di porre mano ad una effettiva redistribuzione del valore generato nelle catene globali di fornitura a favore dei lavoratori.

Sei i marchi hanno seriamente intenzione di pagare salari dignitosi nelle loro catene di fornitura questo è lo strumento da utilizzare. Ora non ci sono più scuse

 

È tempo che lavoratori e lavoratrici europei che producono abiti e calzature per i mercati internazionali, a partire dai loro concittadini in Europa, ricevano un salario dignitoso.

Chiediamo quindi ai marchi della moda e ai distributori di definire tappe pubbliche, concrete e misurabili del percorso che intendono intraprendere perché questo avvenga in un lasso di tempo ragionevole.

Ai governi nazionali e alle istituzioni europee chiediamo di proteggere il diritto umano al salario dignitoso implementando salari minimi legali davvero utili a combattere la povertà e le crescenti diseguaglianze…

da qui

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