mercoledì 13 ottobre 2021

il fascismo è già qui?

 

Chi sono i pupari delle marionette in nero? – Alberto Capece

Una cosa ho trovato strana in questi giorni di polemiche sul antifascismo feticistico dei veri fascisti contemporanei: il fatto che nessuno o pochissimi abbiano espresso il sospetto che l’assalto alla Cgil sia non solo stato preparato logisticamente, come sa chiunque conosca la mappa di Roma ma sia oggettivamente un assist al governo e non certo al popolo del no green pass. E del resto i gruppuscoli fascisti negli ultimi vent’anni non sono certo stati combattuti, ma anzi  coltivati e quasi allevati dal potere democratico, per il quale costituiscono un prezioso elemento di reductio ad fascismum di qualsiasi cosa abbia intralciato gli orditi del potere o tenti di sbarrare il cammino verso la distruzione della democrazia costituzionale. Basti pensare alle attenzioni ricevute verso Casa Pound e alle regalie che ha ottenuto soprattutto dal centrosinistra o il trattamento in guanti bianche di altre formazioni di estrema destra che nemmeno potevano essere chiamate fasciste pena le querele, come è accaduto a me e a all’ex onorevole Turigliatto, dimostrando che esiste un’Italia sotterranea in nero che collega servizi, media e magistratura, mentre gli antifascisti da tastiera si dilettavano dei loro stupidi onanismi para politici. E chi ha permesso che addirittura venisse costruito un mausoleo in onore del maresciallo Graziani il numero due della Repubblica di Salò, senza che nessuno che conta abbia mai avuto niente da ridire?

Sono dei bravi ragazzi: quando il potere che li tiene in una dorata sospensione fa un fischio e chiama i suoi fascisti da allevamento a menare le mani e a devastare qualcosa per dimostrare coram populo coglione che i veri fascisti sono gli altri e che invece il potere che calpesta la Costituzione, che manipola i dati e la realtà, che sta mettendo a punto un drammatico piano di impoverimento e di devastazione produttiva, servendosi della pandemia, opera invece per il bene delle persone. Se solo si facesse caso al cui prodest, ovvero a chi serve la violenza inutile e attuata dai fascisti residuali, si capirebbe facilmente chi ha loro suggerito di provocare l’indegna gazzarra contro un sindacato che la devastazione morale e ideale se l’è già prodotta da sola in casa e non rappresenta più nulla se non ciò che suggerisce il pappa e ciccia del suo segretario con Draghi. Tutte le polizie del mondo occidentale hanno agenti provocatori che servono proprio a questo scopo, ovvero per demonizzare l’opposizione e solitamente vengono chiamati black block, nome vagamente inquietante, ma così hollywoodiano da poter essere usato in ruoli diversi e talvolta opposti. Ma da noi si sono tenuti buoni gli scampoli di fascismo, accuratamente conservato sottaceto, perché svolgano un ruolo più specifico e più politicamente individuabile: eE infatti sono stati presenti praticamente a tutte le manifestazioni organizzate prima contro le misure di segregazione e oggi contro l’obbligo di vaccino. Non aveva importanza che si dedicassero o meno a qualche violenza , basta che fossero presenti anche in poche decine per permettere a una stampa sempre così onesta e puntuale, di dare del fascista a chi protestava.

Del resto diciamo la verità questi estremi resilienti dei totalitarismi novecenteschi hanno finalmente l’occasione di battersi non per un’idea tramontata, ma finalmente per il vero e trionfante fascismo delle oligarchie. Una bella soddisfazione, dopo tanti anni di umiliazioni e di impotenza.

da qui


La Ministra: rischio violenze se avessimo fermato i teppisti - Anna Lombroso

 

La ministra Lamorgese ci fa sapere che i teppisti che hanno dato l’assalto indisturbati alla sede della Cgil non potevano essere fermati. Ma non per ragioni di opportunità, non perché la provocazione è, d’abitudine, se non favorita, certamente benvista allo scopo di delegittimare piazze scomode.

Macchè, a raccomandare cautela, prudenza e tolleranza è stata la considerazione che «c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei sodali con degenerazione dell’ordine pubblico».

Tradotto significa che se vi presentate a una manifestazione pacifica con mazze di ferro e muso feroce, vi siete guadagnati la licenza di menar le mani, pestare gli avversari, sfasciare sedi del sindacato in un crescendo incontrastato.

Se poi avete la testa rasata, se digrignate i denti e berciate scompostamente per mettere paura, se siete tatuati con i marchi della vostra militanza, allora potete star tranquilli, le forze dell’ordine gireranno la testa dall’altra parte, dedicandosi a obiettivi meno preoccupanti.

Eh si perché se esprimete la vostra indole alla leadership in forme che rievocano il passato, potete star tranquilli alla stregua dei fascisti educati che da sempre vi hanno mandato avanti a preparargli la strada verso il potere indiscusso, speculatori, manager bancari malfattori, amministratori infedeli, imprenditori criminali, militari bellicosi, accademici al servizio di razze superiori.

Lo fa intendere la ministra a proposito della volontaria inazione della polizia davanti a quello che ha definito il “deciso protagonismo” del leader romano Castellino, “soprattutto nell’intervento a piazza del Popolo quando ha espresso la volontà di indirizzare il corteo verso la sede della Cgil.

Per quello gli avveduti responsabili dei servizi di sicurezza hanno scelto “di non procedere coattivamente nei suoi confronti”, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio della reazione violenta della sua “soldataglia”.

Adesso abbiamo finalmente la risposta agli interrogativi di questi giorni, c’è una spiegazione quanto mai razionale dell’inazione della polizia quando un gruppo di qualche centinaio di persone proveniente da Piazza del Popolo ha potuto  arrivare alla sede della CGIL senza trovare ostacoli sul suo cammino, adesso possiamo anche immaginare che proprio per non gettare benzina sul fuoco, la sede del sindacato sia stata lasciata   senza neanche un paio di camionette di sorveglianza, mobilitate anche davanti  consolato della Repubblica di San Marino.

Adesso possiamo verificare perché la marcia su Roma è avvenuta proprio come ce l’ha raccontata il cinema, senza colpo ferire e non perché lo sparuto manipolo metteva una gran paura, ma perché a quelle macchiette ridicole era stata fatta strada, aperte le porte, spalancate le braccia da parte del re imbelle, dei poteri economico e finanziario, delle istituzioni tremanti in cerca di rassicuranti uomini forti che allestissero un regime.

da qui


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