lunedì 9 gennaio 2012

I libri che mi sono piaciuti di più nel 2010

nel vecchio blog per qualche anno ho fatto una lista di libri che mi erano piaciuti di più durante quell'anno. 
la ripropongo per mia memoria e per la curiosità di chi ogni tanto molla tutto e legge un bel libro - franz


Ci sono dei racconti belli, e certi bellissimi, ci sono la letteratura e la vita (scusate se è poco), si sentono echi di Nagib Mahfuz  e Albert Cossery, due grandissimi scrittori egiziani, cosa volere di più? 

Come gli altri, un libro grandissimo. Un autore di quelli che qualunque libro tu legga, non sbagli. Ancora qualche libro non è stato stampato in italiano. Speriamo presto.
 
Ho letto anche questo libro di Yasmina Khadra, e, come gli altri, ti lascia senza parole. Racconta una storia durissima, a tratti insostenibile, soffri, ma non ti stacchi. Uno di quei casi in cui la letteratura arriva dove i giornali, quasi mai, non riescono ad arrivare, riesce a essere uno strumento di conoscenza e anche interpretazione del mondo. Agli scrittori questo si deve chiedere, altri devono cambiarlo.
Si imparano tante cose dai libri di questo scrittore. Oltre a godere di una scrittura coinvolgente. Approfittane anche tu.
 
L'ennesimo libro che leggo di Petros Markaris, col suo commissario Charitos.
Non annoia mai, Markaris è un grande della letteratura "di genere" europea, nell'olimpo con Mankell, Vargas, Nesser, Camilleri, e altri (ho citato solo qualche grande scrittore europeo vivente). Markaris scrive libri che sono più che "di genere", qui raccontano storie, si parla della società, dei conflitti, del rispetto, dell'essere umano, dell'amicizia, della pietas. I generi li hanno inventati per esigenze si sistemazione dei libri sugli scaffali delle biblioteche e delle librerie, l'unica distinzione in origine dovrebbe essere fra libri buoni e cattivi, almeno per me è questa. Chi lo legge capirà dove metterlo. E non avrà buttato via il tempo.
 
In questo libro i racconti "minori" sono bellissimi, gli altri perfetti. Come privarsene?
 
Davvero un bel libro, ti affezioni, lo leggi lentamente per non finirlo troppo in fretta.  Madame Rosa sembra la cugina dell'uomo di Rod Steiger, l'uomo del banco dei pegni, con gli incubi che ritornano, ma lei ha i bambini e Momo, che sembra il fratello di Holden (il traduttore, a un certo punto, omaggia l'eroe di Salinger, lo capisci quando leggi le due parole "vita schifa", che trovi nelle prime pagine dell'edizione italiana del giovane Holden, e un po' ti emozioni).
Momo ha gli occhi puliti di un bambino, che succhia il midollo della vita, come dice H.D. Thoreau.
C'è speranza finchè ci saranno bambini come Momo. Vai a conoscerlo!

Questo è un libro straordinario (fuori dall’ordinario), magari un po’ difficile (?), scritto a 33 anni, da uno scrittore polacco, nel 1937. (Witold è stato amico di Bruno Schulz).

Un romanzo che non sarà perfetto, è il primo che ha scritto, prima dei 25 anni, (si parte da Algeri a Marsiglia, si va a Praga, si torna ad Algeri), ma ha una logica, una sincerità, alcune immagini in una frase sola, uno stile che lo rendono imperdibile

Vorrei che i libri si distinguessero in libri belli e brutti, i generi sono fuorvianti, generano pigrizia.
Grazie a un libro di Nick Hornby, che racconta le sue letture, scopro che parla bene di David Almond.
Per conoscere David Almond leggi
qui
Provo con "Occhi di cielo". La copertina dice: adatto a chi ha più di 10 anni. Per far credere che è solo un libro per ragazzini/e.
L'ho letto.
E per i miei gusti è un libro bello davvero.
Mi sa che non sarà l'ultimo di David Almond che leggerò.
 
un libro necessario, di uno che passa da posizioni moderate a posizioni radicali, sul mangiare la carne.
non è necessario essere vegetariani, per leggere questo libro, ma si rischia di consumare molta meno carne di quella che si è consumata finora, dopo averlo letto.
regalatevi questo libro e regalatelo, fa soffrire, lasciate i libri di fiabe per un altro giorno.
di sicuro si fa un doloroso viaggio nell'inferno che esiste e non sappiamo, o facciamo finta di non conoscere.
Calvino ci ricorda questo: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
si può iniziare da
qui , dai.
 

4 commenti:

  1. non avevo visto questa tua recensione de "la morte felice", penso di averla letta più o meno allo stesso tempo e devo dire che condivido il giudizio positivo.
    certo, si vede che è il primo e che per larga parte è solo abozzato. però si intravedono molti dei temi e delle riflessioni che Camus svilupperà in seguito, impreziositi proprio dal fatto di essere ad una prima presentazione.
    Romanzo che consiglierei a tutti gli appassionati di Camus.

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  2. sì, Camus merita tutto.

    ho tre volumetti di "Taccuini" - Tascabili Bompiani, bellissimi, se non li conosci cercali, ho la certezza che ne sarai entusiasta, come me, d'altronde.

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  3. Avrei dovuto immaginare di trovare qui da te Momo... :))

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