venerdì 6 gennaio 2012

quattro domande a Napolitano - Loris Campetti

...Vorremmo rispettosamente esprimere alcune perplessità al presidente Giorgio Napolitano.  
1) Lei chiede «coesione sociale» e vede nell'accordo tra capitale e lavoro la conditio sine qua non per uscire dalla crisi e far ripartire il Paese. Ma come si può chiedere «coesione» a un operaio della Fiat, che guadagna 500 volte meno del suo amministratore delegato? Ai tempi di Di Vittorio da lei richiamati, il feroce Valletta guadagnava 20 volte di più dei suoi operai. Oltre che alle forze del lavoro e alla loro «etica», forse presidente dovrebbe rivolgere la sua moral suasion all'«etica» dell'impresa. 2) Lei chiede di ripartire dall'accordo confederale del 28 giugno 2011, siglato con la Confindustria oltre che da Cisl e Uil anche dalla Cgil, ma contestato dalla Fiom. Quell'accordo apre la strada delle deroghe al contratto nazionale, poi spianata dall'articolo 8 della manovra ferragostana di Tremonti. Lei sa meglio di chiunque altro il valore generale del contratto nazionale che è lo strumento della solidarietà generale, così come non le sfugge la conquista democratica rappresentata dallo Statuto dei lavoratori, sempre più oggetto di attacchi strumentali. 3) Il richiamo alla «responsabilità» di chi lavora dovrebbe forse essere accompagnato da un richiamo ai diritti e alle pratiche democratiche. È o non è ingiusto che ai lavoratori sia impedito di votare accordi e contratti che riguardino la loro vita e il loro lavoro? È o non è ingiusto che non venga democraticamente certificato il consenso che i singoli sindacati raccolgono nei posti di lavoro? È o non è ingiusto che senza mandati e senza verifiche alcune organizzazioni sindacali possano decidere per tutti, persino quando rappresentano una minoranza di lavoratori? È o non è inaccettabile che un sindacato non firmatario di un accordo o di un contratto venga «espulso», cancellato, impedito di svolgere attività nelle fabbriche e negli uffici? Secondo la magistratura, che a Torino si espressa in modo chiaro, si tratta di un comportamento antisindacale. Secondo lei, e secondo il governo Monti, che per il Quirinale sarebbe meritorio del sostegno di tutti? 4) Gli accordi separati sicuramente non piacciono a Napolitano, che ha buona memoria dei citati anni Cinquanta. Ma è possibile che l'unico modo per evitarli sia l'obbligo a firmare qualsiasi accordo, magari ritenuto lesivo dei principi della Costituzione? Vorremmo capire meglio il pensiero di Giorgio Napolitano, che certo non può essere banalizzato o strumentalizzato, ma che pure ci lascia perplessi.

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