lunedì 4 giugno 2012

Chauvet-Pont-d'Arc, Altamira e Lascaux

Le autorità spagnole stanno contemplando l'eventualità di riaprire al pubblico le grotte di Altamira, dichiarate dall'Unesco Patrimonio dell'umanità, soprattutto per cercare di rilanciare il turismo nella zona, che aveva risentito sensibilmente della loro chiusura. L'ipotesi è discussa in un articolo pubblicato su "Science", a firma di un gruppo di ricercatori che in questi anni hanno studiato le condizioni del sito.
Altamira è famosa per le magnifiche pitture rupestri risalenti a 15.000 anni fa, dipinte dalle popolazioni di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore che popolavano all'epoca la regione. Nel 1977, quando attirava quasi 200.000 visitatori all'anno, la grotta di Altamira venne chiusa alle visite a causa del deterioramento che avevano iniziato a subire le pitture rupestri, per essere riaperta nel 1982, dopo un'analisi microclimatica, ma con una forte limitazione del pubblico ammesso, attorno alle 10.000 persone all'anno, in modo da mantenere a livelli ridotti le quantità di anidride carbonica rilasciate dalla respirazione dei visitatori in quell'ambiente, come pure i tassi di umidità, i principali fattori di deterioramento individuati all'epoca...
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...Lascaux assieme agli altri siti francesi e cantabrici è la testimonianza della conquista 
della stazione eretta non solo nel camminare, ma anche nel dipingere la propria 
spiritualità. 
Scendere nelle grotte della Dordogna - in senso fisico ed intellettuale - ci permette di 
osservare in uno specchio di roccia vecchio di 20.000 anni i lineamenti dei nostri 
antenati; capire che il colore rosso con cui sono tracciati mammut e tori è impastato 
con il nostro stesso sangue, quei segni graffiati con un sasso ci portano a 
comprendere che noi, oggi, apparteniamo alla stessa razza di quei cavernicoli che 
abitarono le grotte della Francia sud-occidentale e le cuevas dei Pirenei; queste grotte 
sono la nostra casa più antica.  
Fuori, nelle foreste, intorno al riparo di Lascaux  i grandi animali c’erano davvero! 
Erano orsi, mammut e bisonti, tori e cavalli takhi, renne...


da qui


A dispetto delle polemiche sulla loro datazione, le straordinarie pitture che decorano le pareti della grotta di Chauvet, nella regione francese dell'Ardèche, sono la più antica, e la più raffinata, manifestazione di arte pittorica rupestre conosciuta. La conferma, indipendente dalla datazione al radiocarbonio, viene da uno studio condotto da ricercatori dell’Université de Savoie/CNRS e dell’Aix-Marseille Université di cui riferisce un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
La grotta di Chauvet è un sito di eccezionale interesse per lo stato di conservazione delle bellissime pitture che ne ornano le pareti, per i temi pittorici raramente presenti in altri siti, come le raffigurazioni di felini e rinoceronti, ma anche per la maestria con cui gli autori hanno padroneggiato una tecnica pittorica che non si riscontra in alcun altro sito di arte rupestre del Paleolitico. 


Difatti, sulla base della sola analisi stilistica, inizialmente le pitture di Chauvet erano state fatte risalire a un periodo relativamente recente, compreso fra il Solutreano, fra i 22.000 e i 17.000 anni fa, e il Magdaleniano, fra i 17.000 e i 10.000 anni fa. In seguito, però, la datazione al radiocarbonio aveva stabilito una collocazione temporale molto anteriore, compresa fra i 32.000 e i 30.000 anni fa...
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per visitare la grotta


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