venerdì 3 ottobre 2014

arriverà l'inverno a Gaza

Umm Raed al-Abadla appende i vestiti dei suoi figli su una corda che ha legato tra due alberi davanti alla tenda della sua famiglia. La famiglia risiede qui, fuori dallo Shifa Hospital di Gaza, da quando sono scappati dalla loro casa  distrutta dall'artiglieria israeliana durante il recente conflitto."Questa tenda è fatta di pezzi di stoffa  ed è la nostra unica protezione dal calore del sole. L'inverno arriverà presto e non abbiamo una casa sicura", ha detto ad Al-Monitor.
Teme che la sua famiglia di otto membri sarà esposta al freddo pungente e alla pioggia, che la loro vita si trasformerà in un inferno insopportabile, notando che la sua famiglia non può permettersi di affittare un appartamento a causa dei prezzi elevati  dei proprietari che sfruttano la situazione.Secondo una dichiarazione dell'Agenzia del soccorso e lavori delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (UNRWA), circa 60.000 unità abitative sono state danneggiate durante la guerra a Gaza, di queste 20.000 sono diventate inabitabili. L'UNRWA ha sottolineato la necessità di fornire un sostegno finanziario per assicurare una sistemazione alternativa agli sfollati prima dell'inizio dell'inverno.
Umm Raed ha spiegato ad Al-Monitor che il marito passa la maggior parte del suo tempo in un'altra tenda situata sulle macerie della loro casa distrutta, sperando che i comitati incaricati di redigere la valutazione della devastazione dei danni appaiano. "Fino a questo momento nessuna autorità ha fornito un alloggio alternativo alla nostra famiglia. Sentiamo solo promesse "
La distribuzione di piccoli container mobili, come le roulottes, era una delle soluzioni alternative per contrastare la minaccia. Questa è stata fornita dal comitato degli Emirati Arabi Uniti  che ha attrezzato e distribuito circa un centinaio di roulottes mobili per gli sfollati nella città di Khuza'a a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Il capo del comitato, Imad Haddad, ha dichiarato all' agenzia di stampa locale Safa che questi caravan rappresentano una soluzione di riparo parziale e veloce per le famiglie sfollate, potendo ospitare fino a sei persone.
Il residente di Gaza Raafat Magari ha respinto l'idea di utilizzare un caravan per ospitare la sua famiglia di 11 persone. "Questo non risolve la crisi. I caravan sono piccoli e non possono essere un rifugio sicuro durante la stagione invernale ", ha detto ad Al-Monitor.
Magari e alcuni dei suoi figli vivono nella loro casa parzialmente distrutta nel quartiere di Shajaiya a est di Gaza, nonostante il pericolo di risiedervi a causa di pareti e soffitti incrinati. Sua moglie e gli altri figli vivono nella casa di suo padre, temendo che la loro vecchia casa potrebbe crollare in qualsiasi momento."Non c'è posto per noi diverso da questa casa distrutta. Temo che si sgretoli tutto sopra le nostre teste con la prima pioggia invernale. Vogliamo che la nostra casa distrutta sia ricostruita e le nostre famiglie riunite. Le autorità interessate devono assumersi le proprie responsabilità."
L'inviato ONU per il Medio Oriente Robert Serry ha annunciato il 17 settembre che l'ONU, Israele e l'Autorità palestinese hanno raggiunto un accordo che consente l'avvio di lavori di ricostruzione nella Striscia di Gaza, assicurando il controllo dei materiali da costruzione in modo che siano utilizzati per corretti scopi di opere civili . L'esperto economico Maher al-Tabbah ritiene che questa soluzione "non soddisfa le esigenze dei palestinesi" e "non dà ai cittadini il diritto di acquistare liberamente cemento e materiali da costruzione.  I  palestinesi devono ottenere l'approvazione  israeliana per costruire tutte le unità abitative. I materiali di costruzione che entrano a Gaza saranno soggetti a uno stretto controllo da parte degli ispettori delle Nazioni Unite. Ciò  costringerebbe un cittadino che vuole costruire una stanza in più in casa sua a ottenere l'autorizzazione da Israele per acquistare cemento e materiali da costruzione", sottolineando che ci vorranno 20 anni per la ricostruzione di Gaza.
Il 26 agosto, un cessate il fuoco tra le due parti è stato mediato dall'Egitto, garantendo l'apertura dei valichi commerciali e la ricostruzione della Striscia di Gaza. Inoltre, una conferenza internazionale per la ricostruzione al Cairo è prevista per il 12 ottobre, ma i valichi rimangono chiusi e la ricostruzione deve ancora iniziare 
Nel corso di una riunione tenutasi tra le loro delegazioni al Cairo il 25 settembre, Hamas e Fatah hanno concordato sul dare la piena autorità al governo per  "realizzare i piani previsti per la ricostruzione di Gaza il più presto possibile, dando la massima priorità alla ricostruzione di case, scuole e ospedali, "Anche se i  valichi saranno aperti ed i materiali di costruzione ammessi a Gaza, gli sfollati dovranno affrontare il loro destino durante la stagione invernale  con le  possibili inondazioni che ciò  potrebbe portare.

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