Questo è un articolo di Miko Peled comparso sul suo
blog (originale più sotto) e che ho tradotto. Il tweet che rimandava
all’articolo aveva il titolo che compare qui sopra ma il pezzo è stato scritto
prima del riconoscimento dello stato palestinese da parte del vaticano.
Miko lo ha riteewttato perché gli argomenti che inducevano alla prudenza
quando è stato scritto (dopo il riconoscimento della GB e della Svezia)
sono forse ancora più attuali dopo l’adesione del Vaticano. Buona lettura e
scusate gli eventuali errori. Gianni Lixi (un consiglio in particolare a chi ha qualche mal di
pancia quando parla un Israeliano, sopratutto figlio di un Generale:leggete
l’articolo sino alla fine).
Il riconoscimento da parte dei paesi europei di un
cosiddetto “Stato Palestinese”, sta mettendo sempre più in evidenza che questo
non è altro che un vecchio trucco del colonialismo spolverato e riutilizzato.
Il fatto che gli ipocriti scrittori Sionisti (liberali?) Amos Oz e David
Grossman sono entusiasticamente d’accordo la dice lunga sulla iniziativa . Nei
rapporti triangolari tra gli europei, il regime coloniale in Palestina
(Israele), ed i palestinesi, tutto rimane lo stesso.
Come al solito, per interessi
europei , ad Israele è consentito di continuare il suo brutale regime coloniale
sulla Palestina, ed i palestinesi sono sempre lasciati soli. Il riconoscimento
dello “Stato di Palestina” non è altro che quello che Franz Fanon chiama “la
farsa dell’indipendenza nazionale” (Franz Fanon, “I dannati della terra”). Esso
assicura ad un selezionato gruppo di palestinesi l’illusione del potere
con titoli come “presidente” “ministro” “ambasciatore”, insieme al solito
titolo più ambito di tutti che rimane sempre “Responsabile della
Sicurezza”, ed assolve gli europei dalla loro complicità con Israele.
Per alcuni paesi europei ora la
Palestina è uno stato . Per paesi come la Gran Bretagna, la Svezia e gli altri
che si sono aggiunti (ora anche il Vaticano ndt) hanno anche un “Presidente!”.
Non importa che nulla sia cambiato. Gaza è ancora sotto assedio senza che
in vista ci sia una soluzione, i prigionieri palestinesi si consumano nelle
carceri dei colonizzatori, bande di israeliani armati e l’organizzazione
terroristica conosciuta come l’IDF (l’esercito israeliano ndt) stanno
terrorizzando i palestinesi, nella Knesset vengono approvate leggi sempre più
razziste, e a nessun rifugiato è permesso il diritto al ritorno. Dovremo
tutti aprire gli occhi e ricordarci che nella storia il
riconoscimento di uno “Stato” che non esiste non è una novità ed ha il solo
scopo di delegittimare la resistenza ad un regime coloniale razzista.
E’stato utilizzato dagli europei in Africa nelle ex colonie ed in altre parti
del mondo ed è una soluzione che è stata sempre accolta con entusiasmo dai
colonialisti liberali.
I“Liberal” israeliani che
godono dei privilegi del regime razzista in Palestina, citano persone come mio
padre, il generale in pensione Matti Peled, e altri come lui, che nonostante
non sconfessino il sionismo chiedono che sia concesso ai palestinesi il
diritto all’autodeterminazione, ma solo all’interno di un piccola zona,
definita naturalmente da Israele, in modo da poter mantenere il nostro regime
razzista ed allo stesso tempo mostrarsi di vedute aperte.
Questo è quello che pensano
quegli israeliani che pur condannando le politiche israeliane continuano
a vedere lo stato di Israele come parte della soluzione. Credono che la
soluzione dei “due Stati” sia il primo passo verso una singola democrazia
unificata, una dichiarazione che dimostra solo l’ignoranza di queste persone.
Per i Palestinesi non ha
più senso esprimersi a parole contro l’ingiustizia. Ed in realtà questo
non è mai stato sufficiente. Come persone di coscienza dobbiamo agire per la
rimozione dell’ingiustizia e la sua sostituzione con un sistema democratico
libero. Ma molti dimenticano che questo obiettivo può essere raggiunto
solo attraverso una lotta. Non una versione intellettualizzata di una lotta,
come spesso suggerito da alcuni liberali israeliani, ma una vera e propria
lotta che è l’unico modo per sconfiggere i regimi razzisti coloniali.
Sia i Sionisti liberal (?
ossimoro ndt), e anche alcuni considerati progressisti sono convinti che
la soluzione si possa trovare continuando a parlare ed a dibattere con
discussioni infinite. Ed è per questo che organizzazioni come l’Autorità
Palestinese, o anche alcune organizzazioni non governative che sono fiorite in
Palestina sono molto apprezzate da questi israeliani. Riducono la lotta ad un
dibattito filosofico – politico sui temi dei diritti umani e dell’autodeterminazione.
Consentono alle persone di vivere nell’illusione che il colonialismo può essere
risolto al tavolo dei negoziati. Promuovono l’inganno che, se solo i giovani
ragazzi e ragazze palestinesi potessero incontrarsi e giocare con ragazzi e ragazze
israeliani in un campo estivo, poi un giorno tutto si risolverà. Ma i giovani
israeliani ritornano e servire il brutale esercito del regime coloniale ed i
giovani palestinesi ritornano ai campi profughi, ai vari campi di
concentramento e alle prigioni a cielo aperto che Israele ha creato per loro, e
ad essere residenti indesiderati nella propria terra.
Ma, come Franz Fanon scrive in “I
dannati della Terra”, “Il colonialismo non è una macchina in grado di pensare,
un corpo dotato di ragione. E ‘ la violenza nuda e cede solo quando si
confronta con una violenza maggiore” . Mio padre e gli altri sionisti liberali
sbagliavano allora ed i loro successori sbagliano adesso. Perchè non c’è modo
di fermare la macchina coloniale una volta avviata. Non si può contenere la sua
fame insaziabile, la sua sete di potere e la sua forza brutale. Questo è il
motivo per cui un “campo della pace sionista” è una farsa, è per questo che non
vi è alcuna possibilità di pace con il regime dell’apartheid noto come Israele.
I governi europei hanno sempre
storicamente disprezzato le persone che non erano bianche e cristiane come
loro. La loro è una storia di colonialismo brutale, di furto di terre e
di risorse e ci si chiede se l’Africa e parte del Medio Oriente non sarebbero
adesso delle prosperose democrazie se non fosse stato per le politiche avide ed
assassine dei colonizzatori del passato. Quelli di noi che hanno a cuore e anzi
lottano per la giustizia in Palestina sarebbe bene che non cadano nei
vecchi trucchi coloniali. Piuttosto dovremmo richiedere che si riconosca che
Israele è terra occupata della Palestina, che tutte le città israeliane sono
insediamenti illegali, e che è il momento di liberare la Palestina e il suo
popolo dal regime coloniale illegittimo noto come Israele.
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