sabato 16 maggio 2015

Non siate troppo entusiasti del riconoscimento dello stato Palestinese che ha fatto il Vaticano – Miko Peled (trad. Gianni Lixi)

Questo è un articolo di Miko Peled comparso sul suo blog (originale più sotto) e che ho tradotto. Il tweet che rimandava all’articolo aveva il titolo che compare qui sopra ma il pezzo è stato scritto prima del riconoscimento dello stato palestinese da parte del vaticano.  Miko lo ha riteewttato perché gli argomenti che inducevano alla prudenza quando è stato scritto (dopo il riconoscimento della GB e della Svezia) sono forse ancora più attuali dopo l’adesione del Vaticano. Buona lettura e scusate gli eventuali errori.  Gianni Lixi (un consiglio in particolare a chi ha qualche mal di pancia quando parla un Israeliano, sopratutto figlio di un Generale:leggete l’articolo sino alla fine).

Il riconoscimento da parte dei paesi europei di un cosiddetto “Stato Palestinese”, sta mettendo sempre più in evidenza che questo non è altro che un vecchio trucco del colonialismo spolverato e riutilizzato. Il fatto che gli ipocriti scrittori Sionisti (liberali?) Amos Oz e David Grossman sono entusiasticamente d’accordo la dice lunga sulla iniziativa . Nei rapporti triangolari tra gli europei, il regime coloniale in Palestina (Israele), ed i  palestinesi, tutto rimane lo stesso.
Come al solito, per interessi europei , ad Israele è consentito di continuare il suo brutale regime coloniale sulla Palestina, ed i palestinesi sono sempre lasciati soli. Il riconoscimento dello “Stato di Palestina” non è altro che quello che Franz Fanon chiama “la farsa dell’indipendenza nazionale” (Franz Fanon, “I dannati della terra”). Esso assicura ad  un selezionato gruppo di palestinesi l’illusione del potere con titoli come “presidente” “ministro” “ambasciatore”, insieme al solito titolo più ambito di tutti che rimane sempre  “Responsabile della Sicurezza”,  ed assolve gli europei dalla loro complicità con Israele.
Per alcuni paesi europei ora la Palestina è uno stato . Per paesi come la Gran Bretagna, la Svezia e gli altri che si sono aggiunti (ora anche il Vaticano ndt) hanno anche un “Presidente!”. Non importa che nulla sia  cambiato. Gaza è ancora sotto assedio senza che in vista ci sia una soluzione, i prigionieri palestinesi si consumano nelle carceri dei colonizzatori, bande di  israeliani armati e l’organizzazione terroristica conosciuta come l’IDF (l’esercito israeliano ndt) stanno terrorizzando i palestinesi, nella Knesset vengono approvate leggi sempre più razziste, e a nessun  rifugiato è permesso il diritto al ritorno. Dovremo tutti aprire gli occhi e ricordarci che nella storia   il riconoscimento di uno “Stato” che non esiste non è una novità ed ha il solo scopo  di delegittimare la resistenza ad un regime coloniale razzista. E’stato utilizzato dagli europei in Africa nelle ex colonie ed in altre parti del mondo ed è una soluzione che è stata sempre accolta con entusiasmo dai colonialisti liberali.
I“Liberal” israeliani che  godono dei privilegi del regime razzista in Palestina, citano persone come mio padre, il generale in pensione Matti Peled, e altri come lui, che nonostante non sconfessino il sionismo chiedono che sia concesso ai  palestinesi il diritto all’autodeterminazione, ma solo all’interno di un piccola zona, definita naturalmente da Israele, in modo da poter mantenere il nostro regime razzista ed allo stesso tempo mostrarsi di vedute aperte.
Questo è quello che pensano quegli israeliani che pur condannando le politiche israeliane  continuano a vedere  lo stato di Israele come parte della soluzione. Credono che la soluzione dei “due Stati” sia il primo passo verso una singola  democrazia unificata, una dichiarazione che dimostra solo l’ignoranza di queste persone.
Per i Palestinesi  non ha  più senso esprimersi a parole contro l’ingiustizia. Ed in realtà questo non è mai stato sufficiente. Come persone di coscienza dobbiamo agire per la rimozione dell’ingiustizia e la sua sostituzione con un sistema democratico libero. Ma molti dimenticano che questo  obiettivo può essere raggiunto solo attraverso una lotta. Non una versione intellettualizzata di una lotta, come spesso suggerito da alcuni liberali israeliani, ma una vera e propria lotta che è l’unico modo per sconfiggere i regimi razzisti coloniali.
Sia i Sionisti liberal (? ossimoro ndt), e anche alcuni considerati  progressisti sono convinti che la soluzione si possa trovare continuando a parlare ed a dibattere con discussioni infinite. Ed è per questo che organizzazioni come l’Autorità Palestinese, o anche alcune organizzazioni non governative che sono fiorite in Palestina sono molto apprezzate da questi israeliani. Riducono la lotta ad un  dibattito filosofico – politico sui temi dei diritti umani e dell’autodeterminazione. Consentono alle persone di vivere nell’illusione che il colonialismo può essere risolto al tavolo dei negoziati. Promuovono l’inganno che, se solo i giovani ragazzi e ragazze palestinesi potessero incontrarsi e giocare con ragazzi e ragazze israeliani in un campo estivo, poi un giorno tutto si risolverà. Ma i giovani israeliani ritornano e servire il brutale esercito del regime coloniale ed i giovani palestinesi ritornano ai campi profughi, ai vari campi di concentramento e alle prigioni a cielo aperto che Israele ha creato per loro, e ad essere residenti indesiderati nella propria terra.
Ma, come Franz Fanon scrive in “I dannati della Terra”, “Il colonialismo non è una macchina in grado di pensare, un corpo dotato di ragione. E ‘ la violenza nuda e cede solo quando si confronta con una violenza maggiore” . Mio padre e gli altri sionisti liberali sbagliavano allora ed i loro successori sbagliano adesso. Perchè non c’è modo di fermare la macchina coloniale una volta avviata. Non si può contenere la sua fame insaziabile, la sua sete di potere e la sua forza brutale. Questo è il motivo per cui un “campo della pace sionista” è una farsa, è per questo che non vi è alcuna possibilità di pace con il regime dell’apartheid noto come Israele.
I governi europei hanno sempre storicamente disprezzato le persone che non erano bianche e cristiane come loro. La loro è  una storia di colonialismo brutale, di furto di terre e di risorse e ci si chiede se l’Africa e parte del Medio Oriente non sarebbero adesso delle prosperose democrazie se non fosse stato per le politiche avide ed assassine dei colonizzatori del passato. Quelli di noi che hanno a cuore e anzi lottano per la giustizia in Palestina sarebbe bene che non cadano  nei vecchi trucchi coloniali. Piuttosto dovremmo richiedere che si riconosca che Israele è terra occupata della Palestina, che tutte le città israeliane sono insediamenti illegali, e che è il momento di liberare la Palestina e il suo popolo dal regime coloniale illegittimo noto come Israele.

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