giovedì 21 maggio 2015

Nasza Klasa (La nostra classe) - Jacek Kaczmarski




LA NOSTRA CLASSE

Che ne è stato della nostra classe?
Chiede Adam a Tel Aviv,
Duro affrontare il tempo oggi,
Duro integrarsi nella vita.
Che ne è stato della nostra classe?
Wojtek, in un porno show in Svezia
Ci scrive: Mi pagano benissimo
Per quel che mi piace fare anche gratis.

Kaśka e Piotrek stanno in Canada,
Laggiù hanno prospettive,
Staszek se la cava negli States,
Paweŀ si è sistemato a Parigi
Gośka e Przemek se la cavano a malapena,
Per maggio aspettano il terzo bambino
Reclamano invano in tutti gli uffici,
Anche loro vogliono emigrare in occidente

Invece Magda è a Madrid,
Sta per sposare un bello spagnolo,
Maciek è morto in dicembre
Quando hanno perquisito gli appartamenti
Maciek, quello che non lo reggeva nessuno
Ché si allontanava a ogni pie' sospinto
È diventato un chirurgo, salva le vite
Ma suo fratello si è impiccato.

Marek è in galera perché non ha voluto
Sparare addosso a Michał,
E io, io scrivo la loro storia
E è tutta la nostra banda al completo.
No, c'è ancora Filip, fa il fisico a Mosca
E raccatta premi a palate
Quando vuole, torna in Polonia
Ricevuto persino dal Primo Ministro

Ho trovato tutta quanta la classe,
In esilio, in patria, al cimitero
Ma qualcosa è cambiato,
Ognuno insegue la sua miseria.
Ho trovato tutta quanta la classe
Cresciuta e diventata più saggia,
Ho lacerato la nostra giovinezza
E non ha fatto nemmeno male...

Non sono più ragazzi, sono uomini,
E sono già donne, non più ragazze.
La giovinezza si cicatrizza alla scelta
E non è colpa di nessuno:
Sono tutti molto responsabili,
Tutti hanno grandi progetti;
Sono tutti, direi, normali,
Ma non vuol dire granché.

Io non so manco cosa sogno
E quale sia la mia stella
Quando tra facce tanto familiari
Cerco sempre facce di bimbi.
E allora perché mi volto sempre
Anche se nessuno mi urla: Amico mio!
Nessuno vuole giocare al rialzo
E nemmeno a nascondino...

I nostri gambi, le noste foglie
Ce le facciamo crescere ognun per sé
E anche le radici, va da sé
In esilio, in patria, al cimitero
E laggiù, sui lati, in su verso il sole
Fino a perderci a destra, a sinistra...
E chi si ricorda che alla fine
È uno solo e lo stesso albero...

da qui (Versione italiana di Riccardo Venturi, dalla versione francese)


ecco il concerto completo:



qui alcuni testi

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