Halldor Laxness ha vinto il premio Nobel per la letteratura, nel 1955, l'ho scoperto da poco.
ho letto questo libro per primo, davvero bello.
una storia di rispettabilità, libertà e violenza, universale, tutti la capiscono, anche se è ambientata un secolo fa in un'isoletta in mezzo all'oceano.
come non soffrire per Rannveig? - franz
…La grande scrittura di Halldór Laxness fa di questo crudele e divertente apologo una lettura indimenticabile. L’ipocrisia e il cinismo della minuscola società di Eyvik e della proba Thuritur sono descritti con un umorismo distaccato che non cede mai al moralismo, ma non impedisce al giudizio essere severo e senza scusanti.
Le belle storie, dice Laxness, cominciano d'estate, quando
gli uccelli cantano e il sole diffonde i suoi raggi su terra e mare. E così, in
un idilliaco clima estivo in cui il fascino della natura d'Islanda agisce come
un incantesimo, inizia, nei toni e nei modi della fiaba, il racconto dell'Onore
della casa. C'erano una volta due sorelle, Thurithur e Rannveig, una bruna e
una bionda, una volitiva e l'altra dolce, ma entrambe belle e ricche: il buon
prevosto, loro padre, è anche il capo della società di pesca locale, raro
esempio di un'ammirevole eccezione al detto evangelico sull'impossibilità di
servire due padroni. Mandata all'estero per l'inevitabile viaggio di formazione
a Copenaghen, Thurithur tornerà pronta per essere ben maritata, lussuosamente
accasata, riverita, considerata il più perfetto esempio delle norme del vivere
sociale, l'incarnazione stessa della Rispettabilità. Identica sorte dovrebbe
toccare alla sorella, ma, ahimè, ben diverso sarà il risultato del soggiorno
danese della buona Rannveig: tornerà incinta, portando un imperdonabile colpo
all'onore della Casa, una scandalosa macchia che va camuffata e nascosta agli
occhi degli altri. Comincia allora l'impari lotta di Thurithur contro i
"si dice" della gente, la sua strenua difesa. E così la fiaba si
capovolge: da rifugio degli affetti la casa si trasforma in prigione, la mite
Cenerentola non trova il principe azzurro, ma le vengono appioppati i più
svariati falliti per rimediare al suo errore, il lieto fine è una sinistra
riconciliazione quando il frutto del peccato sarà finalmente tolto di mezzo.
Sardonico e scanzonato, Laxness, col candore dello spettatore capace di
riferire con dichiarata indulgenza agghiaccianti episodi di cinismo e di
raccontare con l'occhio impassibile del vero umorista scene di grande comicità,
dipinge ipocrisie e ingiustizie in uno spietato "ritratto di
famiglia", che non perde però mai la lievità dell'ironia.
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