martedì 10 giugno 2014

a cosa servono i festival letterari

versione hard:

"I festival letterari sono delle manifestazioni per idioti, per far credere loro di essere intelligenti"

versione soft:

"I festival letterari sono delle manifestazioni per ignoranti, per far credere loro di essere intelligenti"

in ogni caso sono una fiera dalla banalità e della vanità.

(solo per errore si può ascoltare qualcosa di interessante, da parte dei pochi che 
1 - hanno qualcosa da dire 
e che 
2- non si adattano al pubblico che hanno davanti)

2 commenti:


  1. Quindi sarebbe meglio che non ci fossero?

    Personalmente Zagrebelsky non l'ho trovato banale. Eppoi a ben vedere banalità e vanità non sono propri solo dei festival letterari, di conseguenza sarebbero davvero molte le cose che sarebbe meglio non ci fossero.

    Da ingenua (o idiota se preferisci) trovo sia meglio che ci siano, per avere quella pluralità che ci consenta di scegliere, senza obblighi per nessuno...tanto meno per quelli che "sono" più intelligenti! Ciao rosalba

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  2. provo a rispondere per punti

    "banalità e vanità non sono propri solo dei festival letterari, di conseguenza sarebbero davvero molte le cose che sarebbe meglio non ci fossero." mica posso fare tutto io, direbbe Quelo

    "da ingenua (o idiota se preferisci) trovo sia meglio che ci siano" direi che siamo ignoranti, ignoriamo, perché siamo ingenui, che a molti oratori viene detto di esporre concetti facili, se no la ggente non capisce.
    perché un festival abbia successo occorre che ci siano molte persone, e per fale venire occorra che li illuda di capire, e allora un premio nobel dell'economia parla come se fosse al bar, e qualche scrittore parla terra terra, spesso sotto.

    qualcuno che non fa parte della compagnia di giro può scegliere la libertà di non abbassarsi all'uditorio, ma prova ad elevarlo, anche se non tutti capiscono tutto.

    "Quindi sarebbe meglio che non ci fossero? " non bisogna illudersi mai, sono un baraccone che si autosostiene

    aggiungo; come si fa ad accettare sponsorizzazioni dall'ambasciata di un paese in guerra permanente, di occupazione, tra l'altro, senza autocensurarsi?
    forse fra gli ospiti ci sono dei "nemici" del paese dello sponsor?
    e se pure ci fossero, non sarebbero scelti dallo sponsor?
    è l'economia.

    come se il presidente del maggior finanziatore pretendesse di avere in ufficio l'indomani il premio nobel? ma è successo davvero?

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