venerdì 7 novembre 2025

Dopo l’affettività e la sessualità, a quando il consenso per la filosofia? - Luca Tedoldi

 

L’emendamento al disegno di legge Valditara sul “consenso informato” approvato il 15 ottobre in Commissione giustizia alla Camera vieta le attività di educazione all’affettività e alla sessualità, oltre che nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, anche nella scuola secondaria di primo grado (le Medie). Ma anche alle Superiori, dove insegno Filosofia e Storia, le attività dedicate a questi temi sono subordinate al preventivo consenso delle famiglie. E se si parla di consenso, non è certo facile non acconsentire. Il consenso prima di tutto, senza dubbio. Qui se ne parla a proposito di “materie di natura sessuale, affettiva o etica” (temi trattati nelle scuole svedesi a partire dal 1955).

Dunque quest’anno eviterò (e chiederò a tutti i miei colleghi di Filosofia di fare lo stesso) di trattare il Simposio di Platone. Alla fine di quel dialogo il giovane e bello Alcibiade racconta di aver portato a letto Socrate, ma di essere stato rifiutato perché il filosofo mirava all’anima dell’amico e non al suo corpo: indelicato, direi. Ancor peggio è il mito dell’androgino raccontato da Aristofane ad un certo punto del testo: c’erano una volta alcuni esseri originari, donna-donna e uomo-uomo; quindi nel cercare la loro metà perduta, non possono che esprimere la loro natura omosessuale! Abbiamo tre tipi di androgini e due tra questi sono omosessuali, racconta Platone. Ecco, forse meglio di no, censuriamo Platone. Anche tutto, se no da soli si trovano tutto quello che cercano, come dei ladri al Louvre. Meglio Dante che fa finire il suo maestro sodomita all’Inferno, a correre nudo sulla sabbia infuocata sotto una pioggia di fuoco.

Mettiamo via, come fosse uno smartphone da espellere, anche la filosofia dell’antico Diogene, che era uno che non aveva il buon garbo di non alludere alle sue masturbazioni, e quella di Epicuro, che nella Lettera a Meneceo dice che il piacere non è quello delle feste, e va bene, non è quello delle donne, e passi, ma dice che non è neppure quello dei fanciulli, e qui toccherebbe anche parlare di pedofilia. Poi finisce che gli studenti mi chiedono di parlare di Abelardo, un chierico di trentotto anni che s’innamorò della sua allieva diciassettenne, Eloisa. Dalla quale ebbe anche un figlio. Con l’epilogo non particolarmente felice della castrazione. Fu uno dei grandi sostenitori dell’etica dell’intenzione, ma lasciamo perdere: cassato, cancellato. Defenestrato anche Erasmo da Rotterdam, che nel paragrafo 11 dell’Elogio della follia, dice: “È forse con la testa, col volto, col cuore, con la mano, con l’orecchio (parti considerate tutte oneste) che si generano gli Dèi e gli uomini? No davvero! Propagatrice del genere umano è quella parte così assurda e ridicola che non si può neppure nominare senza ridere. Quello è il sacro fonte a cui tutto attinge la vita!” Materia di natura sessuale? Allora niente da fare. Bisognerebbe evitare anche ogni contenuto didattico su Youtube perché partono subito le pubblicità e tutti sanno quanto siano piene di allusioni sessuali.

Basta un genitore contrario e tutto crolla, i progetti non vengono approvati, occorre trovare un’alternativa didattica per gli studenti esclusi e la relazione affettiva la s’impara sul porn… voglio dire, su Internet. Vogliamo evitare di mettere in imbarazzo i consigli di classe aperti trattando con i genitori temi così indecorosi? Tagliamoli a prescindere e buonanotte. Dovrei forse chiedere ai gentili genitori se vogliano acconsentire all’approfondimento della teoria della metafisica sessuale di Arthur Schopenhauer? Il filosofo tedesco sostiene che quando ci innamoriamo in realtà non c’è nulla di autentico o autonomo o libero in quell’amore, perché tutto dipende da una forza cieca e sovraindividuale che è la Specie umana, o il Genio della Specie, come lo chiama lui, che vuole solo usarci per mandare avanti quella farsa che è la storia dell’uomo sul pianeta. Questa è la truffa più efficace e nascosta tramata dalla Volontà di vivere, che vuole solo nuovi figli, nuova carne umana, altre illusioni. Uno sguardo innamorato non è altro che il mezzo brutale di una futura procreazione. Qualche genitore particolarmente ossessionato dalla diffusione dell’omosessualià potrebbe saltare in piedi ed applaudire: sì, bravo Schopenhauer! Secondo questa teoria non c’è spazio per certa gente! Il Genio della specie è etero e va elogiato: che si faccia la lezione sulla metafisica dell’amore per Chopin o come si chiama! E gli altri genitori? Sarebbero tutti d’accordo? Se sollevassero dubbi, potrei forse imitare più alti esempi e scappare, come se fossi un politico terrorizzato dalla libera stampa?

Non sarebbe più facile ottenere l’unanimità sulla scelta del sintagma “tema sensibile”? Tema sensibile: ossia, che non se ne parli. Tabù, nulla, niente. Non sia citato il male, non si parli del corpo, non esiste ciò che è scabroso. Basta con Freud e tutti i suoi seguaci. Gli stadi della sessualità infantile? Anatema! La fase anale? Orrore! Niente filosofe femministe. Pentitevi voi anime prave! Dopo l’Indice dei libri proibiti, l’indice dei filosofi proibiti, più o meno tutti dall’Umanesimo in poi. Anzi, anche prima, perché può capitare che qualcuno parli di Saffo o di Christine de Pizan! Tutti troppo irriverenti e laici, per carità. Per non parlare dell’arte, della biologia, dell’anatomia, della letteratura. Che temi filosofici potrei trattare quest’anno? Servitù volontaria e tirannide mediatica? Fallimento dell’Illuminismo e bigottismo anti-scientifico? Temi sensibili.

Ecco, si scherza, ma quanti ancora permettono che si coltivi questo sterminato latifondo dell’ignoranza, quanti accettano la barbarie di questo populismo retrivo? Sulla melassa della sua illusione di purezza, del delirio di un mondo privo di differenze, privo di male, privo di complessità, si aggirano mosche ottuse, e sappiamo bene quali sono i gusti delle mosche. Invece di temere un’ideologia gender che non esiste, non sarebbe il caso di ricordarsi che a educare alle relazioni ci hanno sempre pensato le buone lezioni di letteratura, filosofia, storia, arte, teatro? E che insegnare rispetto, parità, empatia, conoscenza e consenso non può e non deve far paura? 

da qui

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