L’emendamento al disegno di legge Valditara sul “consenso informato” approvato il 15 ottobre in Commissione giustizia alla Camera vieta le attività di educazione all’affettività e alla sessualità, oltre che nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, anche nella scuola secondaria di primo grado (le Medie). Ma anche alle Superiori, dove insegno Filosofia e Storia, le attività dedicate a questi temi sono subordinate al preventivo consenso delle famiglie. E se si parla di consenso, non è certo facile non acconsentire. Il consenso prima di tutto, senza dubbio. Qui se ne parla a proposito di “materie di natura sessuale, affettiva o etica” (temi trattati nelle scuole svedesi a partire dal 1955).
Dunque
quest’anno eviterò (e chiederò a tutti i miei colleghi di Filosofia di
fare lo stesso) di trattare il Simposio di Platone. Alla
fine di quel dialogo il giovane e bello Alcibiade racconta di aver portato a
letto Socrate, ma di essere stato rifiutato perché il filosofo mirava all’anima
dell’amico e non al suo corpo: indelicato, direi. Ancor peggio è il mito
dell’androgino raccontato da Aristofane ad un certo punto del testo: c’erano
una volta alcuni esseri originari, donna-donna e uomo-uomo; quindi nel cercare
la loro metà perduta, non possono che esprimere la loro natura omosessuale!
Abbiamo tre tipi di androgini e due tra questi sono omosessuali, racconta
Platone. Ecco, forse meglio di no, censuriamo Platone. Anche tutto, se
no da soli si trovano tutto quello che cercano, come dei ladri al Louvre.
Meglio Dante che fa finire il suo maestro sodomita all’Inferno, a correre nudo
sulla sabbia infuocata sotto una pioggia di fuoco.
Mettiamo
via, come fosse uno smartphone da espellere, anche la
filosofia dell’antico Diogene, che era uno che non aveva il buon garbo di non
alludere alle sue masturbazioni, e quella di Epicuro, che
nella Lettera a Meneceo dice che il piacere non è quello delle
feste, e va bene, non è quello delle donne, e passi, ma dice che non è neppure
quello dei fanciulli, e qui toccherebbe anche parlare di pedofilia. Poi finisce
che gli studenti mi chiedono di parlare di Abelardo, un chierico di trentotto
anni che s’innamorò della sua allieva diciassettenne, Eloisa. Dalla quale ebbe
anche un figlio. Con l’epilogo non particolarmente felice della castrazione. Fu
uno dei grandi sostenitori dell’etica dell’intenzione, ma lasciamo perdere:
cassato, cancellato. Defenestrato anche Erasmo da Rotterdam, che
nel paragrafo 11 dell’Elogio della follia, dice: “È forse con la testa,
col volto, col cuore, con la mano, con l’orecchio (parti considerate tutte oneste)
che si generano gli Dèi e gli uomini? No davvero! Propagatrice del genere umano
è quella parte così assurda e ridicola che non si può neppure nominare senza
ridere. Quello è il sacro fonte a cui tutto attinge la vita!” Materia di natura
sessuale? Allora niente da fare. Bisognerebbe evitare anche ogni contenuto
didattico su Youtube perché partono subito le pubblicità e tutti sanno quanto
siano piene di allusioni sessuali.
Basta un
genitore contrario e tutto crolla, i progetti non vengono approvati, occorre trovare
un’alternativa didattica per gli studenti esclusi e la relazione
affettiva la s’impara sul porn… voglio dire, su Internet. Vogliamo evitare
di mettere in imbarazzo i consigli di classe aperti trattando con i genitori
temi così indecorosi? Tagliamoli a prescindere e buonanotte. Dovrei forse chiedere
ai gentili genitori se vogliano acconsentire all’approfondimento della teoria
della metafisica sessuale di Arthur Schopenhauer? Il filosofo tedesco
sostiene che quando ci innamoriamo in realtà non c’è nulla di autentico o
autonomo o libero in quell’amore, perché tutto dipende da una forza cieca e
sovraindividuale che è la Specie umana, o il Genio della Specie, come lo chiama
lui, che vuole solo usarci per mandare avanti quella farsa che è la storia dell’uomo
sul pianeta. Questa è la truffa più efficace e nascosta tramata dalla Volontà
di vivere, che vuole solo nuovi figli, nuova carne umana, altre illusioni. Uno
sguardo innamorato non è altro che il mezzo brutale di una futura procreazione.
Qualche genitore particolarmente ossessionato dalla diffusione
dell’omosessualià potrebbe saltare in piedi ed applaudire: sì, bravo
Schopenhauer! Secondo questa teoria non c’è spazio per certa gente! Il Genio
della specie è etero e va elogiato: che si faccia la lezione sulla metafisica
dell’amore per Chopin o come si chiama! E gli altri genitori? Sarebbero tutti
d’accordo? Se sollevassero dubbi, potrei forse imitare più alti esempi e
scappare, come se fossi un politico terrorizzato dalla libera stampa?
Non sarebbe
più facile ottenere l’unanimità sulla scelta del sintagma “tema
sensibile”? Tema sensibile: ossia, che non se ne parli. Tabù,
nulla, niente. Non sia citato il male, non si parli del corpo, non esiste ciò
che è scabroso. Basta con Freud e tutti i suoi seguaci. Gli stadi della
sessualità infantile? Anatema! La fase anale? Orrore! Niente filosofe
femministe. Pentitevi voi anime prave! Dopo l’Indice dei libri
proibiti, l’indice dei filosofi proibiti, più o meno tutti dall’Umanesimo in
poi. Anzi, anche prima, perché può capitare che qualcuno parli di Saffo o
di Christine de Pizan! Tutti troppo irriverenti e laici, per carità. Per
non parlare dell’arte, della biologia, dell’anatomia, della letteratura.
Che temi filosofici potrei trattare quest’anno? Servitù volontaria e tirannide
mediatica? Fallimento dell’Illuminismo e bigottismo anti-scientifico? Temi
sensibili.
Ecco, si
scherza, ma quanti ancora permettono che si coltivi questo sterminato latifondo
dell’ignoranza, quanti accettano la barbarie di questo populismo retrivo? Sulla
melassa della sua illusione di purezza, del delirio di un mondo privo di
differenze, privo di male, privo di complessità, si aggirano mosche ottuse, e
sappiamo bene quali sono i gusti delle mosche. Invece di temere un’ideologia
gender che non esiste, non sarebbe il caso di ricordarsi che a educare
alle relazioni ci hanno sempre pensato le buone lezioni di letteratura,
filosofia, storia, arte, teatro? E che insegnare rispetto, parità,
empatia, conoscenza e consenso non può e non deve far paura?
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