articoli di Cobasscuolapalermo e Alex Corlazzoli con video di Matteo Saudino e Giuliano Marrucci e la richiesta ai rettori italiani di dimissioni da Med-Or
Il MIM annulla il Corso «La Scuola non si arruola»
Di seguito la comunicazione agli oltre 1.000 iscritti/e al corso inviata dal Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali – CESTES, a cui esprimiamo la nostra vicinanza e completo sostegno.
Restano confermate tutte le mobilitazioni pomeridiane. QUI l’elenco in aggiornamento.
__________
Siamo desolati di comunicare che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso «4 novembre, la scuola non si arruola» che, infatti, non risulta più attivo sulla piattaforma Sofia. Pertanto non sarà possibile fruire del permesso per formazione che deve essere annullato da ognuno di voi.
Le motivazioni ufficiali sono che (si cita testualmente il decreto): «L’iniziativa “La scuola non si arruola” non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel CCNL scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016».
Il MIM sta sostanzialmente dicendo che un corso che ha come oggetto un tema estremamente attuale come la guerra e se l’educazione debba essere educazione alla pace e al rifiuto delle armi come soluzione dei conflitti non è oggetto di dibattito pedagogico, nonostante l’articolo 11 della Costituzione, per cui l’Italia ripudia la guerra.
I legali del CESTES stanno operando per restituire il diritto alla formazione libera e consapevole ad ogni docente.
Riteniamo urgente questa prima comunicazione, per consentire a ognuno di ritirare il permesso per formazione già chiesto e non incorrere in conseguenze disciplinari. Forniremo maggiori informazioni e approfondimenti successivamente in altre sedi.
Siamo certi di potere confidare nel vostro sostegno.
Cordiali saluti
Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali
___________
QUI la petizione da sottoscrivere
QUI il comunicato stampa unitario
QUI il comunicato del Movimento di Cooperazione Educativa – MCE
QUI l’articolo di Pasquale Almirante su Tecnica della Scuola
QUI l’articolo di Chiara Sgreccia su Domani
QUI l’articolo di Federico Rucco su Contropiano
“Non coerente con la formazione professionale”: il ministero boicotta il convegno anti riarmo dei prof. La protesta: “Limitata la nostra libertà” – Alex Corlazzoli
L’evento online era previsto per il 4 novembre: era stato organizzato dal Cestes (Centro studi trasformazioni economiche sociali, accreditato da viale Trastevere) in collaborazione con l’Osservatorio nazionale contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Più di mille insegnanti si erano già iscritti
“L’iniziativa ‘La scuola non si arruola‘ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel Ccnl scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016”. Con queste quattro righe, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo il bavaglio al convegno organizzato online per il 4 novembre dal Cestes (Centro studi trasformazioni economiche sociali, accreditato da viale Trastevere) in collaborazione con l’Osservatorio nazionale contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Più di mille insegnanti che si erano iscritti, godendo com’è previsto dalla Legge di un permesso giornaliero per formazione ai sensi del’ articolo 36 del Ccnl 2019/2, dovranno rinunciare a partecipare all’iniziativa.
“Si tratta – spiega a ilfattoquotidiano.it Silvia Bisagna che ha seguito l’organizzazione – di una grave limitazione alla nostra libertà di formazione. A questo punto vien da pensare che i nostri docenti non possano più parlare di violenza, guerra, Palestina?”. Il convegno non dev’essere piaciuto ai piani alti del ministero. Il programma prevedeva gli interventi di Roberta Leoni, docente e presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sul tema della “Cultura della difesa e militarizzazione dell’istruzione”; Luciano Vasapollo, direttore Cestes dell’Università La Sapienza di Roma che avrebbe parlato di “Una politica culturale del sociale per il mondo multipolare della pace”. A seguire Antonio Mazzeo, docente e giornalista su “Rearm Europe e militarizzazione del sapere” e poi Marco Meotto, docente e ricercatore sugli “Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia: dall’inizio del Novecento alla Palestina odierna”. Tra gli invitati anche Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese pronta a spiegare la “Critica decoloniale dell’accademia neoliberale”. Infine, Raffaele Spiga, di Bds Italia su “Boicottare il pensiero unico militare” e Tommaso Marcon, studente, Osa che aveva come tema “La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara”.
Una giornata ricca di interventi che ora sarà probabilmente rinviata. Nei giorni scorsi il Cestes aveva già ricevuto dal ministero una diffida ove lamentava la presenza dell’Osservatorio tra gli organizzatori ma l’ente accreditato aveva fatto sapere che la regia era in mano loro. Inutile la risposta. Venerdì mattina alle otto è arrivato lo stop. Ora i legali del Cestes stanno operando per restituire il diritto alla formazione libera e consapevole ad ogni docente. “Il ministero – spiega Michele Lucivero dell’Osservatorio – sta sostanzialmente dicendo che un corso che ha come oggetto un tema estremamente attuale come la guerra e se l’educazione debba essere educazione alla pace e al rifiuto delle armi come soluzione dei conflitti non è oggetto di dibattito pedagogico, nonostante l’articolo 11 della Costituzione, per cui l’Italia ripudia la guerra”.
Un nuovo Convegno per il 4 novembre «La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione»
Dopo che il MIM ha annullato il corso di formazione e aggiornamento «La scuola non si arruola», che il CESTES-PROTEO [ente accreditato] aveva organizzato per il 4 novembre 2025, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha deciso di confermare ugualmente la data con un nuovo Convegno che – però – non ha l’accreditamento del MIM, per cui non è possibile chiedere un esonero per formazione per il personale scolastico.
Di seguito il programma e le indicazioni per seguire il Convegno:
La scuola non va alla guerra.
L’educazione alla pace risponde alla repressione
Convegno online 4 novembre, ore 9.00 – 13.00
Modera Serena Tusini
RELAZIONI
Militarizzazione e repressione nella scuola
Roberta Leoni, Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia
Marco Meotto, Docente e ricercatore
Genocidio crimine collettivo. Verso l’israelizzazione della società italiana?
Antonio Mazzeo, Insegnante e giornalista
Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: La Conoscenza non marcia
Mjriam Abu Samra, Ricercatrice e attivista italopalestinese
La scuola per la Palestina: il racconto degli ultimi mesi di lotta
Caterina Donattini, BDS Italia
La libertà delle coscienze e il significato della disobbedienza
Don Andrea Bigalli, Facoltà Teologica dell’Italia Centrale
La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara
Tommaso Marcon, Studente OSA
L’Università ai tempi della crisi tra militarizzazione, repressione e riforme
Leonardo Cusmai, Studente universitario – Cambiare Rotta
Conclusioni: Roberta Leoni, Il 4 novembre non è la nostra festa!
Link del convegno clicca qui
Per le piazze del 4 novembre clicca qui
Invitiamo tutti e tutte, personale della scuola e dell’università, studenti e studentesse, genitori e genitrici a seguire il convegno
Ricordiamo che il corso di formazione non è coperto dall’esonero per i/le docenti
_________________
QUI la locandina del Convegno
Appello urgente ai Rettori italiani: richiesta di Dimissioni da Med-Or
Pubblichiamo la Lettera che come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo inviato agli/alle otto Rettori/Rettrici delle università pubbliche che siedono ancora nel Consiglio di amministrazione della Fondazione Med-Or, legata a Leonardo SpA, azienda produttrice di armi esportate e vendute anche a Israele.
Con la presente desideriamo portare un contributo di riflessione rispetto alla Sua partecipazione al Comitato Scientifico della Fondazione Med-Or, in modo da consentirLe di valutare in modo più approfondito l’opportunità di tale scelta, sia individualmente che come rappresentante del Suo Ateneo.
Questo appello viene inviato in questi giorni anche agli altri Rettori delle Università statali presenti ad oggi nel Comitato di Med-Or (siete rimasti in otto dagli iniziali tredici) e, sull’onda delle imponenti proteste del 22 settembre e del 3 e 4 ottobre che hanno attraversato l’Italia, rinnoviamo l’appello alle dimissioni dalla Fondazione controllata da Leonardo, incriminata per complicità nel genocidio a Gaza.
Riteniamo sia indispensabile prendere le distanze, come singolo e come rappresentante del Suo Ateneo, da una realtà come Med-Or, che porta avanti attività di lobbying in Medio Oriente rispetto ad una serie di interessi legati direttamente all’economia del genocidio.
Nella primavera del 2024, sull’ondata delle proteste studentesche e delle oltre 5 mila firme raccolte nella ns. petizione (vedere link in fondo), avevamo scritto a tutti i Rettori ed a tutte le Rettrici per chiedere di rassegnare le dimissioni e soltanto alcuni hanno proceduto da allora.
Adesso, considerato come nel frattempo sia mutato il contesto dei conflitti in corso producendo una percezione più diffusa di gravità delle situazioni che evidenziavamo un anno fa, abbiamo deciso di ribadire la necessità di tale gesto e Le reiteriamo quindi la richiesta di dimettersi dal Comitato Scientifico di Med-Or per lanciare un segnale di dissociazione del mondo accademico dalle strategie e dalle logiche belliche che il Gruppo Leonardo SpA porta avanti anche attraverso le sue Fondazioni, cercando di coprire le sue mani sporche di sangue indossando l’abito prestigioso e rispettabile del mondo accademico. Non si presti anche Lei al gioco di accreditare i mercanti di morte del settore bellico! Si dimetta da Med-Or e condivida nella CRUI con gli altri colleghi Rettori questa eventuale scelta.
Fiduciosi nella comprensione della situazione che Le rappresentiamo, restiamo in attesa di un Suo gesto o di una Sua gradita risposta.
Di seguito troverà alcuni link utili. Ci auguriamo che i nostri spunti siano occasione di una riflessione sulle dimissioni da Med.Or, che riteniamo sempre più urgenti.
Il Progetto MedOr rinsalda il legame tra Italia e Israele. Dalle armi al gas.
Leonardo e la militarizzazione della ricerca accademica | il manifesto.
Fuori le università dalla Fondazione Med-or/Leonardo, produttrice di armi e di morte. Change.org.
La Fondazione | Med-Or
Fondazione Med-Or: riunito il Consiglio di Amministrazione.
Responsabilità di Leonardo SpA davanti a Corte Penale Internazionale.
Ringraziandola in anticipo per la cortese attenzione, Le porgiamo i nostri distinti saluti
Roberta Leoni, Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

Nessun commento:
Posta un commento