sabato 22 novembre 2025

Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia - Michele Ruol

in una famiglia infelice e disgraziata, i genitori sono in rapporti pessimi, sono persone non invidiabili, per essere brevi, i due figli muoiono nel meglio della gioventù in un incidente stradale.

e della dimenticabile vita della famiglia le parole non sono abbastanza, la vita è scandita da moltissimi oggetti (che tutti abbiamo), l'inventario di cui parla il titolo.

una famiglia nella quale non si ride mai, proprio mai.

e forse le famiglie così sono moltissime.

il libro, di una tristezza infinita, ma così a volte è la vita, merita molto.

buona interessante lettura.


 

 

 

La parola “inventario” nel titolo lega subito il romanzo di Ruol al saggio del 1993 che Orlando, in epigrafe, dedicava proprio “Alla memoria dei miei genitori e della loro casa”. Inventario di quel che resta è infatti un libro sulla memoria di due genitori – che nel libro si chiamano Padre e Madre – dei figli Maggiore e Minore morti in un incidente.

La casa che fu della loro famiglia unita viene scandagliata nei suoi più piccoli oggetti e ognuno di essi, dando il titolo ai capitoli, contiene archiviato un frammento di vita del passato o del presente dei protagonisti…

…il romanzo-inventario di Ruol permette al lettore di percepire oggettivamente il passato vivo e umano di Padre, Madre, Maggiore e Minore e il dolore che riconfigura il presente dei due genitori; allo stesso tempo di sentire che c’è dell’altro di indicibile, impercettibile e sfuggevole alla narrazione, cioè la forza dei loro sentimenti e la presenza infinita e incontenibile dell’umano. Non a caso Ruol ha dichiarato di voler esplorare, attraverso questo libro, le dinamiche umane che investono soprattutto i due adulti, prima e dopo il dolore capace di rivoluzionare le loro vite…

da qui

 

Un libro difficile, perché tocca quel che nessuno vuole guardare: l’improvvisa perdita di due figli. Un attimo che cancella il futuro di Maggiore e Minore, un avvenimento che determina un prima e un dopo nella vita di Madre e Padre.  Apre il libro una nota che suona come un sogno al risveglio:

“Questa è un’opera di fantasia, ma è possibile che, nel corso della lettura, incontriate somiglianze o coincidenze con persone, luoghi, accadimenti reali. Per quanto ci sforziamo di inventare, tutto è già accaduto. E tutto accadrà ancora, in forme che non sappiamo prevedere. Possiamo solo immaginare nuovi modi per dire ciò che c’è. Considerate le risonanze come segni del caso o del destino, secondo la vostra teoria del tempo.”

Un avvertimento, forse una difesa. Ma chi legge, sa bene che ogni storia inventata è sempre, anche una storia vera. E poi, che differenza c’è tra caso e destino?

Il caso – scrive Freud (1901) – è ciò che accade nella realtà esterna al di fuori di ogni nostra intenzione. Il destino, invece, lo determiniamo attraverso ripetizioni, atti, scelte in apparenza libere da ogni nostra intenzione ma di fatto rispondono ad un copione interno, inconscio (Freud, 1920).

Dopo questo avvertimento, Ruol, non racconta una storia. Ne lascia affiorare i resti. Lo fa attraverso novantanove oggetti – quanti sono i capitoli del libro – che popolano la casa (parte prima) e l’auto (parte seconda).

Frammenti. Tracce. Impronte. Luoghi psichici da cui, lentamente, emergono oggetti a cui restituire parola e futuro. Ciascuno porta con sé ricordi, affetti, sensazioni, interrogativi strappati al silenzio che risuona tra le pagine bianche…

da qui

 

Ciò che colpisce in maniera particolare di questo Inventario è la cura che Ruol ha impiegato nel non lasciare fuori neanche gli oggetti più insignificanti, anzi nell’essere riuscito a donare loro un significato che raramente entra nel campo del simbolico, penetrando piuttosto nel quotidiano di una vita condivisa. È così folgorante scoprire come oggetti banali quali uno strofinaccio, dei faldoni, persino il raschiaghiaccio presente nell’automobile di famiglia possano portare con sé le memorie di ciò che è accaduto. Il processo è epifanico – e anche altamente catartico – come quando, aprendo il cassetto di un mobile che non usiamo da anni, ritroviamo un oggetto di poco conto, buttato lì per caso, che però è in grado di riportare alla mente episodi di un passato che sembrava sepolto e rimosso. Nel rinvenire 99 oggetti e nell’aver dato loro un ruolo nella grande storia banale di una famiglia qualunque sta la capacità narrativa di Ruol…

da qui

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