Si ha spesso la chiara consapevolezza che ci vengano raccontate bugie e la spiacevole sensazione di vivere in un mondo falsificato, di avere una visione distorta, quando non ribaltata, di ciò che ci accade intorno; e si fa altrettanto spesso fatica a comprendere e discernere la realtà, mentre si prova un senso di paura nel guardarsi a fianco e vedere masse di persone che, non esenti i congiunti, ipnotizzate da decenni di falsità, non riescono a svegliarsi e, come sonnambuli, diventano perfino violente davanti al tentativo altrui di accendere una luce.
Allora, nel
cercare una chiave a questo senso di imbarazzo, pensieri di politica mi si
accostano in maniera naturale al ricordo di un libro dell’antropologo Ernesto
De Martino, che lessi qualche anno fa, sul ruolo della magia nello sviluppo
della psicologia degli individui e della società umana.1
Un sistema
liberista, per sua stessa essenza, si nutre di sfruttamento e di povertà, si
nutre della fame, della distruzione, dell’ignoranza e della paura; e perciò ha
da sempre la continua necessità di creare magicamente un mondo nuovo, in una
eterna palingenesi che rinnovi le condizioni e le ragioni di vita all’interno
della sua struttura sociale.
In termini
più chiari, l’apparato economico-politico che comanda oggi sull’Occidente è
costretto ogni giorno a far ricorso alla menzogna come strumento di magia e a
ricreare così un mondo nuovo, falso, ma rinnovato nella speranza dei popoli di
riaffermare la propria esistenza e il significato di essa, in una società
ostile e di fronte a una perpetua crisi culturale.
Ciò accade
forse a maggior ragione oggi, quando il nostro sistema vive la sua stagione più
paradossale e dicotomizzata, tra una mancanza di alternative organizzate e un
tramonto ormai conclamato e dove dunque la menzogna diventa lo strumento
maligno della magia archetipale umana, strumento attraverso il quale si
soggiogano le nazioni, proprio nel momento stesso in cui esse riaffermano le
proprie istanze di cosmos e di armonica convivenza.
La magia
americana
Gli Stati
Uniti sono il Paese maestro per quanto attiene alla menzogna: è il Paese di
Hollywood, del cinema, della finzione che crea realtà parallele, dell’eterno
racconto della frontiera americana, delle pistole, della violenza creatrice e
del mito americano che fonda una nuova utopica società sull’oblio delle proprie
radici; e proprio sulla conseguente ingenuità di una intera Nazione che rifiuta
di leggere la storia, di accettarla e di farne tesoro, una Nazione che
abbandona le radici appunto, insiste la sua porosa permeabilità al magico.
In tal modo,
i suoi vertici ricreano ogni giorno un mondo magico e fasullo, dove nella
maniera più strabiliante, perfino la politica e la diplomazia vivono immerse
nel gioco della metamorfosi ambientale che prende vita dalle loro mani e dai
loro desideri, fino al paradosso che la bugia diventa illusione: illusione di
invincibilità, di immutabilità; illusione di essere guida di moralità e
giustizia, all’interno dell’illusione fondativa di una predestinazione divina
che trova la sua base nella cultura protestante.
La
reiterazione eterna dei fallimenti, sia in politica estera che in politica
interna, diventa dunque lo specchio dell’illusione americana; l’incapacità di
comprendere il mondo che li circonda consiste nella riluttanza a svegliarsi dal
sistema onirico che loro stessi si sono prodotti, attraverso un articolato
complesso di bugie e di ignoranza.2
Ma parlare
di Stati Uniti oggi equivale esattamente a parlare di Europa. Questa parte di
mondo che è cresciuta martellata dai film hollywoodiani è figlia dei progetti
angloamericani di appiattimento culturale che presero il via già dagli anni
cinquanta e che hanno attuato una progressiva sostituzione dei riferimenti di
una cultura egemone su un’altra, a partire dalla lingua, e i cui effetti sono
purtroppo sempre più evidenti. L’Unione Europea non è quindi che l’epifenomeno
istituzionale di un processo magico di sostituzione culturale.
Questo
avviene nel quadro di un progressivo annullamento degli Stati nazionali e di
una totale genuflessione al potere delle grandi oligarchie, per cui, in ogni
istante, ripiombiamo dentro l’ennesima rappresentazione cinematografica di
distruzione della realtà, travisamento e ricostruzione magica, ad applaudire i
vertici della Commissione Europea, che ci raccontano, per fare un esempio, di
come chi vince il Nobel per la Pace sia una paladina di diritti umani, libertà
e democrazia.
La bacchetta
magica
La parola
chiave è dunque magia e la menzogna è il suo strumento, la bacchetta magica.
La menzogna
è l’unica cosa di cui un sistema liberista non potrà mai veramente fare a meno.
E siccome un sistema liberista, a dispetto di quanto vuole la sua dottrina, si
autoregola nel distribuire le risorse solo tra chi le risorse le possiede già,
e in maniera la più verticistica possibile, il continuo stravolgimento della percezione
di ciò che ci circonda diventa fondamentale per neutralizzare il dibattito
politico, renderlo superficiale e mai incisivo, in uno spettacolo che soddisfa
la pancia della politica e che mette a tacere la coscienza di popoli resi
dipendenti unicamente dai loro bisogni più elementari, sottratti infine alla
riflessione e all’azione.
È vero, il
potere nella storia ha sempre raccontato bugie, ha sempre deformato la realtà
per mantenere i suoi privilegi. Ma, negli ultimi cento anni, la mistificazione
è stata messa a sistema. È nata una scienza del falso e della propaganda, con i
suoi illustri studiosi, da Edward Bernays a Ivy Lee, da Goebbels3,
fino ai teorici delle rivoluzioni colorate.
Migliaia e
migliaia di agenzie, fondazioni, associazioni finanziate dai governi
occidentali, e capillarmente diffuse in tutto il mondo, operano una costante
azione di contraffazione ambientale: bacchette magiche che distribuiscono
visioni distorte, nuove prospettive, nuovi mondi.
Si dia un’occhiata al lungo elenco4, realizzato da ricercatori
indipendenti, delle agenzie finanziate dal solo NED (National Endowment For
Democracy), per avere un’idea seppur vaga della capillarità e del volume dei
finanziamenti dei soli Stati Uniti in propaganda, almeno fino alla seconda
epoca Trump.
L’Unione
Europea, dal canto suo, non si risparmia; la bacchetta magica liberista si
abbatte in Europa come uno tsunami di denaro su tutte le Università e su ogni
organo di informazione, attraverso finanziamenti a bandi per ricerche, corsi,
progetti giornalistici e servizi di informazione su temi funzionali al consenso
europeista e contro la cosiddetta disinformazione; cosa che
decreta l’evidente fine di quella libertà accademica che sta alla base della
ricerca critica e alla base dello sviluppo intellettuale in un società evoluta,
almeno quanto decreta la fine della libertà di stampa.
Si leggano
in proposito le ricerche di Thomas Fazi sul programma “Jean Monnet”5 e sulla “Macchina mediatica di Bruxelles”6.
Un oceano di
menzogne
In questo
mondo magico e incantato, ci hanno dunque fatto credere che il nostro nemico
erano i poveri, i disgraziati che non hanno niente, il barbone senza casa; ci
hanno fatto credere che il nostro nemico era il popolo che viveva a fianco al
nostro, perché credeva in un altro dio o parlava un’altra lingua.
Abbiamo
visto l’ipocrisia che si fa scudo del diritto internazionale in condanne senza
appello, per poi farsene beffe in guerre illegali; abbiamo visto compiere o
provocare carneficine; abbiamo visto morire milioni di persone, soldati e
civili, indurre la fame e la miseria, per cause inesistenti e totalmente
bugiarde; abbiamo visto dividere le nazioni e separare le famiglie; abbiamo
visto sostituzioni etniche e la scomparsa di culture millenarie, per interesse
e calcoli privati; abbiamo visto ingerenze nei governi nazionali di altri
paesi, colpi di stato sanguinari e l’instaurazione eterodiretta di regimi
fascisti; abbiamo visto colpi di stato guidati da ripugnanti rivoluzioni
colorate, dove spadroneggiavano l’ipocrisia e la mistificazione.
Ci hanno
spaventato con le bombe e le stragi e ci siamo rifugiati tra le braccia del
potere; ci hanno spaventato con le malattie, con il clima e lo spread e ci
siamo rifugiati tra le braccia dei nostri aguzzini.
Ci hanno
detto che noi italiani eravamo degli spendaccioni, mentre per decenni abbiamo
soltanto finanziato gli interessi passivi su un debito pubblico voluto e deciso
altrove, senza ricevere niente in cambio, per vederci anzi imporre austerità e
la progressiva distruzione di uno stato sociale costruito in
decenni di lotte; ci hanno detto che non c’era alternativa, che la presenza
dello Stato era un problema; ci hanno detto che il potere rappresentava il bene
e la verità e noi abbiamo chiesto la loro protezione.
Il grande
mercato; tifoserie in curva
La
percezione della realtà da parte delle masse all’interno di questo ambiente
falsificato è talmente stravolta che vi può accadere di tutto. Ogni bugia ha
diritto d’asilo, finché non acquista cittadinanza e diventa verità. La società
umana inserita in un sistema liberista si riduce a un grande mercato senza
alcuna guida morale. Tutto si può comprare, dunque tutto si vende, tutto
diventa merce e, nella stessa misura in cui si comprano e si vendono i beni e i
servizi, si comprano e si vendono i sostantivi astratti: i sentimenti, la
cultura, i titoli e le lauree, l’onestà, la libertà, la verità, così come si
comprano e si vendono la morte, gli scandali, i drammi familiari o quelli di intere
nazioni. Addirittura “rivoluzione”, la parola più nobile del novecento è
comprata e venduta, fino a farla diventare docile strumento di
propaganda7.
Le attività intellettuali,
anche le migliori, vendute al consumo mediatico, si fanno semplici, digeribili,
verità bianche o nere, per essere ingerite da curve di tifosi. Il residuo di
ciò che un tempo si chiamava politica diventa perciò tifo, appunto, come quello
del calcio.
La realtà si
semplifica per le anime semplici, il pensiero si fa grettamente duale, anzi
manicheo: questo è buono, quello è cattivo, questo è di sinistra, quello è
fascista, senza una riflessione articolata e senza nessun approfondimento
culturale, senza sfumature.
Le masse
partecipano alle manifestazioni politiche come i tifosi di una squadra di
calcio vanno allo stadio: la bandiera, la sciarpa della squadra del cuore e
slogan decerebrati, pronunciati solo per fede e all’interno di
un gruppo cui affidare ogni responsabilità civile per i propri atti e per le
proprie parole.
La politica
che diventa tifo soddisfa le coscienze di popolo bambino, ma si rende
socialmente inutile, disinnescata e organica al potere.
Normalizzare
l’indignazione e il dissenso.
In questo
mondo magico dunque, ogni ribellione viene normalizzata, ogni sentore di
risveglio alla realtà viene catturata e ricondotta in un alveo di innocuità.
Il mondo si
ricrea quando si vuole, quando ce ne sia necessità, basta un colpo di bacchetta
magica, e un po’ di faccia tosta.
E così in
Italia e in Europa troviamo partiti e sindacati che, dopo decenni di complicità
con i servi dell’estremo liberismo che erode la nostra società, che esporta
morte e sopraffazione, decenni di complicità perfino con il nazismo ucraino, si
arrabattano in piazze che non conoscono più per tentare di avocare a sé e
normalizzare movimenti di opinione spontanei e sfuggenti che si fanno
pericolosi per la tenuta del loro sistema consociativo; mentre nel Paese più
magico di tutti, in un imbarazzante delirio, il Presidente e il Dipartimento di
Stato riconducono a sé la lotta per la libertà di espressione,8 parlando di “censura orwelliana” applicata in Europa.9
È il tipico
gioco del potere occidentale, quello che cerca di intestarsi ipocritamente
lotte sociali, quando si tratta in verità di andare a occupare la relativa
casella politica col fine di normalizzarne il movimento. È il gioco
dell’oppressore che finge, in sintesi, di salvare l’oppresso per scongiurare lo
sviluppo di espressioni di emancipazione e rimettere i destini dei popoli nelle
mani del potere.
L’indignazione
condivisa, di gruppo, multimediale, l’indignazione indotta, semplice come
comprare con un abbonamento a Sky o pagare il canone Rai, si trasforma in propaganda,
una dimostrazione plastica di libertà e di pluralismo: la libertà e il
pluralismo concessi dal potere che viglia su di essi.
Ci può
essere qualcosa di più magico di questo? Una metamorfosi sotto i nostri occhi.
La testa è
purificata come dopo una sessione di meditazione indiana, la pancia sazia come
dopo il pranzo di Natale e gli spiriti più inquieti e più ribelli possono
andare a letto soddisfatti; alla lotta ci penseranno domani.
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Fonti
1-Cfr Il
Mondo Magico -Ernesto de Martino, Einaudi 1948
3-Gianluca Magi -Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura, 2021
4-https://docs.google.com/spreadsheets/d/1gaBuueuNy0FRCQgv8iBA1tjyZNM5qBf_u4ulWo6DjLs/htmlview
6-https://brussels.mcc.hu/uploads/default/0001/01/18fb1038874ea002371e25e64b22b31da11e46d5.pdf
7 La
ribellione addomesticata -Andrea Balloni
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