martedì 4 novembre 2025

Un giorno tutti diranno di essere stati contro - Omar El Akkad

Un giorno tutti diranno di essere stati contro è un libro che non lascia indifferenti (tranne gli assassini).

a volte sembra un flusso di coscienza (dell'autore, giornalista e scrittore, che la coscienza ce l'ha, come ce l'hanno molti milioni di persone), e tutti i fatti che racconta sono documentati e verificabili.

ci sono molti modi per negare il genocidio in Palestina, Omar El Akkad mostra titoli di quotidiani, nei quali i palestinesi a Gaza (e in Cisgiordania) muoiono, ma non sono assassinati, sempre per incidenti, non per bombe e fucili, e gli assassini non sono mai citati, neanche la nazionalità, miracoli della censura (e autocensura) e dei genocidi.

ci sono tanti modi per opporsi al genocidio, all'occupazione, all'apartheid, alle violenze israeliane, dalle flotille verso Gaza alle manifestazioni per la Palestina, dal boicottaggio dei prodotti israeliani ai no da ripetere sempre, come insegna Bartleby.

Un giorno tutti diranno di essere stati contro è un libro da non perdere per tanti motivi, per ascoltare il dolore e la partecipazione con i palestinesi, per capire bene cos'è un genocidio e una volta di più per vergognarsi della viltà e complicità di tutti i paesi occidentali. 

 

 

QUI un’interessante intervista con Omar El Akkad

 

 

Il 25 ottobre 2023, dopo tre settimane di devastanti bombardamenti su Gaza, Omar El Akkad pubblica in rete queste parole: “Un giorno, quando sarà sicuro, quando non ci sarà alcun rischio personale nel chiamare le cose con il loro nome, quando sarà troppo tardi per ritenere qualcuno responsabile, tutti diranno di essere stati contro”. Il post viene visualizzato più di dieci milioni di volte. La sua veemente denuncia dell’ipocrisia dell’Occidente dinanzi al genocidio di Gaza, del tradimento della sua promessa di libertà e giustizia per tutti, suscita un’eco enorme.
Un giorno tutti diranno di essere stati contro, il libro che El Akkad decide poi di scrivere dopo la morte di migliaia di donne e bambini nella Striscia, è la cronaca di quella promessa tradita, il resoconto della fine dell’idea che regole e principi, le “verità manifeste” della democrazia occidentale, servano davvero a combattere il male e non a preservare il potere. Se il male, infatti, non è semplicemente muovere guerra contro un nemico, ma annientare un popolo intero riducendolo a nuda vita priva di ogni dignità e pietà umane, Gaza è oggi uno dei nomi per designare il suo irrompere nel mondo, il nome di un genocidio imperdonabile sotto ogni riguardo.
Disgusto o rabbia dinanzi a un simile evento non hanno senso in questo libro crudo, doloroso e vulnerabile, nutrito dalla certezza che vi saranno sempre esseri umani ritenuti non degni della promessa di libertà, non soltanto arabi o musulmani o immigrati, ma chiunque non rientri nella terra del privilegio chiamata Occidente. Nelle sue pagine, l’unica possibile risposta sta in una rottura totale con il credo dell’Occidente. La stessa rottura che risuona in ogni parte del pianeta, nelle strade delle grandi città, nei campus universitari, nelle scuole. E che, nella scrittura lucida di El Akkad, capace di mescolare racconti toccanti con spietate considerazioni sul linguaggio dei media, trova la sua più formidabile eco…

da qui

 

…L’impero è rinchiuso nella sua fortezza linguistica - una lingua attraverso il cui prisma gli edifici non vengono mai distrutti ma bruciano spontaneamente, in cui le esplosioni arrivano come vento dalle montagne, e le persone vengono uccise come se essere uccise fosse l’unico ordine naturale e legittimo della loro esistenza. Come se vivere fosse un’aberrazione. Questa lingua protegge forse la frangia più assetata di sangue dell’impero, ma agli estremisti non interessano le improprietà linguistiche. È invece il centro, il centro liberale, benintenzionato e facilmente impressionabile che ha disperatamente bisogno della protezione offerta da questo tipo di linguaggio. Perché è il centro dell’impero che deve poter guardare tutto questo e dire, Sì certo, è tragico ma è necessario, perché l’alternativa è la barbarie. L’alternativa al numero infinito di esseri umani uccisi e mutilati e resi orfani e lasciati senza tetto senza scuole senza ospedali, l’alternativa alle urla sotto le macerie e ai cadaveri lasciati in pasto ad avvoltoi e cani, ai neonati che urlano condannati a morire di fame, è la barbarie…

da qui






Nessun commento:

Posta un commento