venerdì 14 novembre 2025

Tutta intera - Espérance Hakuzwimana Ripanti

una giovane laureata fa un corso di doposcuola ad alcuni ragazzi e ragazze emarginati.

siamo in una piccola cittadina, che vive di agricoltura, grazie alle pesche.

quella cittadina è il mondo (come nel film La zona, di Rodrigo Plà), nel quale pochi comandano, moltissimi fanno i servi, ci sono spazi che non devono essere oltrepassati, i poveri e disgraziati da una parte, che facciano i servi nelle piantagioni di giorno, ma di sera non si facciano vedere, se no la pagano. 

se ci pensate come in Palestina, un terribile genocidio, con decenni di occupazione feroce e a distanza di pochi chilometri la vita come sempre, scuole, feste, drink, il soldato è l'eroe, gli altri, gli indigeni,  vanno distrutti.

Sara, grazie al prete, fa la volontaria con quei ragazzi e quelle ragazze, e impara a conoscerli, a capirli, a sostenerli, con mille difficoltà, lei sta in una terra di mezzo, fra la comprensione di quei (e quelle) giovani col destino segnato e l'ostilità della sua gente.

un libro sorprendente, da non perdere.



 

Il fiume Sele taglia in due la città, e Sara ogni giorno lo attraversa per andare nella scuola di Basilici. I suoi studenti arrivano da tutte le parti del mondo e la guardano con diffidenza. La chiamano Signorina Bellafonte, perché anche se è nera (come la maggior parte di loro) non è una di loro: è cresciuta di là dal fiume, suo zio è il guardiano del frutteto, e da quelle parti le pesche le chiamano «oro rosa», perché sfamano molte famiglie. Sara è la figlia adottiva di un professore di liceo e della cuoca dell'asilo. Sua mamma preparava torte e coltivava rose, suo padre le ha insegnato la passione per le parole: il suo mondo da bambina aveva confini certi. Ora don Paolo le ha trovato questo lavoro, crede che lei sia la persona giusta. Giusta perché? Questi ragazzini, che conoscono tre lingue e ne inventano una diversa ogni pomeriggio, avranno pure il suo stesso colore di pelle ma la scrutano, la sfidano di continuo. All'inizio non riesce a ottenere la loro attenzione nemmeno per mezz'ora. Le parole non bastano piú, forse la strada per comunicare passa per certe esperienze difficili del passato: ogni volta che si è sentita diversa, nel posto sbagliato. Settimana dopo settimana quei nomi impronunciabili e quei volti sfuggenti diventano piú famigliari: Tajaeli Kolu che le assomiglia cosí tanto, Zakaria Laroui con l'occhio pigro e zero modestia, Paul Bonafede che è mezzo italiano e sembra vergognarsene. Ma poi scompare Charlie Dí, che stava sempre seduta al terzo banco, e intanto si moltiplicano le aggressioni nel quartiere: ecco che questo processo accidentato ma prodigioso di conoscenza reciproca rischia di interrompersi. Eppure certe vite spezzate e ricucite possono ancora, come certi innesti, trovare il modo di fiorire.

da qui

 

Mi è piaciuto tantissimo! Scesa dal treno sono rimasta seduta dalla pensilina per poterlo finire. e non ritornare nel mondo reale. Emozionante, toccante, vero e sincero anche se è una storia inventata. Consigliatissimo.

da qui

 


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