giovedì 18 gennaio 2018

“Tracciare un confronto tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti” è antisemitismo? - Moshé Machover

Ingiustamente accusato di antisemitismo
“Tracciare un confronto tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti” è antisemitismo?  Moshé Machover – recentemente reintegrato nel partito laburista – ha scritto questa testimonianza in favore di Tony Greenstein

Questa testimonianza è indirizzata al Comitato Costituzionale Nazionale del Partito Laburista in occasione dell’audizione richiesta per chiarire le accuse di “antisemitismo”  fatte contro Tony Greenstein da una o più persone sconosciute.
Sono un cittadino dissidente israeliano nato in Palestina nel 1936. Vivo a Londra dal 1968 e sono cittadino britannico naturalizzato. Sono un membro del partito laburista, sezione di Queen’s Park (circoscrizione di Hampstead e Kilburn).
Conosco Tony Greenstein da oltre 40 anni come un convinto socialista, attivo in difesa dei diritti dei lavoratori, in particolare dei disoccupati, e contro ogni forma di razzismo, compreso l’antisemitismo. In linea con questo è un oppositore intransigente del progetto sionista di colonizzazione e del regime sionista di Israele che lo rende uno stato di colonizzazione di insediamento  (ndt. Il colonialismo di insediamento è una forma di colonialismo che cerca di sostituire la popolazione originaria del territorio colonizzato con una nuova società di coloni). Ha dedicato molti studi e ricerche approfondite alla storia del sionismo e alla dialettica della sua relazione complessa e paradossale con l’antisemitismo. Avendo anche fatto molte letture sull’argomento ritengo che le sue affermazioni su di esso siano ben radicate.

Con quanto segue affronterò tre questioni correlate. Per prima cosa prenderò in esame la natura del sionismo, poi la commistione tra opposizione al sionismo e antisemitismo. Infine, decostruirò la deliberata errata definizione di “antisemitismo” e la sua militarizzazione come mezzo per attaccare i critici di sinistra di Israele.
Cos’è il sionismo?
Il sionismo è un movimento politico che combina un’ideologia e un progetto. Sebbene – come la maggior parte dei movimenti politici – comprenda una diversità di correnti e sfumature di opinione, tutte hanno un nucleo comune.
Il nucleo dell’ideologia sionista è la convinzione che gli ebrei di tutti i paesi costituiscano un’unica entità nazionale invece di una semplice denominazione religiosa; e che questa entità nazionale ha il diritto all’autodeterminazione, diritto da esercitare con la rivendicazione della sua patria storica (o donata da Dio) – la Palestina pre-1948 (Eretz Yisrael, la terra di Israele).
Qui, ad esempio, troviamo una formulazione autorevole:
Il sionismo è il movimento di risveglio nazionale degli ebrei.  Sostiene che gli ebrei sono un popolo e quindi hanno il diritto all’autodeterminazione nella propria casa nazionale. Mira a garantire e sostenere una casa nazionale legalmente riconosciuta per gli ebrei nella loro patria storica e ad avviare e stimolare una rinascita della vita, della cultura e della lingua nazionale ebraica. (1)
Tuttavia, questa affermazione fa sorgere un paio di domande. La totalità degli ebrei costituisce una nazione nel moderno senso secolare a cui è applicabile il diritto all’autodeterminazione nazionale? Questo è nel migliore dei casi estremamente discutibile, ed è stato in realtà negato da molti ebrei, che affermano con convinzione che l’identità ebraica non è nazionale, ma basata principalmente sulla religione.
Così, quando Lucien Wolf – illustre giornalista e membro principale del comitato straniero congiunto degli ebrei britannici – si trovò di fronte allo sforzo di Chaim Weizmann di ottenere quella che sarebbe stata conosciuta come la Dichiarazione di Balfour, scrisse una lettera preoccupata a James de Rothschild, datata 31 agosto  1916:
Caro signor James de Rothschild
Alla fine della nostra conferenza con il dott. Weizmann, mi ha chiesto di scriverle una lettera per presentarle il mio punto di vista.
….
Ho riflettuto molto attentamente sulle varie dichiarazioni fatte dal dott. Weizmann e, con la migliore volontà del mondo, temo di dover dire che ci sono differenze vitali e inconciliabili tra principi e metodo.
La questione di principio è sollevata dall’affermazione del dottor Weizmann di una nazionalità ebraica. L’asserzione deve essere letta alla luce del saggio autorevole su “Sionismo e futuro ebraico”, recentemente pubblicato dal sig. Sacher, in particolare di quelli scritti dallo stesso dott. Weizmann e dal dott. Gaster. Capisco da questi saggi che i sionisti non si limitano a proporre di formare e stabilire una nazionalità ebraica in Palestina, ma che pretendono che tutti gli ebrei formino al momento una nazionalità separata e diseredata, per la quale è necessario trovare un organico centro politico, perché sono e devono essere sempre alieni nelle terre in cui ora dimorano (Weizmann, p.6), e, soprattutto, perché è “un’assoluta autoillusione” credere che ogni ebreo possa essere allo stesso tempo “inglese per nazionalità ed ebreo per fede”(Gaster, pp.92, 93).
Ho passato la maggior parte della mia vita a combattere queste stesse dottrine quando mi sono state presentate sotto forma di antisemitismo, e posso considerarle più pericolose quando mi vengono proposte  sotto le sembianze del sionismo. Costituiscono una capitolazione ai nostri nemici che non ha assolutamente giustificazione nella storia, nell’etnologia o nei fatti della vita quotidiana, e se fossero ammesse dal popolo ebraico nel suo insieme il risultato sarebbe solo la terribile situazione dei nostri correligionari in Russia e in Romania che diventerebbe il destino comune degli ebrei in tutto il mondo. (2)
E il 24 maggio 1917, mentre i negoziati che avrebbero portato alla Dichiarazione Balfour erano in una fase avanzata, Alexander e Claude Montefiore – presidenti rispettivamente del Board of Deputies of British Jews  e dell’Associazione anglo-ebraica – scrissero una lettera a The Times in nome del Comitato Congiunto di questi due organismi che protestavano contro gli errori e i pericoli del sionismo politico. Dopo aver dichiarato la loro adesione alla posizione di Lucien Wolf, gli scriventi continuano nel dire che le teorie del sionismo politico minano le basi religiose dell’ebraismo, a cui l’unica alternativa sarebbe
 una nazionalità ebraica secolarizzata, assunta su qualche principio libero e oscuro di razza e di peculiarità etnografica. Ma questa non sarebbe ebraica in alcun senso spirituale e il suo insediamento in Palestina sarebbe una negazione di tutti gli ideali e speranze che consentono la sopravvivenza della vita ebraica in quel paese sostenuta dalla coscienza  e dalla simpatia ebraica. Per questi motivi, il Comitato Congiunto del Board of Deputies of British Jews e l’Associazione anglo-ebraica deprecano seriamente le proposte nazionali dei sionisti.
La seconda parte del programma sionista che ha suscitato i dubbi del Comitato Congiunto è la proposta di investire i coloni ebrei [in Palestina] di alcuni diritti speciali in più rispetto a quelli goduti dal resto della popolazione …
In tutti i paesi in cui gli ebrei vivono il principio di uguali diritti per tutte le confessioni religiose è per loro vitale. Se dovessero dare l’esempio in Palestina di ignorare questo principio sarebbe chiaro il farlo per motivi puramente egoistici. Nei paesi in cui stanno ancora lottando per la parità di diritti si ritroverebbero irrimediabilmente compromessi … La proposta è la più inammissibile perché gli ebrei sono, e probabilmente rimarranno a lungo, una minoranza della popolazione della Palestina e potrebbero essere coinvolti in lotte più aspre con i loro vicini di altre razze e religioni che ritarderebbero gravemente i progressi compiuti e avrebbero echi deplorevoli in Oriente.
La visione – evidentemente sostenuta da questi leader della comunità ebraica britannica – che l’ebraicità è basata sulla religione piuttosto che su una categoria nazionale poggia su fatti fondamentali. In effetti, l’unico attributo condiviso dagli ebrei di tutto il mondo è la religione, l’ebraismo, praticata da loro o dai loro padri. Inoltre una condizione necessaria e sufficiente perché un non ebreo diventi ebreo è quella di una conversione religiosa: giyyur. Così gli ebrei possono appartenere a diverse nazioni: un ebreo può essere francese, americano, italiano, scozzese, ecc. Ma l’ebraismo esclude altre affiliazioni religiose: un ebreo non può essere musulmano, indù o cattolico.
Un’altra fatale debolezza delle giustificazioni del sionismo come attuazione di un presunto diritto all’autodeterminazione nazionale ebraica è che, qualunque gruppo di persone possa applicare il diritto all’autodeterminazione nazionale, ciò non le autorizza a individuare e scegliere a piacimento il territorio su cui possono esercitare tale diritto.
Le dichiarazioni che i presunti lontani antenati del gruppo vivevano nel territorio ambito molti secoli fa o che gli era stato promesso da una divinità nella cui esistenza molti di loro credevano o che avrebbero desiderato a lungo possederlo, semplicemente non bastano. Il diritto all’autodeterminazione certamente non autorizza alcun gruppo a colonizzare un territorio da lungo tempo abitato da altre persone.
Ma il fatto chiave del progetto sionista è precisamente che si tratta di un progetto di colonizzazione della Palestina – una terra abitata; ed è proprio questo fatto essenziale che è convenientemente omesso dalla definizione di sionismo offerta dai suoi attuali propagandisti. Evitano la parola “colonizzazione” come la proverbiale pestilenza; è diventata troppo compromettente.
I primi leader e ideologi sionisti non avevano problemi. Così, per esempio, Vladimir Jabotinsky (1880-1940) – progenitore politico e spirituale di cinque primi ministri israeliani, tra cui Benjamin Netanyahu (3) –  nel suo articolo “Il muro di ferro” (1923), ha usato il termine “colonizzazione” ripetutamente e inconsapevolmente per descrivere il progetto sionista:
Ogni popolazione autoctona nel mondo resiste ai coloni finché ha la minima speranza di potersi liberare del pericolo di essere colonizzata. Questo è ciò che gli arabi in Palestina stanno facendo e quello che continueranno a fare finché rimarrà un barlume di speranza di impedire la trasformazione della “Palestina” nella “Terra di Israele” …
La colonizzazione può avere un solo scopo e gli arabi palestinesi non possono accettare questo scopo. Sta nella natura stessa delle cose e a questo particolare riguardo la natura non può essere cambiata …
La colonizzazione sionista deve fermarsi o procedere indipendentemente dalla popolazione autoctona. Il che significa che può procedere e svilupparsi solo sotto la protezione di una potenza [cioè, la Gran Bretagna ] indipendente dalla popolazione autoctona – dietro un muro di ferro che la popolazione autoctona non può violare. (4)
Molti anni dopo lo storico sionista Yigal Elam scrisse:
Il sionismo non poteva fare appello al principio di autodeterminazione e fare affidamento su questo in Palestina. Questo principio ha funzionato effettivamente contro di esso e in favore del movimento nazionale arabo locale …
Sotto il profilo di teoria nazionale il sionismo ha avuto bisogno di una narrativa che era incompatibile con i concetti di teoria nazionale accettati … [Essa] ha avuto bisogno di una concezione molto più ampia rispetto a quella riduttiva. In quest’altra concezione … referendum dei mondi degli ebrei hanno sostituito referendum della popolazione della Palestina. (5)
La fusione con l’antisemitismo
Come abbiamo visto il sionismo è un progetto politico-ideologico. Lo Stato di Israele – un prodotto del progetto sionista nonché uno strumento per la sua continuazione ed estensione – è, come ogni stato, un’entità politica.
Israele tiene sotto occupazione militare da oltre 50 anni la Cisgiordania e la Striscia di Gaza assediata e sta esercitando una dura oppressione su milioni di arabi palestinesi, che non hanno diritti civili o nazionali. Ha rubato avidamente la loro terra  colonizzandola con insediamenti illegali esclusivamente ebraici. Israele può in questo non essere peggiore  rispetto ad altri stati che hanno governato altre nazioni e colonizzato le loro terre – ad esempio, la Gran Bretagna nelle sue ex colonie, come il Kenya. (6)  Ma Israele non è migliore degli altri stati colonizzatori, né esiste alcuna ragione per aspettarsi che sarà migliore: la colonizzazione ha una sua logica e generalmente implica oppressione razzista e occasionali atrocità giustificate dal “bisogno di mantenere l’ordine tra i nativi”. Il razzismo ufficiale israeliano, ispirato e fomentato, è ormai ampiamente conosciuto e condannato. (7)
L’opposizione al sionismo, al regime e alle politiche coloniali di Israele è quindi una posizione politica legittima. Diventa illegittima solo se è motivata o accompagnata da scopi  o argomenti illegittimi: ad esempio, prodotta da odio generalizzato o pregiudiziale nei confronti degli ebrei in quanto ebrei. Ma tali motivi o argomenti illegittimi devono essere provati prima di accusare di “antisemitismo” un oppositore del sionismo e del regime di Israele; non possono semplicemente essere assunti o dati per scontati. In assenza di prove, accuse o insinuazioni che discorso anti-sionista e opposizione al regime israeliano siano di per sé “antisemiti” è una deprecabile calunnia.
Tuttavia questo tipo di calunnia è stata spesso fatta maliziosamente e ultimamente è spesso diretta contro persone di sinistra, inclusi membri del partito laburista. Sono stato infangato in questo modo da alcuni funzionari del partito – cosa di cui devono ancora scusarsi. E molti altri, tra cui Tony Greenstein, sono vittime di  simili diffamazioni.
Gli ebrei nella diaspora, incluso in questo paese, sono profondamente divisi nel loro atteggiamento verso il sionismo e Israele. Molti hanno fatto dell’appartenenza a Israele parte della loro identità ebraica, come supplemento – e in alcuni casi come surrogato – alla loro religione, l’ebraismo. Sostengono Israele “giusto o sbagliato” e tendono a ritenere che l’ostilità al sionismo debba essere motivata da antisemitismo.
Ma un numero crescente di ebrei ha un atteggiamento molto diverso: è profondamente offeso dalle azioni di uno stato che afferma di essere lo ‘stato-nazione del popolo ebraico’ e professa di rappresentare tutti gli ebrei e di agire per loro conto. Essi detestano l’implicazione di essere, in quanto ebrei,  complici dei crimini di Israele. Gli oppositori ebrei del sionismo includono molti ebrei laici, così come la comunità ultra-ortodossa (Haredi), la cui ostilità di lunga data e profondamente radicata nei confronti del sionismo si basa sulla loro fede religiosa. (8)
L’opposizione al sionismo è aumentata tra gli ebrei più giovani, specialmente quelli di sinistra, compreso il partito laburista. Questa è l’impressione che mi sono fatto attraverso intensi contatti ed è stata effettivamente confermata da avvenimenti e atmosfera generale alla conferenza del partito nel settembre 2017. Questa tendenza non si riflette pienamente nei vari sondaggi e ricerche che pretendono di mostrare grande sostegno ebraico a Israele. Il motivo è che questi sondaggi soffrono di un pregiudizio statistico intrinseco. Dal momento che non esiste un database che comprendi tutti gli ebrei che vivono in Gran Bretagna ai campioni utilizzati dai sondaggi mancano il gran numero di persone di origine ebraica che non sono affiliate a nessuna sinagoga o altra organizzazione ebraica ufficiale o semi-ufficiale. E sono proprio quelli non inclusi nello spazio campione che tendono ad essere meno inclini al sionismo e all’attaccamento ad Israele.
Deliberata errata definizione
L’opposizione ebraica alla colonizzazione israeliana della terra palestinese e l’oppressione del popolo palestinese fanno parte di una crescente tendenza dell’opinione pubblica progressista in tutto il mondo. Ciò si riflette nella rapida crescita della campagna mondiale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) che ha l’obiettivo di esercitare pressioni economiche e politiche su Israele perché ponga fine alle sue violazioni del diritto internazionale.
Di fronte a questo grave danno alla sua immagine, il governo israeliano ha preso provvedimenti per attaccare e screditare i suoi critici con una varietà di mezzi, leciti e non. Le operazioni in tutto il mondo con questo oggetto sono orchestrate dal Ministero degli Affari strategici. Dal 2015 questo ministero è guidato dal membro del gabinetto Gilad Erdan, che è anche ministro della Sicurezza interna e dell’Informazione. Lo stesso Erdan ha dichiarato che i suoi “risultati dovrebbero essere mantenuti segreti”. (9)
The Guardian, riferendo sul suo incontro segreto a Londra nel settembre 2017 con la ministra caduta in disgrazia Priti Patel del partito conservatore  (al suo ritorno da una “vacanza” in Israele) , commenta:
Il ministero di Erdan è stato invitato nel 2015 a “guidare, coordinare e integrare le attività di tutti i ministri, del governo e delle entità civili in Israele e all’estero in tema di lotta contro i tentativi di delegittimazione di Israele e di movimento di boicottaggio” … Erdan è stato incaricato di compiere sforzi su vasta scala per colpire individui e organizzazioni straniere … [con] personale reclutato dall’agenzia di intelligence all’estero del Mossad, dall’agenzia di intelligence interna dello Shin Bet e dalla direzione dell’intelligence militare. (10)
Una delle armi principali in questi “sforzi per colpire individui e organizzazioni straniere” che criticano Israele, specialmente quelli che sostengono il BDS, è accusarli di “antisemitismo”. In questa campagna gli agenti di Erdan in paesi stranieri sfruttano le lobby pro-Israele locali. Una dimostrazione di come un tale agente in incognito, Shai Masot, abbia lavorato in questo paese e dei suoi tentativi di interferire nel Partito Laburista è stata fornita nel gennaio 2017 da Al Jazeera in un’avvincente serie televisiva in quattro parti, The lobby. (11)
Poiché gli accusatori di Tony Greenstein sono nascosti dietro un velo di anonimato è impossibile accertare se, o fino a che punto, i loro sforzi (che hanno comportato  formidabili ricerche per trovare  materiale “incriminante”) hanno ricevuto aiuto, incoraggiamento e guida dagli agenti di Erdan. Ma alla luce delle rivelazioni di Al Jazeera – che includevano esempi di false accuse di “antisemitismo” – questa supposizione non può essere del tutto esclusa. Per dissipare sospetti di questo tipo, l’identità degli accusatori deve essere resa nota e devono essere sottoposti a un controinterrogatorio, come richiesto dal diritto naturale.
Un’arma regolarmente utilizzata nelle false accuse di “antisemitismo” è l’insieme di 11 esempi esplicativi acclusi alla cosiddetta definizione operativa di antisemitismo proposta da un gruppo statunitense che si definisce “International Holocaust Remembrance Alliance” (IHRA ). Per quanto a mia conoscenza, il Partito Laburista non ha adottato gli esempi esplicativi, ma solo la definizione stessa:
L’antisemitismo è una data percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei confronti degli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e / o le loro proprietà, verso istituzioni della comunità ebraica e strutture religiose.
Tuttavia le accuse rivolte a Tony Greenstein citano gli esempi esplicativi e ne fanno ampio uso. Mentre la definizione stessa è a mio avviso insoddisfacente, gli esempi sono profondamente problematici. La maggior parte di essi non si preoccupa degli ebrei in quanto tali, ma di Israele, e sono intenzionalmente concepiti per proteggere Israele da solide critiche e confondere l’ostilità verso il suo regime sionista con “antisemitismo”.
Questi esempi sono stati duramente criticati da autorevoli autorità legali: Hugh Tomlinson, avvocato della Corona, (12) e il giudice della Corte d’appello in pensione Sir Stephen Sedley. (13)
Si prega di consultare questi autorevoli pareri e di notare il loro avvertimento che l’applicazione degli esempi potrebbe essere in conflitto con il diritto alla libertà di parola. Qui illustrerò l’assurdità degli esempi esaminandone due.
L’esempio 7 di presunto antisemitismo aggiunto alla definizione dell’IHRA è: “Negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione: ad esempio, sostenendo che l’esistenza di uno stato di Israele è uno sforzo razzista [sic!]”.
Ora, come ha sottolineato Sir Stephen Sedley, ciò pone diverse domande. Lasciate che lo spieghi.
Qual è la relazione tra la prima e la seconda parte di questo esempio? In che modo l’esempio dell’istruzione ha qualche connessione con la prima parte? È chiaramente possibile affermare che esista un popolo ebraico e che ha il diritto all’autodeterminazione, ma allo stesso tempo credere che la sua presunta attuazione nello Stato di Israele sia uno sforzo razzista.
·         La totalità degli ebrei nel mondo costituisce una nazione distinta, alla quale si applicherebbe il diritto all’autodeterminazione? Come ho mostrato sopra, è perfettamente legittimo affermare che l’ebraicità non è una categoria nazionale ma una categoria religiosa. E questo è stato effettivamente sostenuto da eminenti leader ebrei. Ma il diritto politico all’autodeterminazione internazionalmente riconosciuto si applica alle nazioni, non alle religioni.
·         La comunità ebraica in questo paese fa parte di una minoranza nazionale non britannica autorizzata a chiedere l’autodeterminazione in un altro paese?
·         Un gruppo che si presume abbia il diritto all’autodeterminazione ha quindi il diritto di colonizzare un territorio abitato da altre persone e spostare questi abitanti indigeni? Sicuramente no! Ma il progetto sionista fin dal suo inizio, più di 100 anni fa, si è arrogato un tale “diritto”.
·         Può uno sforzo di colonizzazione – come il sionismo è e ha apertamente dichiarato di essere agli inizi – evitare di essere razzista nei confronti degli indigeni del territorio colonizzato? Non conosco esempi di colonizzazione non razzista; e lo stato coloniale israeliano si conforma decisamente alla regola generale.
L’esempio 10 di presunto antisemitismo accluso alla definizione dell’IHRA è: “Tracciare un confronto tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti”.
Ora, confronti di questo genere sono stati fatti da studiosi israeliani. Come esempi recenti, lasciatemi fare riferimento a due articoli del professor Daniel Blatman, storico dell’olocausto e del genocidio all’Università ebraica di Gerusalemme (14) e ad un rapporto su una dichiarazione fatta dal professor Ofer Cassif, che insegna politica e governo all’Università ebraica di Gerusalemme. (15)
Ma ripensiamo a quell’esempio 10. Mi si conceda per un momento che paragonare la politica israeliana contemporanea a quella dei nazisti sia un insulto ingiustificato. Ma insulto contro cosa o chi? Nel peggiore dei casi, potrebbe essere un insulto contro uno stato, Israele; e come tale potrebbe sconvolgere i sostenitori di quello stato e quelli che ancora ci credono. Ma come può essere un insulto contro gli ebrei, e quindi “antisemita”? Bene, l’unico modo che potrebbe portare a una tale interpretazione è quello di ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello stato di Israele.
Orbene, l’esempio 11 di antisemitismo accluso alla definizione dell’IHRA recita: “Ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni dello stato di Israele”.
Ciò è evidentemente corretto: è in effetti chiaramente antisemitico ritenere tutti gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni di Israele. Ma se accettiamo che l’esempio 11 sia davvero un vero esempio di antisemitismo, come è chiaramente, allora l’affermazione che l’esempio 10 è un vero esempio di antisemitismo è di per sé un’asserzione antisemita!
Quindi l’insieme di 11 esempi presi insieme è auto-contraddittorio e auto-incriminante. Dovrebbero essere scartati; e sicuramente non avrebbero dovuto mai essere usati così vergognosamente per diffamare Tony Greenstein – un veterano che fa campagne contro ogni razzismo.

trad. Invictapalestina.org
Fonte:http://weeklyworker.co.uk/worker/1185/falsely-accused-of-anti-semitism/
Notes
1.Zionism on the web: Zionism defined (www.zionismontheweb.org/zionism_definitions.htm). For similar but briefer formulations, see, for example, Jonathan Freedland in The Guardian, March 18 2016 (www.theguardian.com/commentisfree/2016/mar/18/labour-antisemitism-jews-jeremy-corbyn); or Eylon Aslan-Levy in The Times of Israel, December 8 2013 (http://blogs.timesofisrael.com/the-trouble-with-anti-zionism).
2. Photocopy of typewritten original in B Destani (ed) The Zionist movement and the foundation of Israel 1839-1972, 10-volume set: Political diaries 1918-1965 Cambridge 2004, Vol 1, p727. My emphasis.
3. The others are Menachem Begin, Yitzhak Shamir, Ariel Sharon and Ehud Olmert.
4. ‘The iron wall’ (‘O Zheleznoi stene’), published November 4 1923 in the Russian- language journal Rassvyet (Dawn); English translation: www.jewishvirtuallibrary.org/quot-the-iron-wall-quot.
5. Y Elam, ‘Hanahot hadashot leota tzionut’ (‘New assumptions for the same Zionism’) Ot No2, winter 1967; my translation (emphasis in original).
6. M Perry, ‘Uncovering the brutal truth about the British empire’ The Guardian August 18 2016.
7. See, for example, comment by the senior Israeli journalist, Akiva Eldar: ‘Israeli defense minister’s comments highlight “plague of racism”’ Al Monitor December 14 2017 (www.al-monitor.com/pulse/originals/2017/12/israel-xenophia-racism-minorities-human-rights-liberman.html).
8. See A Ravitzky, ‘Ultra-Orthodox and Anti-Zionist’ (www.myjewishlearning.com/article/ultra-orthodox-anti-zionist).
9.www.facebook.com/gilad.erdan/photos/a.225201850853267.56972.207139259326193/1265886783451430/?type=3&theater (August 7 2016).
10. ‘What did Israel hope to gain from Priti Patel’s secret meetings?’ The Guardian November 8 2017.
11. www.aljazeera.com/investigations/thelobby.
12. ‘Opinion: In the matter of the adoption and potential application of the International Holocaust Remembrance Alliance Working Definition of Anti-Semitism’, March 8 2017 (http://freespeechonisrael.org.uk/wp-content/uploads/2017/03/TomlinsonGuidanceIHRA.pdf).
13. Talk delivered at a meeting in the House of Lords on March 27 2017: http://freespeechonisrael.org.uk/sedley-ihra/#respond. Revised version: ‘Defining anti-Semitism’ London Review of Books May 4 2017.
14. ‘The Israeli lawmaker heralding genocide against Palestinians’ Ha’aretz May 23 2017 (www.haaretz.com/opinion/.premium-1.791115); ‘Smotrich’s stage-by-stage plan’ (Hebrew) Ha’aretz June 10 2017 (www.haaretz.co.il/opinions/.premium-1.4158915).
15. ‘Hebrew U professor: Israel today similar to Nazi Germany’ Jerusalem Post June 23 2017 (www.jpost.com/Israel-News/Hebrew-U-professor-Todays-Israel-similar-to-Nazi-Germany-497731).

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