mercoledì 22 novembre 2023

Costa Rica: le multinazionali della frutta demoliscono case e sfrattano famiglie - Giorgio Trucchi

 


Sindacato e lavoratori si oppongono al piano di espansione delle piantagioni

In Costa Rica, le grandi aziende frutticole transnazionali, come Chiquita BrandsDole (Standard Fruit Company) e Del Monte, e quelle nazionali, come Grupo Acón, avevano l’abitudine di includere nei contratti di lavoro l’offerta di camere o alloggi per i propri lavoratori. Esistono due tipi di alloggio: la camera per soli uomini e la casa per l’intera famiglia.

Negli ultimi tre anni, le aziende hanno revocato questo beneficio che, per inciso, è stato istituito quasi trent’anni fa ed è regolato dal Codice del lavoro costaricano (art. 164) con il nome di “retribuzione in natura”[1].

“Chiquita Brands sta effettuando una liquidazione accelerata del personale che vive in queste case. L’azienda propone loro di raccogliere quanto possibile, compresi porte, sanitari e tegole, prima di procedere alla demolizione e all’interramento totale”, ha dichiarato a Rel Steve Rodríguez, segretario generale del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell’Ananas e delle Banane del Costa Rica (Sintrapybcr). “Poiché per legge non possono revocare il beneficio, promettono ai lavoratori di riassumerli se abbandonano spontaneamente il loro alloggio. Hanno già distrutto interi quartieri con le loro case, scuole, campi sportivi e chiese“, ha aggiunto. [2]

Il vecchio trucco di riassumere con meno benefici

“Poi – ha proseguito Rodriguez – il datore di lavoro li riassume, ma senza questi benefici ed eliminando la retribuzione in natura”.

Per ottenere il consenso dei lavoratori, le aziende, da diversi anni, hanno smesso di fare manutenzione alle case, lasciandole cadere a pezzi.

“Lavoriamo per Chiquita da anni e questa casa è stata data in comodato d’uso a mio marito. L’anno scorso ci hanno detto che ci avrebbero liquidato, che non avrebbero più rinnovato il contratto di comodato e che dovevamo andarcene perché avrebbero avuto bisogno di questo terreno”, ha detto una lavoratrice che ha chiesto l’anonimato e che chiameremo Julia.

Oltre a revocare il beneficio della retribuzione in natura, le grandi aziende frutticole stanno allontanando le famiglie da questi settori per espandere le loro piantagioni.

Nel caso dell’abitato di Finca Roble, Chiquita Brands ha già demolito la maggior parte delle case. Ne sono rimaste pochissime e si dice che le famiglie abbiano tempo fino al 31 dicembre per andarsene.

“Ci hanno detto di scrivere una lettera per richiedere la donazione di questa casa, in modo da poter prendere tutto il necessario ed essere poi riassunti, ma senza questi benefici”, ha spiegato Julia. In altre parole, se il lavoratore rifiutasse l’offerta, non verrebbe più riassunto e perderebbe comunque la casa e le attrezzature, da portare con sé per ricostruirsi un alloggio altrove.

“Ci addolora perché siamo qui da molti anni, ma che alternative abbiamo? Qui siamo tutti poveri e non possiamo rimanere senza lavoro. Molti di noi se ne sono già andati”, ha lamentato la lavoratrice.

Steve Rodriguez ha espresso la sua preoccupazione per una strategia che incide profondamente sull’economia delle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici.

“La situazione economica del Paese è critica, la povertà è in aumento e non è facile trovare lavoro. Inoltre, nelle grandi aziende agricole ci sono le ‘liste nere’. Se non si accettano le condizioni stabilite dall’azienda, se si aderisce a un sindacato e si lotta per i propri diritti, una volta licenziati è difficile trovare di nuovo lavoro”. Questa situazione è stata ampiamente denunciata alle autorità del lavoro.

Inoltre, il sindacato ha presentato due ricorsi presso la Camera Costituzionale per tutelare i lavoratori sfrattati. Purtroppo, l’organo giudiziario si è pronunciato contro le famiglie che vivono in questi alloggi.

“C’è complicità, connivenza tra istituzioni e aziende. Questo è deplorevole e dobbiamo continuare a denunciarlo”, ha concluso.

Note

[1] Tra le diverse forme di retribuzione, la retribuzione in natura è corrisposta in beni o mezzi diversi dal denaro, come il vitto, l’alloggio e il trasporto. Non può essere superiore al 50% della somma in denaro che riceve il lavoratore.

[2] Complessi abitativi che sorgono intorno alle piantagioni dove vivono i lavoratori e le loro famiglie.

Fonte: Rel UITA

Traduzione dallo spagnolo di Gloria Alligri. Revisione di Thomas Schmid.

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