domenica 15 dicembre 2013

16 dicembre 1942: Himmler firma il “Decreto Auschwitz”, che prevede la deportazione degli zingari a Auschwitz

1943, febbraio – 1944, agosto: in funzione lo Zigeunerlager di Auschwitz. I rom e sinti registrati sono 20.943 (10.094 uomini e 10.888 tra donne e bambini), ma si stima siano stati detenuti in 23.000.
- 1943, marzo: inizia la deportazione a Auschwitz.
- 1943, 23 marzo: Ritter comunica alla DFG: “Lo studio degli zingari e dei loro ibridi, nonostante le difficoltà dovute allo stato di guerra, è in grandi linee da considerarsi terminato per i territori del vecchio Reich e la marca dell’Est, come previsto… Il numero di casi chiariti dal punto di vista della biologia razziale è attualmente 21.498…”.
- 1943, maggio: Il dott. Mengele inizia a prestare servizio ad Auschwitz; iniziano gli esperimenti sui bambini zingari.
- 1944, 31 gennaio: Ritter parla nella sua comunicazione alla DfG di “23.822 casi di zingari definitivamente chiariti”.
- 1944, notte 1-2 agosto. Quasi 3000 rom e sinti vengono gasati, lo Zigeunerlager è chiuso.
- 1944. estate e autunno. Mengele invia al KWI per l’antropologia copioso materiale scientifico: in esso, occhi di zingari uccisi, organi interni di bambini uccisi, scheletri di due ebrei uccisi, sieri di gemelli infettati di tifo dal dott. Mengele.
- 1945, 17 gennaio: a dieci giorni dalla liberazione, ad Auschwitz sono presenti solo 4 zingari. (da qui)
Una parte della popolazione infantile imprigionata fu poi usata da Joseph Mengele nei suoi tragici esperimenti medici. Questo primo tempo nello Zigeunerlager-Birkenau era tuttavia destinato ad esaurirsi dal momento in cui la politica razzista del Terzo Reich nei riguardi degli zingari assunse standard sempre più rigidi. Nel luglio del 1943, durante una visita di Himmler al campo, accompagnato dal comandante Rudolph Höss, dinanzi alla visione dell’epidemia di noma in corso, che stava decimando soprattutto i bambini, e alle scene di sovraffollamento, il comandante delle SS si decise per l’eliminazione dei“residenti”. Con la fine di maggio del 1944 si avviò quindi la liquidazione graduale del campo. Una parte degli zingari tedeschi erano già stati spediti verso altri campi: il 9 novembre 1943 diverse centinaia di giovani erano stati trasportati a Natzweiller; il 15 aprile dell’anno successivo 1.357 Rom erano stati inviati a Buchenwald e a Ravensbrück; il 24 maggio era stata poi la volta di 226 individui, inviati a Flossenburg. Altri ancora furono ridistribuiti nel resto del Lager mentre 2.897 persone furono infine assassinate in una sola notte, il 2 agosto 1944, con il ricorso alle camere a gas del crematorio V. Le baracche così liberate furono utilizzate per i prigionieri ebrei. Nella sezione BIIe venne allestito il lazzaretto femminile. Da quel momento non risultò più esistere uno Zigeunerlager-Birkenau anche se si ha notizia di almeno 800 zingari riportati ad Auschwitz da Buchenwald nell’ottobre di quell’anno e cinque giorni dopo gassati. (da qui)
…gli zingari furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché zingari e, secondo l’ideologia nazista, « razza inferiore» , indegna di esistere. La pericolosità – o asocialità – zigana non era, infatti, assimilabile a quella degli altri individui perseguitati per ragioni di ordine pubblico. Gli zingari erano geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue, che precede sempre i comportamenti…
…Tra il 1939 e il 1945 vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo. La storia della deportazione e dello sterminio degli zingari è una storia dimenticata: ancora oggi la documentazione è frammentaria e lacunosa. Eppure la persecuzione degli zingari in epoca nazista è l’unica, oltre a quella ebraica, dettata da motivazioni esclusivamente razziali: proprio come gli ebrei, infatti, gli zingari furono perseguitati e uccisi in quanto « razza inferiore». E anche il regime fascista di Mussolini diede il suo “contributo”… (da qui)
Dello sterminio degli zingari si sa infatti molto poco, troppo poco. Nonostante sia ormai appurato che, come gli ebrei, furono vittime della persecuzione e dello sterminio razziali praticati dai nazisti in Germania e nei paesi dell’Europa occupata, normalmente si tralascia la loro vicenda o, nel migliore dei casi, se ne accenna in lavori che si occupano del Terzo Reich o del sistema concentrazionario in generale includendoli tra le vittime per poi tralasciare cause e conseguenze della loro persecuzione. Questo anche a causa del fatto che per molto tempo dopo la guerra lo sterminio del popolo zingaro non è stato riconosciuto come razziale ma lo si è considerato conseguenza (quasi ovvia) di quelle misure di prevenzione della criminalità che ovviamente si acuiscono in caso di guerra. Una tesi che trova fondamento nella definizione di “asociali” con la quale inizialmente gli zingari furono deportati, ma che non considera il fatto che, secondo le teorie nazionalsocialiste, gli zingari erano tali perché le caratteristiche loro attribuite dai nazisti erano nei loro geni, nel loro sangue, che li rendeva “irrecuperabili” condannandoli quindi allo sterminio, alla cosiddetta “soluzione finale”.
Va comunque tenuto presente che, almeno per ciò che riguarda il nazismo (e grazie soprattutto all’impegno della studiosa ebrea Miriam Novitch che dedicò gran parte della sua vita a raccogliere documenti sullo sterminio del popolo Rom), esiste oggi una documentazione sufficiente a dimostrare che gli zingari sono stati tra le vittime dello sterminio razziale e che almeno 500.000 di loro sono morti nei Lager, dopo esser stati imprigionati, torturati e violentati come tutti gli altri prigionieri. (da qui)
qui   un filmato sul Porrajmos, il nome dell’Olocausto degli zingari
qui una serie di interviste con zingari sopravvissuti ai lager

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