venerdì 16 febbraio 2018

“In Nigeria ci sono librerie?” La gaffe di una giornalista, l’ironia di Chimamanda Adichie – Antonella Sinopoli


In Nigeria ci sono librerie?” Sembra una battuta di spirito, vero? E invece è la domanda che una giornalista francese ha rivolto alla scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie nel corso di una trasmissione televisiva. La scrittrice sembra basita sulle prime, poi la prende con ironia: “Può sembrare sorprendente ma, sì, ci sono“.
What else? Nel senso: come bisognerebbe rispondere a chi fa una domanda del genere. E cosa si dovrebbe dire quando la giornalista – messa un po’ in ridicolo – rincara la dose dicendo: “Quando si parla di Nigeria si pensa a Boko Haram, alla violenza, a un Paese non sicuro“.
Davvero? Cioè, più di 186 milioni di abitanti sono guerrafondai, radicalisti islamici e affiliati a Boko Haram? E tutti sono ignoranti, tanto da non saper neanche leggere, quindi cosa ci starebbero a fare librerie in un territorio pari a 923.768 km²?
Io alla parola Nigeria associo l’attivista, scrittore e poeta Ken Saro-Wiwa, il re dell’Afro Beat, Fela Kuti, la scrittrice Buchi Emecheta (e naturalmente Chimamanda), gli scrittori Chinua Achebe e Wole Soyinka (che è stato anche insignito del Nobel per la Letteratura) Penso a Nollywood e persino all’Eba e all’Àmàlà soup.
La lista di artisti, attori, scrittori, poeti, filosofi sarebbe lunghissima, ho citato solo i più noti. Così lunga che quella domanda non sarebbe dovuta sfuggire nemmeno per scherzo (e non era una battuta come la scrittrice nigeriana ha poi voluto giustificare, bontà sua…).
I giornalisti hanno la grande responsabilità di uscire dagli stereotipi, di leggere, viaggiare, essere informati. Solo così saranno credibili e non rischieranno di incorrere nel ridicolo. 

2 commenti:

  1. Grazie dei tuoi post. Sei veramente una risorsa. Abbiamo bisogno di teste pensanti non di giornalisti/e che fanno domande stupide ...

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  2. frugando in rete si trovano tante cose interessanti :)

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