sabato 6 settembre 2014

Quando il bambino era bambino – Peter Handke

Quando il bambino era bambino,
andava con le braccia a penzoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume fosse una corrente,
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere bambino,
tutto era per lui animato,
e tutte le anime erano una.
Quando il bambino era bambino,
non aveva opinione su niente,
non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo cambiava posizione,
aveva un vortice nei capelli
e non faceva facce da fotografare.
Quando il bambino era bambino,
era il tempo delle seguenti domande:
Perché io sono io e perché non tu?
Perché io sono qui e perché non là?
Quando è iniziato il tempo e dove finisce lo spazio?
È forse la vita sotto il sole nient’altro che un sogno?
Ciò che vedo, sento e odoro
è forse solo l’apparenza di un mondo di fronte al mondo?
Esiste realmente il male e persone che sono veramente cattive?
Come può essere, che io, che sono,
prima di essere, non ero,
e che io, che sono, un giorno
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito.
E adesso mangia tutto ciò, e non solo per necessità.
Quando il bambino era bambino,
si svegliò una volta in un letto sconosciuto
e ora succede sempre così,
molte persone gli sembravano belle
e ora solo in qualche caso fortunato,
si immaginava chiaramente il Paradiso
e ora ne ha solo il presentimento,
non poteva pensare al nulla
e oggi rabbrividisce al solo pensiero.
Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo
e ora è tutto immerso nella cosa come allora solo
quando questa cosa è il suo lavoro.
Quando il bambino era bambino,
gli bastavano per nutrirsi mela, pane,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano, come solo le bacche sanno cadere
e ora è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua
e ora è ancora così,
aveva su ogni montagna
la nostalgia di una montagna sempre più alta
e in ogni città
la nostalgia di una città sempre più grande,
prendeva sulla cima di un albero le ciliegie tutto euforico,
come è ancora oggi,
aveva timore verso ogni straniero
e ne ha tutt’ora,
aspettava la prima neve,
e la aspetta ancora.
Quando il bambino era bambino,
lanciava un bastone contro l’albero come una lancia,
e ancora oggi continua a vibrare.
da qui

2 commenti: