venerdì 9 luglio 2021

I diritti dei rider - Rita Sanlorenzo

 I diritti dei rider

 

La vicenda dei rider ‒ e della loro battaglia, sindacale e giudiziaria, per riuscire a sottrarsi al destino di lavoro servile loro riservato dall’organizzazione impersonale delle piattaforme ‒ merita come poche altre di essere portata alla luce, e sottoposta all’attenzione dei lettori che se ne vorranno appropriare. Perché è una vicenda paradigmatica, ancora più significativa dei destini dei singoli che vi sono implicati (che pure non devono mai essere dimenticati).

Parla della società attuale, delle sue trasformazioni, e del richiamo irresistibile (così almeno lo si vuole dipingere) verso una modernità che, a ben vedere, sa tanto di passato: di un passato che si sperava ormai remoto, in cui il lavoro aveva il significato di una corvée, da un lato capace di garantire poco più della sopravvivenza a chi vi era obbligato, dall’altro congeniale a garantire a una più o meno vasta platea di destinatari uno stile di vita arricchito da agi e confort oltre ogni oggettiva necessità, per di più a prezzi stracciati.

Hanno così preso piede sulle strade urbane, soprattutto di notte, questi “invisibili” su ruote, riconoscibili grazie ai grandi cubi portati sulle spalle dove sono conservate le portate dei pasti a domicilio di chi al ristorante non ci va: prima per scelta, poi, durante il lockdown, per necessità, per alleviare quel sacrificio e sfuggire alla monotonia della reclusione forzata. Chissà quanti di questi tanti consumatori a domicilio si sono soffermati a riflettere su quanto di quel lusso (piccolo o grande, non importa) che si stavano concedendo era reso possibile dalla disponibilità di questo esercito silenzioso e senza volto.

A questo complesso fenomeno e ai cambiamenti da esso indotti nel mondo del lavoro Volere la Luna ha già dedicato la Talpa n. 16 (Il lavoro che cambia: la logisticahttps://volerelaluna.it/talpe/2019/10/23/il-lavoro-che-cambia-la-logistica/). Questa nuova Talpa è dedicata all’approfondimento del tema attraverso l’analisi dei diritti (per lo più negati) dei lavoratori del settore, delle lotte per affermarli, degli interventi giudiziari sul punto.

(Rita Sanlorenzo)

 

Sommario:

Le piattaforme, i rider, il diritto, di Rita Sanlorenzo

Capitalismo delle piattaforme e dignità del lavoro, di Riccardo Barbero e Davide Lovisolo

«Addetti alle consegne di tutti i paesi, uniamoci!». L’esempio francese, di Toni Ferigo

Rider, sindacato e auto-organizzazione. Riflettendo sul caso inglese, di Callum Cant

Le condizioni di lavoro dei rider e la giurisprudenza, di Giulia Druetta

Rider e diritti dei lavoratori in Italia. L’assenza della politica, di Toni Ferigo Fulvio Perini

Cinque anni di rider: è cambiato qualcosa?, di Sergio Bonetto

Quando l’algoritmo discrimina, di Alberto Piccinini

Allegato 1. Corte di Cassazione – sentenza 24 gennaio 2020

Allegato 2. Tribunale Bologna, sezione lavoro – ordinanza 31 dicembre 2020

Allegato 3. Procura Repubblica Milano – comunicato stampa 24 febbraio 2021

Allegato 4. Tribunale amministrativo regionale Piemonte – sentenza 21 giugno 2021

 

Autrici e autori: 

Riccardo Barbero ha militato in diverse organizzazioni politiche e sindacali della sinistra. Attualmente è pensionato anche dal punto di vista politico. Collabora con i siti workingclass.it e volerelaluna.it

Sergio Bonetto, avvocato lavorista, è stato difensore di un gruppo di rider nel procedimento avanti alla magistratura del lavoro di Torino che ha riaperto la questione delle condizioni di lavoro della categoria.

Callum Cant, dottore in sociologia presso l’Università di West London, ha indagato e indaga sul capitalismo delle piattaforme, sul suo impatto sulla riorganizzazione del lavoro e sulla messa in atto di azioni collettive per esigere migliori condizioni di lavoro. Ha lavorato per la piattaforma di consegna del cibo Deliveroo – Food Delivery a domicilio.

Giulia Druetta, avvocata lavorista in Torino ha patrocinato diversi rider in procedimenti concernenti le loro condizioni di lavoro.

Toni Ferigo è stato sindacalista della FIM e poi della CISL. Responsabile del settore internazionale è poi emigrato nella segreteria della Federazione internazionale sindacati metalmeccanici a Ginevra. Seppur in pensione continua a occuparsi dei temi del lavoro e delle relazioni sindacali.

Davide Lovisolo è stato docente di Fisiologia all’Università di Torino dal 1968 al 2015. Dal 1968 ha militato nei movimenti di base, è stato attivista politico in Avanguardia Operaia e poi in Democrazia Proletaria fino al 1978; dal 1980 al 1991 ha militato nel PCI. È stato uno dei responsabili del movimento per il diritto alla casa a Torino negli anni Settanta, delegato sindacale ed esponente del Coordinamento Genitori torinese dal 1992 all’inizio degli anni 2000. Da anni è attivo nella cooperazione sociale.

Fulvio Perini, già sindacalista alla CGIL, ha collaborato con la parte lavoratori, Actrav, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Attualmente pensionato, collabora con il sito volerelaluna.it

Alberto Piccinini, avvocato in Bologna, è membro del Consiglio Esecutivo nazionale dell’AGI (avvocati giuslavoristi italiani), presidente nazionale dell’associazione Comma2 e fa parte del comitato scientifico della Rivista Giuridica del Lavoro. È membro della Consulta giuridica della CGIL e della Consulta giuridica nazionale della FIOM.

Rita Sanlorenzo, già segretaria nazionale di Magistratura democratica, è stata giudice del lavoro a Torino ed è attualmente sostituto presso la Procura generale della Corte di Cassazione. Vicedirettrice della rivista Questione giustizia, ha scritto tra l’altro, con Carla Ponterio, E lo chiamano lavoro…, Edizioni Gruppo Abele, 2014.

da qui

 

Robin Food, a Firenze nasce la cooperativa di rider solidale e autogestita

Sette giovani hanno lasciato le multinazionali del food delivery e hanno creato un modello alternativo: al via il crowdfunding per acquistare i mezzi elettrici

Hanno lasciato le multinazionali per cui lavoravano come rider e hanno scelto di costruire un modello alternativo: nasce così la cooperativa di delivery fiorentina Robin Food  autogestita da 7 persone. Loro sono  Simone Di Giulio, Luca Manetti, Nadim Hammami, Duccio D’Agnano, Salvatore Settimo Micciché, Alessandro Fabbri, Mahmad Bakro.

Via gli algoritmi, è stato creato un modello di organizzazione e gestione più solidale in termini di commissioni e soluzioni, anche per la ristorazione locale. Per le consegne verranno utilizzati solamente mezzi di trasporto non inquinanti, come biciclette e mezzi elettrici e nei packaging verranno privilegiati materiali ecologici.  Per sostenere l’avvio dell’attività la cooperativa lancia da oggi su Eppela  una campagna di crowdfunding. La cifra che la cooperativa punta a raggiungere è di 15.000 euro e sarà utilizzata per sostenere le spese dell’acquisto di e-bike aziendalibiciclette cargo per la logisticapagare la presenza in rete ed altre eventuali spese relative al progetto.

 

La nostra cooperativa vuol essere unalternativa etica e sostenibile rispetto alle grandi aziende che dominano il mercato del food delivery – afferma Simone di Giulio, presidente di Robin Food – Principalmente ci concentreremo sul settore del food delivery, ma gestiremo la logistica anche di altri beni lavorando con le aziende del territorio”. 

La piattaforma che gestirà gli ordini in arrivo si appoggia a CoopCycle, federazione internazionale di cooperative che usano lo stesso software condiviso. La piattaforma sarà disponibile da settembre.

Il gruppo ha partecipato alla terza edizione di Smart and Coop, il bando promosso da Legacoop Toscana e Fondazione CR Firenze per sostenere la nascita di nuove coop formate da giovani under 35 ed ha intrapreso con il supporto di Legacoop Toscana il percorso di costituzione in cooperativa. 

Robin Food garantirà la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori grazie anche ad un protocollo di intesa con Nidil Cgil Firenze attraverso il quale la cooperativa si impegna ad applicare correttamente ai propri soci lavoratori  la disciplina del lavoro subordinato secondo i contratti di settore.

da qui

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