martedì 17 ottobre 2023

Agricoltura alla Stalin

La collettivizzazione dell’ agricoltura fu sostanzialmente voluta da Stalin alla fine degli anni ’20 del secolo scorso per cercare di superare la crisi alimentare acuita dalla rapida industrializzazione e fu di certo il passaggio più delicato e più sanguinoso della storia dell’Urss. Ma oggi vediamo che le stesse cose cominciano ad accadere in Europa che sembra voler sintetizzare il peggio del nazismo e il peggio del comunismo, come può in effetti accadere quando comandano i burattini di qualcuno e non degli uomini. Adesso l’ordine di coltivate il mais a rotazione con altre colture  meno redditizie in un settore già taglieggiato dal sistema aziendale e commerciale,  sta mettendo in crisi Piemonte, Lombardia e Veneto e probabilmente getterà molte aziende agricole in una situazione impossibile: sono settant’ anni che ci magnificano la società di mercato e la sua capacità di adattarsi, ma adesso invece si danno ordini di servizio su cosa e su quando coltivare.

Ma l’obiettivo finale ha ben poco a che  vedere con la produzione alimentare in sé. Gli agricoltori vengono man mano allontanati dalla terra che hanno coltivato per generazioni per evitare che essi siano un ostacolo sulla via della globalizzazione politica: se le aziende agricole di piccole e medie dimensioni chiudono i battenti, i governi e le multinazionali agroalimentari possono impossessarsi della terra e dunque coloro che controllano i Paesi controllano anche  l’approvvigionamento alimentare e le singole persone col ricatto alimentare.  Gran parte di questa minaccia è oscurata dall’Agenda 2030, che contiene 17 obiettivi di sviluppo sostenibile con 169 traguardi specifici da attuare in tutto il mondo e in ogni paese entro il 2030, compresa l’introduzione di grilli, insetti e vermi nella dieta. Le politiche verdi in tutto il mondo che  prendono di mira ogni cosa anche la più ridicola, dall’eccesso di azoto alla presunta protezione delle specie in via di estinzione, fanno tutte parte di un piano per allontanare i piccoli agricoltori dalla terra,. facendo loro saltare i conti e aprire la strada al controllo totalitario dell’approvvigionamento alimentare.

Tutto questo si fonda sulla madre di tutte le balle che viene sfacciatamente sostenuta anche in totale assenza di prove scientifiche, ovvero il riscaldamento catastrofico che richiede un  abbattimento della Co2 e dunque la messa la bando dei peti bovini e di quelli suini o dell’azoto per rendere più onerose le coltivazioni arrivamdo al limite della convenienza economica. Tutto l’insieme di queste prescrizione è un’ enorme sciocchezza del tutto priva di senso e in effetti è solo una copertura per un piano politico  che sul campo  è stato portato avanti fin dalla fine degli ’70  dai Peace Corps, US Green Berets e dalle sementi geneticamente modificate, il cui sviluppo è stato diffuso dalle  Ong finanziate da Rockefeller e Ford. In realtà si creano delle crisi completamente inesistenti la cui soluzione è sempre quella dell’esproprio coatto della terra che poi passa  sotto il controllo  delle imprese agricole e dell’élite finanziaria. Qualcuno si può  mai stupire del fatto che l’Ue sia  una delle più fedeli esecutrici di questo piano? Che inizialmente, nell’ambito dell’Onu, prese il nome di Agenda 21 (per il 21° secolo), e che prevedeva   l’inventario e il controllo di tutta la terra, l’acqua, i minerali, le piante, gli animali, le strutture, i mezzi di produzione, il cibo, l’energia, l’informazione, l’istruzione e che poi si è riversata nell’Agenda 2030 da quando il Wef ha fatto un’alleanza strategica con l’ Onu, costruendovi sopra tutta un’ assurda  distopia.

Ora Stalin ha fatto le stesse cose e con molti morti – anche se ovviamente le cifre vengono di solito moltiplicate per dieci, venti  o in qualche caso anche per  cento – con l’intenzione di migliorare la vita dei russi e delle altre popolazioni dell’Urss. Fu un errore grave e in realtà  nemmeno  ideologicamente necessario,  ma almeno con una buona intenzione, mentre questi stanno andando verso l’agricoltura collettivizzata attraverso i grandi potentati privati  dell’agroalimentare, per migliorare i già immensi guadagni dei oligarchi e dei loro azionisti e peggiorare la vita di tutti gli altri.

da qui

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