venerdì 16 marzo 2012

Amare stagioni - Étienne Schréder

chi legge fumetti per distrarsi o per divertirsi non continui a leggere.
questo è un fumetto dolente, che racconta una storia davvero terribile.
e però si legge benissimo e non si dimentica presto - franz


…Convivere con il proprio passato è una cosa, raccontarlo è un'altra. Occorre trasformarsi in alchimista e intavolare negoziati con se stesso. Da dove cominciare? Bisogna dire tutto?
Da quale angolazione rivelare cose tanto profondamente sepolte?
Ho seguito con complicità le riflessioni di Étienne Schréder. Ho visto la sua evoluzione durante tutti questi anni di gestazione e di realizzazione. È un viaggio doloroso dal quale si esce indubitabilmente un po' diversi. Perché porta alla luce un'intimità estremamente conturbante e, soprattutto, fa deflagrare un muro protettivo costruito con infinita pazienza. Ne nasce un libro ispirato e fragile, una tappa improcrastinabile e necessaria per il suo autore e, per noi lettori, un libro raro - François Schuiten

…Non ci si aspetti quindi evoluzioni grafiche a simulacro di mondi interiori esasperati dall'ebbrezza dell'alcol, né immaginari visivi folli incastrati nella realtà amorfa del protagonista. Il narratore ci racconta la storia, secca, placida, senza orpelli e ce la mostra cruda ed essenziale. Verrebbe da pensare: peccato. Perché, sebbene la narrazione lineare renda tutto più fluido e consistente, il linguaggio del fumetto avrebbe forse permesso qualche azzardo in più e reso il racconto assolutamente coerente con il medium usato. La vicenda si snoda tra la Francia e il Belgio, è narrata in prima persona e dà il meglio di sé laddove la storia diventa più on the road: qui vengono fuori compagni di viaggio tridimensionali che danno vita a dialoghi per nulla scontati che ci fanno dimenticare una voce narrante spesso troppo ingombrante e cupa. L'annosa questione di cui sopra è quindi vivamente riproposta. Mezzo vuoto o mezzo pieno? Amare stagioni può essere visto da angolazioni e prospettive differenti e sembrare allo stesso tempo una "pietra miliare della graphic novel autobiografica" – dalla prefazione di François Schuiten – o, banalmente, l'occasione mancata di un autore di raccontare la propria storia, per quanto tragica e straziante, andando oltre quella modalità classica che ormai è caratteristica propria di un certo fumetto d'autore. - Dark0

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