domenica 5 febbraio 2023

morti in eccesso

 

Perché le morti in eccesso sono ancora così elevate? - Thomas Fazi e Toby Green

 

Non possiamo semplicemente incolpare un sistema sanitario nazionale in fallimento. Il numero dei morti è così alto e anomalo in così tanti paesi da rendere obbligatorie le domande scomode sulle cause

Intorno alla metà dello scorso anno, i ricercatori di diversi paesi hanno iniziato a notare qualcosa di inquietante: nonostante ci fosse ovunque il calo dei decessi per Covid, i decessi in eccesso (rispetto alla media quinquennale pre-pandemia) erano in realtà in aumento. Cosa ancora più preoccupante, un numero sproporzionato di questi decessi in eccesso si verificava tra i giovani. Questo era l’opposto di quel che ti aspetteresti nella fase di recessione di una pandemia, un tipo di pandemia che dapprima aveva ampiamente risparmiato i giovani.

Alcuni ricercatori avevano lanciato l’allarme, ma sono stati estesamente ignorati dai governi, dalle autorità sanitarie pubbliche e dai media mainstream. È stata una risposta curiosa di chi nei due anni e mezzo precedenti aveva giustificato il completo capovolgimento delle società umane sulla base prioritaria del “preservare la vita”.

Per tutta la seconda metà del 2022, tuttavia, le morti in eccesso hanno continuato a crescere a ritmi più sostenuti, e hanno continuato a farlo nelle prime settimane del 2023, al punto che il problema è diventato impossibile da ignorare.

La BBC ha recentemente riferito che nel Regno Unito nel 2022 sono stati registrati più di 650.000 decessi, ossia il 9% in più rispetto al 2019. Si tratta di circa 50.000 decessi in eccesso, la maggior parte dei quali si sono concentrati nella seconda metà dell’anno (da luglio, c’è stata una media di 1.300 morti in più a settimana). Escludendo la pandemia, questo rappresenta il più alto livello di decessi in eccesso in 70 anni e solo una frazione di questi decessi è attribuibile a Covid. I dati dell’Office for National Statistics (ONS) mostrano che i decessi in eccesso sono stati quasi 3.000 in più del normale nella sola seconda settimana di gennaio: oltre il 20% sopra la media. Il Covid-19 ha rappresentato solo il 5% del totale. La settimana prima, i decessi complessivi erano del 30% più alti del previsto.

Se dividiamo i numeri per fasce di età, i risultati sono ancora più sorprendenti. Mentre i decessi in eccesso nella maggior parte dei gruppi di età, anche se superiori alla media, tendono ad essere inferiori a quelli del 2020 e del 2021, così come ci si aspetterebbe, c’è un valore anomalo: le persone di età compresa tra 0 e 24 anni hanno registrato tassi di mortalità inferiori alla media nel 2020 e nel 2021. Per tutto il 2022, invece, sono morti a tassi più alti del previsto. In altre parole, oggi in Gran Bretagna muoiono più giovani rispetto a al periodo che precedeva, o anche durante, la pandemia, e non sappiamo perché.

Eppure, nonostante questa netta discrepanza, c’è stata una notevole mancanza di consapevolezza pubblica in merito alla crisi della mortalità non Covid, per non parlare di qualsiasi spiegazione significativa su cosa ne sia il fattore guida. All’inizio di questo mese, il segretario alla salute Steve Barclay ha dichiarato a Sky News che «è estremamente complicato sapere quale sia la spinta per queste morti in eccesso». Nel frattempo, gli esperti sanitari affermano che le cause potrebbero includere qualsiasi cosa, dai ritardi delle ambulanze, alle lunghe attese in pronto soccorso, ai grandi arretrati per le cure di routine del Sistema sanitario nazionale, agli alti tassi dell’influenza e al Long Covid. In effetti, l’opinione generale sembra ritenere che la colpa dell’aumento delle morti in eccesso sia da imputare in gran parte al crollo generale del Sistema sanitario nazionale.

Ma c’è un buco in questo argomento: le morti in eccesso sono un problema in un certo numero di altri paesi ad alto reddito, dove l’argomento “la Sanità è a pezzi” non regge. Stando ai dati di EuroMOMO, un’azione di monitoraggio della mortalità europea sostenuta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), molti paesi europei mostrano livelli elevati di mortalità in eccesso in tutte le fasce d’età, circa il 35% sopra la media – e lo hanno fatto per tutto il 2022. In effetti, nonostante i tassi di mortalità Covid relativamente bassi, le morti in eccesso complessive in tutte le fasce d’età in Europa nel 2022 sono state alte come nel 2020 e superiori al 2021, anche nelle classi di età più anziane. Al di fuori dell’Europa, la situazione è più o meno la stessa: Australia e Nuova Zelanda hanno registrato, rispettivamente, il 16% e il 9% di morti in eccesso in più rispetto alla media storica nel 2022, mentre negli Stati Uniti, i dati del CDC mostrano che il tasso di eccesso di decessi non-Covid nella prima metà del 2022 sono stati addirittura superiori a quelli del 2020 o del 2021.

In breve, un numero significativo di paesi occidentali sta registrando un’ondata di morti in eccesso in tutte le fasce d’età. E non c’è un’unica spiegazione per questo. Piuttosto, ogni paese sembra avere la propria teoria, nessuna delle quali ha nulla a che fare con il servizio sanitario nazionale. In Portogallo, il mese di dicembre ha visto un eccesso di morti che ha battuto tutti i record dei 13 anni precedenti – compreso il periodo del Covid-19 – che la stampa attribuisce all’invecchiamento della popolazione, e la recrudescenza di altri virus respiratori insieme alle ondate di caldo estivo. Anche in Francia e in Spagna le ondate di caldo estivo sono viste come una chiara causa dell’eccesso di morti, mentre in Cile un’ulteriore causa dell’aumento della mortalità è stata vista nelle «morti evitate durante la pandemia a causa del minor rischio di alcuni eventi, come incidenti stradali o infortuni sul lavoro».

Laddove i paesi condividono un fenomeno – in questo caso, l’eccesso di morti – e lo attribuiscono a cause diverse, è ragionevole porsi alcune domande; il problema oggi sembra essere che i nostri esperti di salute pubblica non stanno facendo quelle giuste. Alla fine del mese scorso, ad esempio, il Chief Medical Officer (CMO) del Regno Unito Chris Whitty ha suggerito che la mancanza di accesso alle statine durante la pandemia potrebbe aver causato un’impennata della malattia coronarica, che è stata la principale causa di decessi in eccesso. Le persone non frequentavano i servizi medici come d’abitudine e dunque la carenza stava avendo conseguenze devastanti. Tuttavia, come hanno sottolineato poco dopo Carl Heneghan e Tom Jefferson, ci vogliono circa cinque anni prima che le statine abbiano un impatto notevole sulla riduzione della mortalità, quindi la riduzione dei farmaci dal 2020 non può aver portato a questi risultati.

Dunque, cosa spiega l’aumento delle malattie cardiache? Il crollo degli appuntamenti sanitari abituali (visto che ci si concentrava solo e soltanto sul Covid a scapito di tutte le altre patologie) è quasi ovvio che sia un pezzo di questa vicenda. Ma non è che in gioco c’è qualcos’altro? Una possibile spiegazione è l’impatto dei lockdown sulla salute fisica delle persone. Dopotutto, lo stesso Whitty ha notato nel marzo dello scorso anno che i confinamenti avevano aumentato l’obesità dei giovani, il che potrebbe portare a un abbassamento dell’aspettativa di vita. Inoltre, è noto che l’intrusione politica e sociale dello Stato nel benessere emotivo delle persone e la conseguente rottura del contratto sociale preesistente incidono sulla salute dei cittadini. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ad esempio, c’è stato un aumento significativo della mortalità in Russia, in gran parte causato da malattie vascolari. C’è un chiaro precedente a memoria d’uomo, quindi, di immensi shock sociali ed economici che hanno portato a picchi di malattie cardiache.

È rilevante anche per gli anziani l’aumento dell’isolamento prodotto dalle politiche di confinamento. Secondo la scheda informativa dell’OMS sulla demenza, «i fattori di rischio includono la depressione, l’isolamento sociale [e] l’inattività cognitiva», tutti ampiamente aumentati dalla risposta al lockdown; uno studio del 2015 ha persino rilevato che l’isolamento sociale ha aumentato il rischio di mortalità tra il 26 e il 32%. I confinamenti quindi sono quasi certamente un fattore in grado di contribuire a ciò che stiamo vedendo attualmente, specie perché lo stesso governo del Regno Unito ha documentato il fatto che coloro che muoiono di demenza spesso hanno prossime cause aggiuntive di morte per ictus o malattie cardiache.

Infine, c’è una possibile spiegazione da considerare, almeno come fattore che contribuisce all’aumento delle morti in eccesso non Covid: il ruolo dei vaccini, in particolare quelli di Pfizer e Moderna che utilizzano la nuova tecnologia a mRNA. Questa è una questione iper-polarizzante, quindi iniziamo con quel che sappiamo: i vaccini Pfizer e Moderna sono associati a un rischio più elevato di sviluppare miocardite (infiammazione del cuore), soprattutto nei maschi più giovani (probabilmente a causa della proteina spike generata dal vaccino che circola nel sangue) e altri eventi avversi gravi come coaguli di sangue. Ciò è confermato da una serie di studi (vedi, ad esempio, qui, qui, qui, qui, e qui) e persino dagli stessi dati del CDC. C’è molta variabilità tra gli studi, ma sembrano suggerire che, con i giovani, il rischio derivante dal vaccino potrebbe superare il rischio di Covid o di miocardite post-Covid.

Detto questo, dimostrare una connessione tra i danni legati al vaccino e il numero sproporzionatamente elevato di giovani che muoiono in questo momento non è semplice. Tuttavia, una serie di studi, come una recente analisi di Martin Neil, professore di informatica e statistica alla Queen Mary University di Londra, e Norman Fenton, matematico e eminente esperto di valutazione del rischio e statistica, mostrano una correlazione statisticamente significativa tra i tassi di vaccinazione e l’eccesso di mortalità.

Fino a che punto questa correlazione implichi effettivamente la causalità, ovviamente, rimane poco chiaro. Ma proprio siccome i lockdown sono chiaramente un fattore, non sembra saggio escludere i vaccini – in quanto costituenti un fattore che contribuisce – senza un’indagine adeguata: il punto è che semplicemente non lo sappiamo, poiché non disponiamo di dati sufficienti per stabilire o confutare un collegamento. In definitiva, le cause delle morti in eccesso sono probabilmente varie e coinvolgono una combinazione di fattori. Ciò non dovrebbe sorprendere, dal momento che confinamenti e vaccini sono sempre stati collegati nella risposta alla pandemia. Ma non lo sapremo mai con certezza se non iniziamo a porre queste domande scomode, specialmente quando i nostri politici ed esperti di salute pubblica sembrano riluttanti a farlo da soli.


Fonte: https://unherd.com/2023/01/why-are-excess-deaths-still-so-high/


Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

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Perché l'eccesso di mortalità non è dovuto né al Covid né alle mancate cure - Alessandro Bagnato

 …i modelli dicono che l’eccesso di mortalità è indipendente sia dalla mortalità Covid sia dalle debolezze dei sistemi sanitari, sia dalla severità delle misure restrittive. Quest’ultimo è in verità l’unico elemento che mostra qualche debole segnale di correlazione, per quanto sotto la significatività statistica. Il long Covid mostra persino una correlazione negativa.

La ricerca ci dice pertanto che, se questi fenomeni hanno avuto un impatto sull’eccesso di mortalità, si deve presumere minimo. Possiamo quindi sostenere con ragionevole certezza che la causa di gran lunga preponderante dell’eccesso di mortalità registrato nei paesi del mondo occidentale a partire dalla primavera del 2021 è la campagna di somministrazione delle terapie geniche m-RNA.

Parliamo di certezza ragionevole, nella consapevolezza che la certezza assoluta esiste soltanto nel mondo astratto della matematica, che pur in questo caso, sembra più che supportare l'ipotesi. Tuttavia, chi non si accontentasse dei numerosi, precisi e concordanti elementi che supportano le nostre conclusioni, invitando a fornire prove ancora più evidenti (quali?), si presta a un gioco estremamente pericoloso. Essendoci in questione vite umane, pretendere, prima di esprimersi e agire, una certezza assoluta che mai arriverà, non rappresenta una semplice astensione ma un via libera a proseguire nella somministrazione di prodotti a carico dei quale sono emerse prove pesantissime di effetti letali in gran numero. Esattamente il contrario di quanto imporrebbe un elementare principio di precauzione. La questione quindi non è se ci sia o meno una certezza assoluta ma se abbiamo raggiunto la soglia oltre la quale l’attesa di una prova ulteriore si trasforma in una colpevole inerzia.

Il mio parere è che quella soglia sia stata ampiamente raggiunta. La considero anzi raggiunta da più di un anno, da quando i dati VAERS, Yellow Card e Aifa hanno cominciato a mostrare con estrema chiarezza che questi prodotti stavano evidenziavano una pericolosità mai vista prima.

Ma anche chi pensasse che quella soglia non sia ancora stata raggiunta, dovrebbe convenire sul fatto che quando gli elementi a favore di un’ipotesi sono così tanti, precisi e concordanti, l’onere di provare che l’ipotesi sia errata spetta a chi vuole contestarla. Costui non solo non può nascondersi dietro la richiesta di ulteriori prove ma è tenuto a fornire egli stesso le prove a favore di un’ipotesi alternativa, in numero e in solidità almeno pari a quelle che sostengono la tesi che intende contestare. Proprio come, chi volesse contestare che sia la forza di gravità ad attrarre i corpi, avrebbe l’onere di portare elementi più convincenti che dimostrano che la causa dell’attrazione dei corpi è un’altra.

Finché solide prove in contrario non verranno, onestà vuole che si rimanga a ciò che risulta in maniera evidente dalla logica, dai dati e dalle ricerche, e cioè che le terapie geniche Covid hanno un’alta letalità, talmente elevata da essere visibile sulle curve di mortalità dei diversi paesi del mondo, che hanno registrato un'impennata senza precedenti in tempo di pace.

E’ un quadro inquietante. Ancora di più se ad esso aggiungiamo le reazioni gravi e gravissime non mortali, che, secondo proporzioni che ricaviamo dai data base VAERS e AIFA, sono circa 30 volte i decessi. Inoltre nulla sappiamo dei danni possibili sul medio e lungo temine. Cosa dobbiamo aspettarci da sostanze che già sul breve hanno dimostrato di essere così pericolose?

Siamo davanti a qualcosa di mai visto prima. Per rendere l’idea del fenomeno a cui stiamo assistendo, qualcuno ha ricordato che negli USA nel 2022 sono morti 60.000 giovani in più del normale, lo stesso numero di giovani americani uccisi nella guerra del Vietnam, che di anni però ne è durata dodici. E’ una tragedia che continua a consumarsi nel silenzio interessato di chi l’ha provocata e nell’ignoranza delle masse, che avrebbero motivi per organizzare cortei ben più numerosi e partecipati di quelli che hanno sconvolto il mondo all’epoca della guerra del Vietnam.

Tra tutti, il silenzio forse meno nobile è quello di coloro che ormai hanno capito ma non hanno il coraggio di parlare. Non si nascondono più dietro broccoli e bicarbonato ma non escono allo scoperto.

Da loro dipende molto. Se troveranno il coraggio di far sentire la loro voce, aggiungendola a quella di chi da tempo denuncia ciò che sta accadendo, possiamo sperare in una via di uscita più veloce da questa catastrofe. Altrimenti la menzogna in cui siamo stati immersi in questi anni e le sue conseguenze nefaste sono destinate a durare ancora per un po’.

Per un po’, ho detto. Perché la verità, quello è sicuro, prima o poi emergerà.

E chi ora tace, un giorno potrebbe trovarsi a non riuscire a perdonare se stesso per essere stato così pavido quando avrebbe dovuto parlare.

da qui


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