venerdì 3 febbraio 2023

The Crumbling United States of America

E l’assassinio razzista di Tyre Nichols

Tyre Nichols è stato assassinato da 5 poliziotti a seguito di un controllo di polizia nel traffico. I poliziotti erano tutti neri e qualcuno dirà cosa ci azzecca il razzismo?

Per mettere a fuoco la questione dovremmo riferirci ad alcune osservazioni di Malcom X.

Malcom X scriveva:

<<Per capire bisogna tornare alle definizioni… sui due tipi di negro che c’erano durante la schiavitù: il negro da cortile (house Negro) e il negro dei campi (field Negro). Il negro da cortile viveva insieme al padrone, lo vestivano bene e gli davano da mangiare cibo buono, quello che restava nel piatto del padrone. Dormiva in soffitta o in cantina, ma era sempre vicino al padrone e lo amava molto di più di quanto il padrone amasse se stesso. Si identificava col padrone più di quanto questi non s’identificasse con se stesso… abbiamo ancora fra i piedi parecchi di questi nigger da cortile. La versione moderna di questo servo ama il suo padrone e vuole vivere vicino a lui. Pur di fare ciò è disposto a pagare affitti tre volte superiori per poi andare in giro a vantarsi: “Sono l’unico negro qui!”, “Sono l’unico negro in questa scuola!…

Cosa ci daranno nel 1965? Ho letto poco fa che hanno deciso di far entrare un negro nel governo. Tutti gli anni adoperano un nuovo trucco: prenderanno uno dei loro servitori negri, lo faranno membro del governo in modo che possa passeggiare per Washington fumando il suo bravo sigaro, che avrà da una parte il fuoco e da quell’altra un fesso. Siccome i problemi personali di questo tale saranno stati risolti in modo molto soddisfacente, dirà ai nostri fratelli: “Guardate un po’ che progressi stiamo facendo! Io sono qui a Washington, vado a prendere il tè alla Casa Bianca. Sono il vostro portavoce, il vostro leader”.>>

Anche Obama è nero, figlio di un immigrato Kenyota che, dopo la laurea conseguita negli Stati Uniti (grazie alle borse di studio concesse dal presidente Kennedy ai giovani talentuosi delle borghesie africane che si liberarono dal giogo del colonialismo britannico), tornó in Kenia dove scrisse poi il libro “Il socialismo africano e la sua applicabilità alla pianificazione in Kenya”. Poi Obama figlio da Presidente degli Stati Uniti ha bombardato Somalia e Libia. Così il primo presidente nero degli Stati Uniti passa alla storia come il primo presidente nero americano a bombardare l’Africa!

E lo fa perchè Obama rappresentava e rifletteva le necessità impersonali del vecchio colonialismo che ancora, nella modernità, continua a saccheggiare l’Africa, per tentare di continuare ad imporre ai suoi popoli il ruolo subalterno e sottomesso alla produzione del valore capitalista imperialista.

Allora, torniamo alla questione: che i poliziotti sono neri cambia la sostanza del pestaggio razzista che ha causato la morte del giovane Tyre Nichols?

Certamente no!

D’altronde con assoluta ragione, Malcolm X ne dá una spiegazione partendo dal regime schiavista che applicava capitalisticamente una appropriata divisione del lavoro per le necessità della impresa operante nella piantagione capitalista che possedeva: il negro da cortile e il negro del campo. Con questa affermazione egli darebbe spunto al comunista di oggi per una ripresa di analisi seria, ma ahimè egli (Malcolm) rimane inascoltato da orecchie eurocentriche che non possono sentire.

Vogliamo approfondire? Malcolm X dà uno sguardo al suo oggi (che è più di 60 anni fa, un epoca), dove il negro da cortile si è integrato con la capacità dello sviluppo storico della accumulazione, dunque attraverso il sogno americano, capace di piegare e sussumere alle sue necessità non solo i negri da cortile, bensì anche gli esclusi neri sfruttati.

Il “nigger” generico, dice Malcolm X vuole rivendicare la sua appartenenza al mercato come produttore, secondo le bianche regole del capitalismo razziale. Dice “è pure disposto a pagare affitti più alti” per vivere nella suburb della middle e working class bianca. Questa è storia che vive nel presente, con la sua ricaduta antropologica profonda nei rapporti economici e sociali.

Quello che riesce ad “integrarsi” si eleva a “rappresentante”.

Malcolm X scriveva “il negro da cortile vuole bene al padrone più di quanto il padrone amasse se stesso”.

Detto e fatto i neri in quanto tali, bravi ed operosi, indipendentemente se sono sfruttati o hanno avuto accesso all’ascensore sociale reso possibile da un lungo ciclo dello sviluppo della accumulazione passato, “guardano alla produzione del valore”, ne più, nè meno di quanto l’operaio guarda alle necessità del valore sottomesso e sussunto dal processo di produzione immediato e sociale che lo determina e che con il suo movimento riproduce le condizioni proletarie dell’esistenza.

Tant’è che a questa stregua abbiamo avuto il primo presidente nero, votato dai neri che poi ha bombardato l’Africa.

Questo cambia la sostanza generale capitalista del razzismo – sistemicamente intrecciati reciprocamente, cambia questa sostanza delle sue istituzioni determinate quando i poliziotti ad ammazzare sono anche essi degli afroamericani?

È di questo che si sta parlando. Ebbene se si sta parlando di questo non vi è alcuna domanda che richiede una diversa risposta da parte mia. Già Malcom X ha spiegato, ma non solo lui anche Frantz Fanon, perchè anche parte dei razzializzati si adeguano al razzismo del modo di produzione capitalistico contro se stessi. Così come parte delle donne sono misogene, giustificano la violenza di genere e difendono i valori patriarcali del capitalismo democratico liberale contro altre donne e contro se stesse.

Ora non possiamo girarci intorno, questo è il punto determinante della questione. Tutte queste vicende vengono commentate per smontare la critica teorica di fondo, che è: il capitalismo non poteva fondarsi senza il colonialismo, la schiavitù e il razzismo, il suo sviluppo non risolve queste contraddizioni semmai le amplifica. Tutto quanto viene commentato al riguardo di fatti simili punta a mistificare questa realtà.

Non c’è elemento di sinistra (comunista, marxista o anticapitalista) che non inciampa dolosamente su questo punto.

Ci sono comunisti del socialismo hegeliano che spiegano il razzismo come il risultato del razzismo di stato, per negare che esista non solo quello dell’operaio bianco, ma anche per negare che talvolta l’immigrato inserito nella produzione guarda agli altri immigrati “irregolari” come concorrenti sul mercato del lavoro, cedendo al “luogo comune sociale diffuso” razzista, che li porta poi a schernirli definendoli <<crumiri>> della lotta di classe.

Ma il termine <<crumiro>> ha un significato razzista fin dalla sua origine. Il colonialismo francese nell’800 conió questo termine contro gli arabi tutti del Nord Africa colonizzato, poi il movimento socialista europeo ed italiano lo fece proprio sul finire dell’800 quando l’immigrazione intra europea metteva in concorrenza sul mercato della forza lavoro gli operai autoctoni con quelli immigrati da altre nazioni europee o dall’Irlanda in Inghilterra.

Un altro tipo di comunisti, durante la George Floyd Rebellion, si sono sforzati di fornire statistiche che rilevano che la maggior parte dei neri ammazzati lo sono per mano di altri neri e solo una piccola parte per mano della polizia. Che si trattasse di guardare a quella rivolta giovanile multirazziale contro il razzismo dal punto di vista di un astratto programma e coscienza di classe, concludendo che tutto sommato si fosse in presenza di una protesta cittadinista del ceto medio black dimenticato a vivacchiare nel degrado e dalla criminalità (dei neri) dei loro quartieri, che si fosse in presenza di una mera protesta dei settori intermedi delle comunità black volta a richiedere sicurezza e polizia più umana.

Dunque, per tutti costoro e soprattutto per chi rappresenta gli interessi e le necessità del mercato, se il poliziotto ad ammazzare un nero è esso stesso nero, ció non costituirebbe razzismo.

Tutti quanti gli eurocentrici (tra chi difende il capitalismo e chi lo vorrebbe combattere) forniscono i dati reali dell’elettorato nero ed ispanico che mostrano che una buona fetta di questi neri ed ispanici hanno votato o voterebbero per Trump. Il tutto per dire che solo la divisione del lavoro e l’appartenenza ad una classe o all’altra conta, in sostanza il razzismo non c’è o se esiste è solo per qualche residuo culturale del lungo passato. Basterebbe, secondo costoro, una indistinta lotta di classe, rispetto alla quale i razzializzati dovrebbero assumere questo orizzonte come punto di vista, non curanti del razzismo che attraversa l’intera società. È ovvio che questa è una conclusione idealistica del socialismo hegeliano, ma il capitalismo reale è un’altra cosa che determina altro negando il libero arbitrio delle coscienze.

È il razzismo sistemico del modo di produzione capitalistico che ha scatenato la violenza omicida di quei vinque poliziotti, e va ribadita la necessità teorica rivoluzionaria di affermarlo per una critica comunista al modo di produzione capitalistico.

Non perchè questo blog pensa che un movimento antirazzista farà crollare il capitalismo.

Perchè, viceversa, ogni lotta o critica antagonista al modo di produzione capitalistico alla fine tende a rimuovere – <<per forza storica e di inerzia antropologica>> – il razzismo, nascondendolo sotto il tappeto il del “privilegio bianco” (se ne capiamo il significato), ossia di quel salario sociale di vantaggio che i poveri contadini e disoccupati Europei, con le loro valige di cartone, seppur discriminati, ne hanno tratto storicamente vantaggio attraverso la segregazione dei neri emigrando negli Stati Uniti e nell’oppressione imperialista dei popoli colorati per tutto un ciclo storico, che ha consentito il procedere della segregazione degli ex schiavi fin qui.

È importante ribadirlo criticamente e con coraggio, al di fuori delle semplificazioni ideologiche, eurocentriche e da socialismo hegeliano, perchè la difesa del privilegio della <<bianchezza>>, ossia della appartenenza al sistema strutturale e di valori del colonizzatore storico, è l’ultimo feticcio con cui l’uomo capitalistico si aggrappa reazionariamente mentre il mondo intorno vacilla, si crepa, ondeggia e inizia a dare segni di cedimento per suo moto proprio ed in virtù dei meccanismi deterministici svelati dalla legge del valore di Marx. E con questo scricchiolare anche la stessa torre d’avorio del <<privilegio bianco>> è destinata a sbriciolarsi proprio per le stesse leggi del moto della crisi della produzione del valore.

Allora, il giovane Tyre Nichols, afroamericano di 29 anni, è stato ucciso o no dalla mano impersonale del razzismo sistemico?

Tyre Nichols è stato ucciso dal razzismo sistemico del capitalismo.

da qui

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