giovedì 9 febbraio 2023

Carnevale globale per Assange


Carnevale globale per Assange, in diretta l'11 febbraio

Si terrà l'11 febbraio l'evento in diretta per 24 ore "Carnevale globale per Assange" promosso da Pressenza. Un modo per sostenere anche in Italia l'iniziativa Night Carnival for Assange   lanciata da Don’t Extradite Assange Campaign   a Londra.

 

Si terrà l'11 febbraio l'evento in diretta per 24 ore "Carnevale globale per Assange" promosso da Pressenza. Un modo per sostenere anche in Italia l'iniziativa Night Carnival for Assange   lanciata da Don’t Extradite Assange Campaign   a Londra.

«Vogliamo tornare al significato antico del Carnevale, quando si sbeffeggiavano i potenti e i loro soprusi con maschere, canti, balli, musica, carri allegorici e cartelli satirici - spiegano da Pressenza - Tutto questo si può applicare benissimo alla persecuzione attuale di Assange, per esempio indossando maschere che riproducono il suo volto».

I promotori accolgono le segnalazioni di «qualsiasi tipo di iniziativa, dai flash mob, ai dibattiti, alla proiezione di film sul tema, ma oltre al tono “carnevalesco” vi trasmettiamo anche una richiesta di John Rees: far sentire la pressione internazionale al governo britannico e a quello americano sottoscrivendo la petizione   che chiede di fermare l'estradizione di Assange negli Stati Uniti e la lettera al Presidente Biden perché lasci cadere le accuse contro Assange. In questo modo migliaia di firme potranno aggiungersi a quelle già raccolte» spiegano da Pressenza.

«L’11 febbraio le iniziative potrebbero tenersi, dove possibile, nei pressi delle ambasciate e dei consolati del Regno Unito e degli Stati Uniti, con la simbolica consegna delle due lettere, l’invito a firmarle durante l’evento e l’annuncio delle firme totali raccolte fino a quel momento. Nelle altre città saprete senz’altro trovare un luogo centrale e significativo dove far sentire la vicinanza e la solidarietà a Julian e la pressante richiesta di liberarlo» concludono i promotori.

Verranno organizzati collegamenti in diretta con i diversi eventi che vanno segnalati entro il 31 gennaio alla mail 24hAssange@proton.me

Sarà possibile seguire la diretta anche sulla pagina Facebook di Terra Nuova Edizioni 

da qui

 

 

Global Carnival: una nuova mobilitazione mondiale per Assange


Si stanno definendo i dettagli della nuova iniziativa mondiale per la libertà di Julian Assange: in appoggio alla manifestazione di Londra organizzata da Dont Extradite Assange  per l’11 febbraio si sono mobilitati da Buenos Aires fino all’Australia tutti i gruppi, comitati, formazioni politiche e sociali che chiedono la liberazione del giornalista australiano imprigionato in Gran Bretagna in attesa di una estradizione che sarebbe uguale a una condanna a morte.

Si possono vedere crescere ogni giorno le adesioni e le iniziative del “Global Carnival for Assange” sulla mappa che trovate sul sito www.24hassange.org ; l’11 Febbraio, dalle 11 a mezzanotte GMT ci sarà di nuovo una diretta trasmessa sul canale YouTube di Pressenza Italia e su quello di Terra Nuova Edizioni.

Per informazioni ed adesioni scrivere a 24hAssange@proton.me

da qui

  

Assange: il momento decisivo. Intervista al padre John Shipton

 

 

Il Premier australiano sta solo fingendo di lavorare per liberare Julian Assange? - Patrick Boylan

Comincia a serpeggiare il sospetto che Anthony Albanese non si stia affatto interessando presso le autorità statunitensi, come invece egli ha preteso più volte, per il ritiro delle accuse contro il co-fondatore di WikiLeaks.

In un articolo pubblicato il 24 gennaio 2023 sul sito di MichaelWest Media, l’ex senatore australiano Rex Patrick, ora giornalista investigativo, descrive le indagini che egli ha intrapreso, grazie al FOIA, per scoprire tracce documentali delle “pressioni” che il Primo Ministro Anthony Albanesi avrebbe fatto sugli Stati Uniti per la liberazione di Julian Assange.  Non ha trovato alcun riscontro.

Il FOIA (Freedom Of Information Act) è un provvedimento che garantisce il diritto di accesso agli atti amministrativi da parte di cittadini comuni.

Di seguito la traduzione di Patrick Boyan dell’articolo scritto da Rex Patrick.

Quando nel Parlamento australiano, a fine novembre, la deputata indipendente Monique Ryan ha chiesto al Primo Ministro Albanese se il suo governo fosse intervenuto per riportare a casa il giornalista australiano Julian Assange, noi cittadini che lottiamo per la libertà di stampa abbiamo visto un barlume di speranza.

Infatti, il premier ha risposto con queste parole incoraggianti: “Come ho già fatto presente qualche tempo fa, quando è troppo è troppo. È giunto il momento di concludere questa vicenda.  Confesso che non ho nessuna simpatia personale per alcune delle azioni del signor Assange. Dico però che il problema va avanti da molti anni e [non si capisce perché], soprattutto se confrontiamo la questione di Assange con quella della persona responsabile della fuga di informazioni, Bradley Manning, ora Chelsea Manning.  Oggi Manning è libera di vivere la sua vita nella società statunitense”.

Albanesi ha poi aggiunto: “Il governo continuerà ad agire in modo diplomatico, ma posso assicurare la deputata di Kooyong che ho sollevato personalmente la questione con i rappresentanti del governo degli Stati Uniti. La mia posizione è chiara ed è stata chiarita all’amministrazione statunitense: è giunto il momento di chiudere la questione.”

Poi, il 19 di questo mese, noi sostenitori di Assange abbiamo visto un secondo barlume di speranza quando il procuratore generale e deputato Mark Dreyfus ha annunciato un incontro con i media per discutere di una migliore protezione della libertà di stampa.  Nelle parole di Dreyfus: “il governo Albanese ritiene che l’esistenza di mezzi di comunicazione forti e indipendenti sia fondamentale per la democrazia e per tenere sott’occhio chi ci governa. Un giornalista non dovrebbe mai temere di essere messo sotto accusa o addirittura incarcerato solo per aver fatto il loro lavoro.”

Tuttavia esiste un’enorme differenza tra il dire e il fare.  Di recente io ho formulato una serie di richieste FOIA per ottenere copie di eventuali documenti riguardanti il caso Assange e le risposte hanno fatto crollare totalmente la bella facciata che il governo si era costruita.

In risposta ad una mia richiesta FOIA rivolta all’ufficio del Primo Ministro, chiedendo una copia di qualsiasi corrispondenza o di altri documenti riguardanti Assange inviati al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden da o per conto del Primo Ministro, nel periodo che va dal 23 maggio 2022 fino a oggi, l’ufficio del Primo Ministro ha ammesso di non averne trovato alcuna traccia.

Risposta di Simona Gory, Consulente legale senior del Primo Ministro: “Ho domandato informazioni al personale competente che è a conoscenza delle questioni relative alla Sua richiesta e che ha accesso agli archivi pertinenti e ho chiesto di cercare tutti i documenti che rispondono alla Sua richiesta. Non è stato trovato nulla, cioè, non sono stati individuati documenti pertinenti che corrispondessero a quanto da Lei richiesto. Sono convinta che siano state prese tutte le misure del caso per trovarli e che, pertanto, tali documenti non esistono.

In risposta ad una mia richiesta FOIA rivolta al Procuratore Generale per ottenere copie della corrispondenza o perlomeno delle registrazioni delle comunicazioni tra lui e il suo omologo statunitense Merrick Garland relative ad Assange, anche in questo caso non si è trovato nulla…

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