a cura di Francesco Masala (disegni di Mr Fish e Latuff). Immagini contro il silenzio: “Guarda cosa mi ha fatto LEONARDO”
Il 15 agosto sull’Unione Sarda è apparso un articolo su un cartello che dice che “i criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna”, in realtà la maggior parte dello spazio è dedicato alle farneticanti dichiarazioni di un tipo che urla ANTISEMITA! VIGLIACCO! IGNORANTE! (sono più dignitose le discussioni nei bar, in Barbagia).
Chia, cartelli contro gli israeliani a Su Giudeu: «Criminali di guerra non benvenuti in Sardegna»
«I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge». Scritto in due lingue: ebraico e inglese. Sono i messaggi comparsi su alcuni manifesti affissi sopra i cartelloni dedicati ai turisti a Chia, nel comune di Domus De Maria. A corredo, oltre al disegno di una fantasia tipica dell’artigianato artistico sardo, due hashtag: “freepalestine” e “stopgenocide”.
I destinatari sono gli israeliani: il loro governo, con le sue forze armate, sta compiendo un massacro nella Striscia di Gaza, dove la popolazione è alla fame, dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre del 2023, ormai due anni fa. E la location non sembra essere casuale: quella è la spiaggia di Su Giudeu.
A parlare di “antisemitismo” è Mario Carboni, presidente dell’associazione Chenabura – Sardos Pro Israele, che in passato aveva inneggiato alla distruzione di Gaza «come la Berlino di Hitler»: «Gli anonimi eredi dei nazifascisti ed attuali sostenitori degli jihadisti islamici, autori del cartellone, dovrebbero firmare un manifesto con i loro nomi affinché vengano aggiunti ai firmatari del manifesto delta razza fascista degli anni ‘30», attacca, «Anche allora c’erano dei sardi come denunciava con disprezzo Emilio Lussu in un suo magistrale articolo in difesa dei giudei». Per Carboni gli autori dell’iniziativa «sono oltretutto vigliacchi, oltre che ignoranti e non lo faranno mai. Se lo facessero dovrebbero argomentare il perché hanno scelto lo scoglio de Su Giudeu come obiettivo esplicito della loro azione, che si suppone notturna»…
Il 17 agosto sullo stesso giornale (qui) viene svelato, come se fosse uno scoop giornalistico, che l’autore del cartello è Pierluigi “Luisi” Caria.
In realtà si tratta di un parziale copia incolla della pagina fb di Pierluigi “Luisi” Caria, meglio leggere quello che scrive Caria, senza la mediazione del quotidiano:
L’ esercito più vigliacco e meschino del mondo continua a massacrare senza pietà uomini, donne e bambini, spesso giocando a tiro a segno con i profughi in fila per gli aiuti alimentari.
Io continuo a vedere questo schifo e a sentire nausea per l’indifferenza e il cinismo di politici, giornalisti, amministratori e affaristi.
Non ho neppure molto tempo da dedicare a questo e mi dispiace moltissimo…
Quindi le 5 o 6 volte che sono andato in spiaggia negli ultimi mesi, ho pensato di rendermi utile portando in borsa qualche cartellone di una campagna in solidarietà con il popolo palestinese.
“I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge” scritto bilingue, in ebraico e in inglese, perché è proprio ai criminali di guerra che vorrebbe rivolgersi.
In particolare assassini, criminali e torturatori in congedo che potrebbero venire in vacanza nella nostra terra per riposarsi dopo aver partecipato al massacro dei bambini di Gaza, anche attraverso il collegamento aereo Olbia – Tel Aviv.
Ieri mattina sono stato a Chia e mentre le persone che erano con me riposavano ho fatto una passeggiata in tutta la spiaggia per chiedere ai chioschi se potevo appendere un manifesto.
Sono arrivato fino all’ uscita dell’ ultimo parcheggio, dove alcuni turisti tedeschi mi hanno aiutato ad appenderne uno con lo scotch su un cartello di metallo non più leggibile e molto rovinato, che pareva essere lì proprio a posta.
Poco fa ho visto la foto di quel manifesto su un assurdo articolo online, secondo cui avrei appeso un manifesto “contro gli israeliani” in un posto che secondo il giornalista “non sembra essere casuale” dato che si tratta della spiaggia di “Su Giudeu”.
Il manifesto in questione (che abbiamo appeso all’ ingresso della spiaggia di “s’àcua druci”) non è contro gli israeliani ma appunto contro i criminali di guerra e la vicina spiaggia di Su Giudeu non ha assolutamente nulla a che fare con gli ebrei, facendo riferimento invece a “su purpu giudeu” che è il nome sardo del callistoctopus macropus, un cefalopode conosciuto in Italiano come “polpessa”.
Nell’ articolo sono riportate le dichiarazioni di Mario Carboni, che da tanti anni con la sua vergognosa associazione sottrae fondi destinati alla lingua sarda per diffondere propaganda filo sionista israeliana .
Vi lascio il link nei commenti se volete leggere nel dettaglio gli sproloqui di questo sostenitore del genocidio e della pulizia etnica del popolo palestinese.
Ci sono poi riportate delle dichiarazioni della sindaca di Domus de Maria che appena avuta la notizia avrebbe mandato i vigili urbani fino alla spiaggia di s’àcua druci, a posta per rimuovere il manifesto che secondo lei avrebbe rappresentato un pericolo per l’ordine pubblico.
Non c’è niente di strano se la signora Spada non capisce l’ ebraico ma forse avrebbe potuto capire la scritta in inglese: secondo l’ordinamento vigente i crimini di guerra (il bombardamento di ospedali e ambulanze, l’omicidio a sangue freddo o il rapimento di migliaia di persone, il bombardamento indiscriminato di città abitate da civili) possono essere perseguiti dalla magistratura.
Forse la cosa più imbarazzante dell’ articolo è il chiosco Araj, dove mi hanno fatto appendere il manifesto (come potete vedere nella foto), e che a differenza di altri chioschi che mi avevano detto di sì o di no, ha sentito il bisogno di rilasciare dichiarazioni al giornalista dicendo che “loro non fanno politica internazionale e ognuno è il benvenuto”.
Sarà anche vero che i soldi non puzzano, ma avrebbero potuto comunque risparmiare un po’ di dignità.
intanto è apparsa in spiaggia la bandiera dello stato genocida, come se quella spiaggia fosse un territorio occupato dai criminali di guerra.
scrive Giulia Lai:
Mentre Israele bombarda l’ennesimo ospedale con dentro persone inermi e medici eroi, a Su Giudeu hanno deciso di appendere una bandiera di quello Stato che sta portando avanti questo genocidio.
E questo perché qualcuno ha appeso un manifesto con su scritto che i “criminali di guerra non sono graditi”
Ma ora la Sindaca, e pure medico, avrà la stessa prontezza nel rimuoverla? Io spero di sì, quantomeno per solidarietà ai propri colleghi che stanno salvando vite umane sotto le bombe e per questo sono morti
anche in Grecia urlano le stesse parole di Luisi:
“Con milioni di turisti che affollano il Paese, rendiamo la nostra presenza visibile e rumorosa. Trasformiamo isole, spiagge, vicoli, cime di montagna e rifugi in luoghi di solidarietà — non in luoghi di svago per i soldati assassini dell’IDF. Lo sforzo organizzato per fare della Grecia un ‘rifugio’ per chi partecipa o sostiene il massacro in Palestina non passerà!”
Gaetano Colonna (meritoriamente) spiega come funziona la canèa dei sostenitori di chi compie il genocidio (e la pulizia etnica e l’apartheid); un’analisi approfondita in Europa e in Italia, con nomi e cognomi (non solo del governo della P2):
https://clarissa.it/wp/2025/07/27/il-potere-di-israele/
https://clarissa.it/wp/2025/07/29/israele-in-europa/
Mentre a Gaza si continua a morire, tra bombardamenti mirati e stragi indiscriminate, a Roma compaiono, silenziosamente e senza clamore mediatico, dei manifesti che rompono il muro del silenzio. Sono manifesti semplici, potenti, dolorosi: il volto di una bambina palestinese gravemente ferita, con una frase incisiva sotto: “Guarda cosa mi ha fatto LEONARDO!!”
Non è un errore. Leonardo, in questo caso, non è il genio del Rinascimento, ma Leonardo S.p.A., il più grande produttore di armi italiano, il primo nell’Unione Europea, il secondo in Europa e il tredicesimo nel mondo, secondo i dati SIPRI. Un colosso dell’industria bellica che gode di un’aura di “eccellenza nazionale” e di discrezione mediatica, ma che – come i manifesti indicano con chiarezza – è direttamente coinvolto nell’apparato bellico israeliano…
qui e qui Gian Luigi Deiana in bottega aveva scritto da par suo di Luisi Caria (e Antonello Pabis)





Dalla pagina fb dell’associazione Libertà de
RispondiEliminaApprendiamo che negli scorsi giorni sarebbe stata aperta un’ indagine per i reati di propaganda e istigazione a delinquere (art.604 bis c.p.) e violazione della normativa paesaggistica e ambientale (articolo 181 d.lgs 42/2024) per l’affissione sopra un cartello all’ ingresso di una spiaggia di un manifesto con la scritta “I criminali di guerra non sono i benvenuti in Sardegna, e sono perseguibili dalla legge”.
Il PM ha emesso il decreto di NON convalida del sequestro e l’informazione di garanzia in quanto non ha ravvisato che sussistesse nessuna delle due ipotesi di reato formulate dalla polizia.
Riportiamo le motivazioni con cui il Pubblico ministero ha rigettato la richiesta di sequestro, escludendo gli assurdi reati ipotizzati dalle forze dell’ordine:
“l’ipotesi ex articolo 604 bis punisce ogni forma di propaganda discriminatoria penalmente illecita che non deve consistere nella semplice espressione di idee, ma deve estrinsecarsi in attività finalizzate a influire concretamente sulla psicologia altrui e di conseguenza sull’altrui comportamento attraverso la raccolta di consensi diretta a convincere i terzi a porre in essere talune condotte delittuose animate dalla finalità discriminatoria (…).
Nel caso di specie si ravvisa la semplice esposizione di un cartello che richiamava, in maniera condivisibile o meno, l’attuale situazione nello stato di Israele e nella zona controllata dallautorità palestinese stigmatizzando le condotte tenute che secondo alcuni osservatori comporterebbero crimini di guerra se non una forma di genocidio.
A tal fine infatti si richiamava la possibile persecuzione anche in deroga al principio di territorialità degli autori di tali crimini, non risulta invece alcuna forma specifica di istigazione all’odio e alla discriminazione nei confronti dei cittadini dello stato d’Israele, pertanto la condotta risulta espressione del principio di libertà di pensiero, e condivisibile o meno, non rientra nel raggio d’azione della norma penale.
Ancora più stringate argomentazioni merita la evidenziazione della mancanza degli elementi costitutivi della contravvenzione di cui all’articolo 181 poiché non vi e stato alcun lavoro opera in zona protetta e vincolata ma solamente l’esposizione di un manifesto su un cartello già presente.”
Ancora una volta denunciamo la condannabile pratica di utilizzare forzatamente, e senza alcun presupposto, il diritto penale per limitare la libertà di pensiero e di azione politica, oltre che per sostenere subdolamente e rendersi conniventi con quanto Israele sta perpetrando a danno del Popolo Palestinese.
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